Poi, però, cambia qualcosa. Dopo il festival di Cannes del 2023 cambia il board di Taicca, nonostante la scadenza delle cariche fosse prevista nel 2025. Inoltre, arriva un nuovo ministro della Cultura e la direzione fino a quel momento seguita dall’agenzia cambia. Ai produttori arriva la voce informale che il Taiwan’s International Co-Funding Program (Ticp) è stato sospeso, senza alcun preavviso. Successivamente, viene aperto un nuovo fondo, denominato Black Tide, dedicato a serie televisive con un budget minimo di tre milioni di euro. “Un budget almeno tre volte superiore alla media di una serie televisiva taiwanese“, dice Centini, che insieme a un centinaio di professionisti dell’industria pubblica un comunicato in cui si critica il nuovo corso, “Siamo estremamente delusi e inquieti per l’inconsistenza e la mancanza di trasparenza delle nuove politiche“, si legge, chiedendo un confronto.
Taicca risponde assicurando che il fondo avrebbe riaperto, dopo un periodo di discussione con le case di produzione. Gli incontri avvengono ma non sono risolutivi. “Tutto quello che è stato ripetuto e che doveva rendere le procedure più trasparenti ci è stato detto che sarebbe stato preso in considerazione dalla giuria del fondo, ma non è diventato una regola“, dice Centini. Risultato? Il nuovo Ticp 2.0 è stato effettivamente lanciato, ma secondo Centini è “molto meno trasparente” del programma precedente e non offre una vera alternativa al fondo di sviluppo nazionale.
Niente sussidi e produttori sul divano
La querelle continua, soprattutto con Volos Films. Per Transamazonia, realizzato col programma precedente e presentato ad agosto al festival di Locarno, non si è presentato nessun funzionario Taicca. Per la spedizione del nuovo film Stranger Eyes al festival di Venezia viene fornito un contributo misero, non sufficiente a coprire tutte le spese del viaggio. Uno degli attori, Wu Chien-ho, denuncia questa situazione pubblicando un post su Facebook in cui racconta che alcuni membri della delegazione (tra cui lo stesso Centini) saranno costretti a dormire sul divano.
Il post ha generato una nuova polemica, con Taicca che ha ribattuto pubblicando l’ammontare dei progetti e dei fondi ricevuto da Volos Films negli anni scorsi. “Un attacco personale senza precedenti che mirava a dire al pubblico che non era giusto che ci lamentavamo perché comunque abbiamo preso dei fondi. Ma noi con quei progetti, frutto di quel memorandum che avevamo firmato nel 2020, abbiamo semplicemente fatto il nostro lavoro. Portando peraltro notorietà al cinema taiwanese nei grandi festival internazionali”, dice Centini.
L’uso dell’industria audiovisiva
A oggi, la questione è del tutto irrisolta e “la nuova direzione sembra quella di lavorare con grandi aziende, in particolare coreane e giapponesi, molto meno con le case di produzioni locali e indipendenti“. Il tutto si inserisce in un contesto in cui Taiwan sta provando a far sentire la sua voce con maggiore forza sul fronte internazionale e si punta a progetti “strategici” come Zero Day, la prima serie televisiva che affronta nel dettaglio il tema di una possibile guerra con Pechino. Il progetto ha ricevuto finanziamenti sia pubblici sia privati, con il coinvolgimento del controverso ex magnate dei chip Robert Tsao.
Fonte : Wired