Cosa succede ora ai 14 miliardi legati alla criptovaluta di Telegram?

L’arresto di Pavel Durov sta avendo strascichi anche sul mercato delle cripto. Soprattutto nel settore del venture capital che investe in asset digitali, visto che molti fondi avevano acquistato negli anni token di una criptovaluta legata a Telegram, Toncoin.

Secondo quanto riporta Bloomberg, Pantera Capital Management, Animoca Brands e Mirana Ventures sono tra le più di una dozzina di aziende che hanno investito in Toncoin, la cui blockchain viene utilizzata su Telegram per gestire ad esempio i pagamenti istantanei. Pantera, uno dei più grandi fondi di capitali di rischio per le criptovalute, ha investito più di 100 milioni di dollari in Toncoin all’inizio di quest’anno, come ha dichiarato una persona a conoscenza della questione.

Il crollo di Toncoin dopo l’arresto di Durov

Il fatto che fondi di venture capital di primo livello abbiano investito nella criptovaluta di Durov non deve sorprendere. Telegram ha (aveva?) in programma di diventare una superapp sul modello di WeChat, l’app cinese che ha integrato in sé pagamenti, ecommerce, comunicazione e gestione delle community. Un po’ il programma che Elon Musk ha per X.com. E Telegram ha 900 milioni di utenti, forse già un miliardo.

Ma Toncoin è crollato di circa il 20% dopo il fermo di Durov fuori Parigi il 24 agosto, prima di ridurre in parte le perdite. Il valore totale bloccato su TON (il codice della cripto su Coin Market Cap) è sceso a 573 milioni di dollari. Mentre la sua capitalizzazione è ora a 12 miliardi di euro, 14 di dollari. È al momento l’ottava criptovaluta più capitalizzata al mondo. Le conseguenze sul suo valore sono difficili da calcolare.

Durov e il legame col mondo delle cripto. Il ruolo di Juli Vavilova

Inoltre la vicenda dell’arresto di Durov ha un altro legame – tuttora poco chiaro – con il mondo delle criptovalute. All’aeroporto di Le Bourget al momento dell’arresto, nel suo jet privato, c’era una donna identificata come Juli Vavilova. Investitrice russa in criptovalute. Streamer, gamer, seguitissima su Instagram e attuale fidanzata di Durov. Di Vavilova non si hanno più notizie da quando Durov è stato arrestato sui gradini del suo jet privato Embraer Legacy 600. Come al solito sui social sono circolate teorie del complotto sulla ragazza dopo l’arresto del ceo di Telegram.

Un’ipotesi ha suggerito ad esempio che Vavilova fosse un’agente del Mossad e che abbia svolto il ruolo di esca’ per favorire la sua cattura. Altre teorie indicano che lei stessa fosse sotto sorveglianza del Mossad e che i suoi frequenti post sui social media che la mostravano negli stessi luoghi di Durov abbiano portato all’arresto del miliardario. Tutte ipotesi. Nulla di concreto al momento. E comunque difficile stabilire legami tra Vavilova e la cripto di Durov.

I guai di Durov in Europa. Indaga anche Bruxelles

Ad ogni modo la detenzione di Durov, accusato di non aver fatto abbastanza per combattere traffico di droga, pedopornografia e altri generi di reati commessi quotidianamente su Telegram, ha messo a nudo i rischi di questa criptovaluta. E dei progetti stessi di Durov. Mercoledì Durov è stato accusato di complicità nella diffusione di immagini sessuali di bambini e di altri crimini, tra cui il traffico di droga sull’applicazione.

In una dichiarazione di domenica, Telegram ha affermato di rispettare le leggi europee. Intanto però l’Europa ha avviato un’indagine su Telegram per possibile violazione del Digital Single Market: in particolare ci sarebbero da verificare gli utenti europei di Telegram: 42 milioni, secondo la società. Ma i numeri potrebbero essere stati ridotti di proposito per evitare di sottostare alle regole delle grandi piattaforme, è il sospetto del regolatore di Bruxelles. La soglia per rispettare la norma europea infatti è fissata a 45 milioni di utenti.

I timori degli investitori. Molti con l’obbligo di tenere Toncoin almeno un anno

Intanto Toncoin resta in territorio negativo. “La maggior parte degli investitori pensava che l’applicazione stessa avrebbe favorito e promosso, o perlomeno insinuato, l’adozione della rete Toncoin, per questo ci hanno investito”, ha dichiarato a Bloomberg Lasse Clausen, socio fondatore della società di venture capital 1kx. “Il valore totale bloccato (quanto valore è nella blockchain in un determinato momento, circa un miliardo nel caso di Telegram, ndr) è un indicatore di quanto una blockchain venga utilizzata per il suo scopo dichiarato, che si tratti di gioco o di applicazioni di finanza decentralizzata.

Gli investitori di capitale di rischio che hanno investito in Toncoin – spesso con l’accordo di non vendere per almeno un anno – stanno ora cercando di valutare se la mossa della Francia contro Durov potrebbe causare la fuga degli utenti da Telegram”. Il dubbio non solo se Telegram avrà ancora vita. Ma se la stessa sorte può toccare la sua critpo.

Fonte : Repubblica