Oggi che tutto è tracciabile, che abbiamo più follower che idee, che la libertà di stampa è quotidianamente assediata che sia la censura la nuova forma di ribellione? Assolutamente sì se come dice don Claudio Burgio, fondatore della comunità Kairos, “più che una educazione verticale, dall’alto verso il basso, qui è proprio necessaria, un’educazione circolare. Viviamo insieme, ci aiutiamo a crescere”. Queste parole le ho lette in Testi Espliciti – Nuovi Stili di Censura Vol. 1 (Mondadori, 30 euro) curato da Paola Zukar, manager di artisti soprattutto rapper, e Claudio Cabona, giornalista. Il volume ha il respiro e l’incedere di una fanzine e, come fosse un disco, è popolato da molti feat, ovvero da molte e variegate interviste. I due curatori si sono divertiti a provocare Marracash, Zerocalcare, Bello Figo, Emory Douglas, Fabri Fibra, Filippo Giardina, Don Claudio, Baby Gang, Gué, Gian Gaetano Bellavia, Milena Gabanelli, Homyatol, Madame, Gherardo Colombo, Cecilia Sala, Riko De Ville, Jorit e Massimo Pericolo. Il consiglio che vi passo, prima di avviare la lettura, è di andare a centro libro dove, su carta rigida viene censurata la Costituzione Italiana: intere parti vengono cancellate da strati di pittura bianca lasciando solo pochi frammenti visibili. Come fosse un papiro. Frammenti per una possibile interpretazione ma insufficienti per la comprensione.
LA MUSICA PUO’ CAMBIARE LA GENTE E QUINDI IL MONDO?
Quello della Costituzione è un tema molto sentito. Infatti nella sua introduzione Paola Zukar scrive che contiene tutto quello che ci serve, ovvero libertà, scuola, lavoro, politica, ambiente, uguaglianza…, ma “ormai sembra quasi soltanto teoria perché tutto sta cambiando, di nuovo”. A intrigare, di Testi Espliciti, è che non ha una sequenza logica, ma può essere aperto a caso e letto in ordine sparso. La questione è cosa si ottiene. La dreamer Zukar che crede, come recita la sua mini-biografia, che la musica possa cambiare le persone e dunque il mondo riuscirà, insieme a Cabona, a regalarci un sogno? Io credo di sì anche se talvolta i sogni passano attraverso l’indignazione e un senso di impotenza. Fabri Fibra, quando si parla dell’artista adulato perché canta contro il cambiamento climatico e dell’attivista che per la stessa motivazione viene insultato, sottolinea che “in fondo nessuno dei due ottiene niente. La forma di protesta che è tollerata da tutti quanti è la canzoncina innocua e inutile che non rompe i cog***ni”. Ogni intervista smonta e rimonta in modo nuovo pensieri e Costituzione: si creano ambiguità? “Non vedo l’ora che qualcuno mi fraintenda o si senta toccato, a volte magari anche offeso. Sarà una occasione di dibattito e io ne sarò felice”, commenta Madame. E speriamo avvenga, altrimenti non solo Baby Gang, ma l’intera umanità continuerà a crescere “dove Dio non manda gli angeli”.
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Fonte : Sky Tg24