Ci sono pipistrelli che aiutano gli agricoltori a cacciare dai campi insetti nocivi e cinciallegre che eliminano zanzare e altri animali che rendono “pungente” l’aria di città. Non si tratta di favole ecologiste, è tutto vero, ci sono le prove. Quelle del dna. In entrambi i casi, si nascondono negli escrementi delle creature protagoniste e occorre raccoglierli con pazienza, uno per uno, per studiare le note sequenze di lettere che ne “raccontano” i tipi di molecole contenute. “Leggere le deiezioni animali” può essere a volte l’unico modo per scoprire connessioni impensabili tra specie che convivono nello stesso territorio ma sembrano ignorarsi a vicenda. Sono spesso invisibili anche all’occhio nudo più attento, ma non ai “ricercatori dì biodiversità”. .
Pipistrelli e campi
Il caso meno ovvio, il più indigesto dalla gran parte dell’opinione pubblica, è quello di due rari chirotteri, due pipistrelli: il barbastello e l’orecchione bruno. Nella Lista Rossa del WWF Italia sono tra le specie “in pericolo”, il primo ad altissimo rischio di estinzione, il secondo come prossimo alla minaccia.
Siamo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e qui i ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Milano Bicocca, assieme al CNR hanno studiato le diete di questi due animali, per capire come impattano sull’ambiente in cui abitano, e dintorni. Li hanno inviati a soggiornare in borse di cotone, giusto il tempo di raccoglierne gli escrementi, e hanno scoperto di cosa vanno più ghiotti identificando con la tecnica del DNA barcoding gli organismi ingeriti e poi “naturalmente espulsi”.
Hanno trovato una insospettabile grande quantità di insetti nocivi: rappresentano quasi l’85% del totale di specie presenti nel loro menu. Inevitabile, a questo punto, ammettere il ruolo fondamentale giocato da questi due pipistrelli nella salute delle aree forestali in cui abitano. In fondo, non fanno che contribuire alla qualità di vita del proprio habitat, un gesto non molto sorprendente e nemmeno particolarmente altruista e da ammirare.
Più curioso e interessante, per i ricercatori, è stato notare che molti degli insetti ingeriti sono nocivi anche per le aree agricole circostanti. Lepidotteri e ditteri, per esempio, nemici storici degli agricoltori, ma anche specie nocive emergenti, in particolare quella nota ligeide della colza, autrice di sempre più danni in campo agricolo.
Fonte : Wired