Cos’è la fotografia, vista dal telefono che ha cambiato per sempre la fotografia

Dice la Treccani che la fotografia è “il procedimento che permette di ottenere, per mezzo di un apparecchio chiamato macchina fotografica o di altri apparecchi che hanno la stessa funzione, l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni” e anche (in senso figurato) che “la fotografia può essere una descrizione viva ed efficace di un avvenimento o di una persona”. Anche di un avvenimento o di una persona che non sono reali, aggiungiamo noi dopo avere visto quello che è in grado di fare il nuovo smartphone Pixel 9 di Google.

Stando alla definizione, nessuna delle immagini che si vedono in questa pagina è una fotografia, perché nessuna rappresenta o riproduce qualcosa che sia avvenuto davvero: non c’era un drago sputafuoco che volava nel cielo di Genova, una tempesta di fulmini sulla Lanterna, un giardino fiorito intorno alla fontana di piazza De Ferrari, un allagamento o una voragine in mezzo alla strada. E l’autore di questo pezzo non si è messo a parlare con se stesso. Men che meno con se stesso e con un pinguino. E però, quasi tutte le immagini che si vedono in questa pagina potrebbero essere scambiate per una fotografia e soprattutto in certi contesti potrebbero essere prese per vere. Sui social network, per esempio. O in una chat.

Intorno alla fontana di piazza De Ferrari, nel centro di Genova, non c'è un prato fiorito. Ma con il Google Pixel 9 lo si può avere

Che cosa può fare il Pixel 9

Il dibattito su che cosa sia una fotografia e la discussione per capire se le foto scattate dai moderni smartphone siano davvero foto, non è una novità di adesso: se ne parla almeno dal 2019 (quelle dello Huawei P30 erano troppo belle per essere vere) e poi ancora da inizio 2023, con le polemiche su come alcuni telefoni Samsung fotograferebbero la Luna. C’entrano l’intelligenza artificiale e la cosiddetta fotografia computazionale, ma qui siamo su tutto un altro livello: quello che possono fare i nuovi Pixel 9, 9 Pro e 9 Pro XL di Google è una cosa che non si era mai vista prima. E che avviene con una facilità che non si era mai vista prima.

Già da ottobre 2022, con l’arrivo di Gomma Magica, i Pixel della generazione 7 avevano cambiato totalmente l’approccio alla fotografia: quando si era davanti a una scena che si vuole immortalare, un monumento, una piazza, un paesaggio, non ci si doveva più preoccupare del fatto che ci fossero persone davanti, in mezzo fra noi e l’oggetto della nostra attenzione. Non era più necessario aspettare che gli altri si togliessero, perché li si poteva poi togliere dopo. Con Gomma Magica, appunto. Nell’ultimo paio d’anni lo strumento è stato ulteriormente affinato: adesso riconosce da solo quello che c’è da eliminare da uno scatto, può cambiare l’illuminazione del cielo e anche spostare elementi della scena. C’è un’auto sul lato destro della strada che abbiamo fotografato e la vorremmo sul lato sinistro? La si può spostare. Sulla spiaggia c’è un ombrellone sullo sfondo che invece vorremmo in primo piano? Lo si può spostare. La persona che compare nella foto è troppo lontana? La si può spostare, ingrandire, ruotare e avvicinare all’obiettivo. Tutto in pochi clic e pochi secondi, tutto alla portata di tutti.

Erano i primi passi verso fotografie che non sono davvero fotografie, in un percorso che con i Pixel 9 ha beneficiato di un’improvvisa accelerazione. Soprattutto con due funzionalità sinora mai viste. La prima è Aggiungimi (l’abbiamo spiegata qui), che sostanzialmente permette di inserire in una foto anche la persona che l’ha scattata, partendo da due immagini e poi generandone una terza che le combina con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. E chiaramente, con un po’ di fantasia, consente di dare vita a (non) foto come alcune di quelle che si vedono qui, con una persona che parla con se stessa.

Forse ancora più sorprendente è Ricrea: in inglese è Reimagine, che rende meglio l’idea di quello che permette di fare. Si parte da un’immagine esistente, qualsiasi immagine, anche vecchia di 10 anni, se ne seleziona una parte (il cielo, una strada, un palazzo, qualcosa sullo sfondo, il pavimento e così via) e poi la si ricrea come qualcos’altro. La si reimmagina come un drago, un fiume, un vulcano, un prato, una buca. Lo si fa attraverso un prompt di testo, esattamente come quelli che si usano con le IA generative per creare immagini da zero. Anche in questo caso, le (non) foto che ne escono sono decisamente credibili e molte potrebbero ingannare anche un occhio esperto.

Un aspetto interessante è che le due nuove funzionalità sono in qualche modo combinabili fra loro: Ricrea non permette di inserire persone in una foto, ma una volta che lo si è fatto con Aggiungimi, si può poi usare Ricrea per mettere più o meno qualsiasi cosa nell’immagine. Non si possono ricreare persone dentro a una foto, ma si possono aggiungere cose a una foto in cui ci sono persone. Ed è così che è stata fatta la (non) foto con il pinguino e la stessa persona due volte. In un paio di minuti, più o meno.

Una strada allagata sulle alture di Moneglia, nel Levante della Liguria, nella foto reimmaginata dal Google Pixel 9
Una buca sull'asfalto che nel mondo reale non c'è
Tempesta di fulmini su Genova nella (non) foto reimmaginata dal Google Pixel 9
Il drago che vola su Genova è forse la (non) foto che ci è venuta peggio fra quelle ritoccate con il Google Pixel 9

Che cosa possono fare le IA

Come accennato, questa è solo l’ultima tappa di un percorso iniziato anni fa e di cui le persone si sono improvvisamente rese conto solo fra metà e fine 2022, quando sono arrivate le IA generative con la loro capacità di creare immagini da una frase. Non foto, perché non rappresenta nulla della realtà, ma spesso trattate e accettate come tali. In un intervallo di tempo relativamente breve, la situazione ci è totalmente sfuggita di mano, con queste immagini usate per scopi malevoli, dalle truffe ai deepfake per diffondere disinformazione, e adesso appunto con gli smartphone in grado di amplificare ulteriormente queste possibilità. Si può creare con l’IA un’immagine falsa ma perfetta che ritragga qualcuno (un politico, una cantante, una ex fidanzata) e poi modificarla ulteriormente a proprio piacimento con Ricrea. Creare un falso al quadrato che sarebbe davvero, davvero difficile da scoprire.

E tutto questo non acquistando costosi software di fotoritocco, passando mesi a studiarli e imparando le varie funzioni e poi lavorando per giorni con mouse, tavoletta grafica e schermo 8K. No, tutto questo in poche decine di secondi con uno smartphone che chiunque può comprare ovunque. Questo non è Photoshop e questo è il punto fondamentale della questione, come ben hanno fatto notare i colleghi di The Verge: non è che il Pixel 9 ha abbassato la barriera d’ingresso, l’ha proprio spazzata via. Non esiste più, perché questi falsi sono alla portata di tutti.

È vero che ci sono segnali, watermark, software e informazioni nascoste che dovrebbero permettere di distinguere una foto vera da un’immagine elaborata ma anche è vero che non c’è uno standard univoco e che non tutti li usano: le immagini ritoccate che escono da un Pixel 9 non sono marchiate in alcun modo come Fatte con IA; a livello di metadati vengono riconosciute come “ricomposte” ma per un utente inesperto non è facile accorgersene. Peggio ancora: tutto questo discorso nemmeno sfiora la questione dei video, che grazie alle IA stanno andando nella stessa, identica direzione. E quando anche i video falsi saranno indistinguibili da quelli veri, allora sarà decisamente un problema. E sarà un problema per tutti.

La risposta di Google

Per evitare fraintendimenti, chiariamo una cosa: è ovvio che il problema non è lo strumento in sé. Il problema non è mai lo strumento, ma l’uso che se ne fa: il problema non è avere la possibilità di giocare con le foto usando l’intelligenza artificiale ma chi usa l’IA non per giocare ma per commettere crimini o dare forza e sostanza ai propri inganni. Google dice che “Pixel Studio (l’app per generare immagini con l’IA, non ancora accessibile in Italia, ndr) e Gomma Magica sono strumenti utili pensati per liberare la creatività con la generazione di testo in immagini e il fotoritocco avanzato sui dispositivi Pixel 9” e che “progettiamo i nostri strumenti di intelligenza artificiale generativa per rispettare le intenzioni delle richieste dell’utente”.

L’azienda è però consapevole che “questo potrebbe portare alla creazione di contenuti potenzialmente offensivi se richiesto. Ciò non significa che tutto sia accettabile: abbiamo norme e Termini di servizio chiari (sono questi, ndr) sui tipi di contenuti consentiti e non consentiti e poniamo limiti per prevenire gli abusi”. Nonostante questo, alcuni “prompt possono mettere in discussione i limiti di questi strumenti” e “per questo continuiamo a impegnarci per migliorare e perfezionare le misure di salvaguardia che abbiamo in atto”. Che però al momento non sembrano pienamente sufficienti, ed è questo il vero problema.

@capoema

Fonte : Repubblica