I direttori della testata (già costretta alla chiusura come l’Apple Daily) Chung Pui-kuen e Patrick Lam rischiano fino a due anni di carcere nel verdetto atteso entro settembre. La sentenza rischia di avere ulteriori profonde implicazioni sulla libertà di stampa a Hong Kong. Per il capo della polizia è la prova della “necessità e legalità” delle repressioni contro attivisti e voci critiche. Reporters sans Frontières: 28 i giornalisti perseguiti dal 2020.
Hong Kong (AsiaNews) – Il tribunale di Hong Kong ha condannato per pubblicazione di “materiale sedizioso” Chung Pui-kuen e Patrick Lam, due direttori del giornale pro-democrazia Stand News, già costretta alla chiusura come il quotidiano pro-democrazia Apple Daily fondato da Jimmy Lai, anche lui per questo in carcere dal 2020. Entrambi rischiano fino a due anni di galera nel primo processo per un simile reato a carico di rappresentanti dell’informazione dal passaggio di poteri alla Cina nell’ex governatorato britannico nel 1997. Un verdetto giunto ieri e criticato con forza da movimenti pro diritti e libertà, con gli attivisti di Reporters sans Frontières (Rsf) che si appellano alle autorità locali (e centrali a Pechino) perché “interrompano la loro nefasta campagna contro la libertà di stampa”.
In una dichiarazione scritta, il giudice del tribunale distrettuale Kwok Wai-kin ha detto che Stand News era diventato un “pericolo per la sicurezza nazionale”. La linea editoriale del giornale sosteneva “l’autonomia locale di Hong Kong” ha aggiunto il magistrato, definendo l’organo di stampa “uno strumento per diffamare le autorità centrali [a Pechino] e il governo locale”.
I due giornalisti sono stati accusati ai sensi di una legge sulla sedizione dell’era coloniale – che fino a poco tempo fa era stata raramente utilizzata dai pubblici ministeri – e non, come avvenuto negli ultimi tempi, in base alla controversa Legge sulla sicurezza nazionale (Lsn). Il verdetto finale, con l’ammontare della condanna, dovrebbe giungere entro settembre.
Stand News era tra i pochi giornali on-line di recente formazione che hanno guadagnato importanza e autorevolezza, in particolare durante le proteste pro-democrazia del 2019. Tuttavia, dall’introduzione della norma voluta da Pechino e ispirata all’omologa cinese diversi media hanno dovuto chiudere i battenti. Secondo i critici la legge riduce l’autonomia giudiziaria della Regione amministrativa speciale (Ras) e ha reso più facile punire manifestanti e attivisti.
Fra le ultime pubblicazioni filo-democratiche a chiudere nel dicembre 2021, il giornale ha chiuso i battenti dopo l’irruzione di oltre 200 agenti di polizia che hanno arrestato sette dipendenti, accusandoli di “cospirazione” con “pubblicazioni sedizione”. L’attuale leader di Hong Kong John Lee all’epoca aveva sostenuto l’operazione di polizia, definendo le persone fermate “elementi malvagi che danneggiano la libertà di stampa”. Il caso ha attirato il controllo internazionale e la condanna da parte dei paesi occidentali.
Fra le prime voci a commento della condanna vi è quella di Steve Li, sovrintendente capo del Dipartimento di sicurezza nazionale della polizia, secondo cui esso è la prova della “necessità e legalità” degli arresti compiuti tre anni fa. Parlando con i cronisti all’esterno del tribunale, l’alto ufficiale ha ricordato le critiche al momento del fermo nel dicembre 2021: “Oggi, il verdetto del giudice… ha chiaramente illustrato la necessità e la legalità” dell’azione “intrapresa quel giorno”.
Nella classifica globale della libertà di stampa pubblicata annualmente da Reporters sans Frontieres, Hong Kong si è classificata al 18° posto su 180 paesi e territori nel 2002, ma è scesa al 148° posto nel 2022. La classifica della città è ora di 135, tra le Filippine e il Sud Sudan. Da un rapporto sull’indice di libertà di stampa pubblicato solo una settimana prima del verdetto di Stand News pubblicato dall’Associazione dei giornalisti di Hong Kong è emerso che la libertà di stampa in città è scesa al suo punto più basso dall’inizio dell’indagine 11 anni fa. Più della metà dei 251 giornalisti che hanno risposto al sondaggio ha affermato che la libertà di stampa è diminuita nell’ultimo anno e oltre il 90% degli intervistati ha affermato che le condizioni sono diminuite complessivamente per il quinto anno consecutivo. Rsf ritiene che almeno 28 giornalisti siano stati perseguiti ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale del 2020 e diversi quotidiani e settimanali indipendenti, fra i quali l’Apple Daily, sono stati chiusi.
Fonte : Asia