AGI – Trenta giorni dopo l’omicidio di Sharon Verzeni arriva la svolta. Nella notte i carabinieri di Bergamo hanno fermato Moussa Sangare, 31 enne cittadino italiano di origini maliane che ha reso “piena confessione”. L’umo, disoccupato, è stato identificandolo nel soggetto ripreso dai sistemi di video sorveglianza mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio in via Castegnate.
Omicidio senza movente
Il presunto assassino di Sharon l’avrebbe ammazzata in un’azione estemporanea senza apparentemente motivi. L’aggressione non sarebbe quindi collegata a un tentativo di rapina o ad un altro motivo. La vittima è stata “scelta a caso”. “Era al posto sbagliato nel momento sbagliato” ha spiegato in conferenza stampa la procuratrice Maria Cristina Rota.
L’omicida ha minacciato prima 2 ragazzini
Prima di aggredire e uccidere Sharon, Moussa Sangare avrebbe minacciato e puntato un coltello contro due ragazzini. Ha riferito la procuratrice invitando i due minorenni di eta’ apparente tra i 15 e i 16 anni a presentarsi dai carabinieri per fornire la loro testimonianza.
Trovata l’arma del delitto
Su indicazione dello stesso Sangare è stato ritrovato li coltello, arma del delitto, nel fiume Adda.
Fonte : Agi