La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un’immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell’accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.
Pubblichiamo di seguito la lunga lettera che ci ha scritto una ragazza toscana di 36 anni a proposito della sua esperienza nel mondo del lavoro, nello specifico in quello della ristorazione, cominciata quando era poco meno che maggiorenne.
La lettera a Fanpage.it
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Ho 36 anni e lavoro da quando ne avevo 17. Ho frequentato l’alberghiero con un corso di formazione obbligatoria di 2 anni. Il mio primo posto di lavoro assicurato è stato a 18 anni, dove svolgevo il compito di aiuto cuoco. Lavoravo dalle 14/16 ore al giorno, 6 giorni su 7, per una paga di 200 euro a settimana. Il titolare, nonché capo cuoco, ha abusato di me sia sul posto di lavoro che fuori, proponendomi del lavoro al di fuori dell’azienda di famiglia e con ingenuità ho accettato. Ho continuato a lavorare lì nonostante mia madre sapesse.
Per la mole di lavoro una sera mi addormentai sul motorino e faci un incidente, dove colpii violentemente la testa sull’asfalto e fui ricoverata in ospedale. Avevo problemi ad abbassare la testa e a tenerla chinata, ma nonostante questo fui spinta sempre da mia madre a continuare a lavorare, portandomi anche allo svenimento mentre lavoravo. Decisi di lasciare dopo un mese ma non fu facile.
Di lì il mondo del lavoro si è aperto e non è mai più cambiato. Ho operato in questo settore su molti fronti, come cameriera, come barista, commessa al banco gastronomico, pasticceria, forno, ma soprattutto in cucina, che è il mio settore. Ma nessuno, e dico nessuno, in 19 anni mi ha fatto un contratto regolare, con ferie e contributi versati. Su 19 anni avrò di contributi 5 anni e sinceramente me ne vergogno.
Vivo da sola dall’età di 17 anni e sopravvivo con fatica e umiliazione. Sono sola, dalla famiglia non ho aiuti e nonostante tutto ho sempre cercato di essere regolare con le tasse ma è difficile. Vorrei riuscire a pagare i miei insoluti ma con una busta paga di 800 euro al mese non mi vengono detratti dallo stipendio le rate per pagare. Ovviamente, non ho mai potuto prendere un piccolo finanziamento, neanche di 2000 euro, perché pagando affitto e il resto le banche ti chiudono le porte. Ogni datore di lavoro ti propone dai 1300 euro ai 1600 euro al mese ma la busta è sempre di 800€/900€ con le ore ovviamente dimezzate. Per questo mi ritrovo così pochi contributi.
In questo settore lavori 12/13 ore al giorno e durante i periodi buoni pretendono anche che tu non abbia giorni di festa. Sennò non lavori, e se non acconsenti non mangi. Se provi a fare una vertenza vieni etichettata e le aziende vicine ti chiudono le porte perché pretendi dei diritti. Nella mia zona, soprattutto le aziende di ristorazione si aiutano a vicenda passandosi la voce su chi ha fatto vertenza, sui controlli della finanza ecc. Proteggendosi a vicenda. Basta una telefonata e se sei fuori. E soprattutto voglio dire che non solo bisogna stare zitti e lavorare senza pretendere diritti contrattuali ma si subisce molestie, mobbing e discriminazioni da parte dei datori. Per lo meno per me è sempre stato così.
Nel mio curriculum ci sono molti posti di lavoro che ho frequentato e tanti si chiedono il perché. Il motivo è che cerco un lavoro dove io possa avere una dignità come persona. Dove io possa crescere nel mio settore, lavorativamente parlando e soprattutto economicamente. Ci vogliono più controlli a tappeto e più serietà da chi la pretende. La zona di cui parlo è la Toscana, zona Montecatini terme – Pistoia. Ci tengo a precisare che il nostro governo non ci aiuta, anzi aiuta chi ha un’azienda allo sfruttamento e porta noi poveri stolti a sopravvivere senza diritti, senza considerarsi persone ma animali.
Fonte : Fanpage