Nuova sortita sui social per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che compare nuovamente in un video, questa volta in compagnia del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Questa volta la premier utilizza i suoi canali per smentire la voce, circolata in queste ore, di un’abolizione dell’assegno unico per le famiglie. “Io e il ministro Giorgetti – esordisce Meloni con un viso sorridente che non maschera però una voce palesemente stizzita – volevamo dire che, poiché leggiamo ogni giorno ricostruzioni di quello che ci sarebbe scritto in una legge di bilancio che dobbiamo ancora cominciare a scrivere, bisogna diffidare di certe ricostruzioni”.
“Darlo anche agli immigrati vuol dire uccidere la misura”
“Oggi – continua la premier – l’ultima notizia sarebbe che saremmo in procinto di abolire l’assegno unico, quell’assegno unico che noi abbiamo aumentato e sul quale stiamo dando battaglia in Europa proprio perché non si creino problemi, visto che la commissione Europea ci dice che dovremmo darlo anche a tutti i lavoratori immigrati che esistono in Italia, il che vuol dire di fatto uccidere l’assegno unico”.
Nel mese di luglio la Commissione ha deferito il nostro Paese alla Corte di Giustizia, sostenendo che i lavoratori stranieri “che contribuiscono allo stesso modo al sistema di sicurezza sociale e pagano le stesse tasse dei lavoratori locali, hanno diritto alle stesse prestazioni di sicurezza sociale”.
Un assunto che in altri Paesi dell’Unione può sembrare scontato ma che in Italia stride con la linea politica dell’attuale esecutivo, che vuole garantire prima di tutto benefici e i servizi agli italiani, mettendo in secondo piano gli stranieri, anche se questi, con il loro lavoro e le tasse che pagano, contribuiscono alle entrate dello Stato. Una limitazione che per la Commissione non è compatibile con il diritto Ue “in quanto costituisce una discriminazione nei confronti dei lavoratori mobili dell’Unione”, visto che “uno dei principi fondamentali dell’Ue è quello della parità di trattamento delle persone, senza distinzioni basate sulla nazionalità”.
Fonte : Today