Sono conosciute come l’animale più letale del mondo. E a buona ragione: si stima che ogni anno siano oltre 700mila i decessi causati da questi insetti in tutti gli angoli del globo. Più di quanti ne uccidano insieme serpenti, scorpioni, lupi, orsi e squali (e più o meno qualunque altro animale pericoloso vi venga in mente). A renderle pericolose non sono artigli, denti aguzzi, o un veleno mortale, ma qualcosa di molto più piccolo e banale, ma altrettanto letale: le malattie che possono trasmettere con le loro punture. Patogeni insidiosi come il virus dengue o il protozoo che causa la malaria, di cui sentiamo sempre più spesso parlare anche alle nostre latitudini, grazie ai cambiamenti climatici che stanno allargando rapidamente l’areale di molte specie di zanzare, e quindi dei loro inquilini microbici. Ecco alcune delle malattie più diffuse e letali che possono essere trasmesse da questi fastidiosi, e pericolosi, insetti (forse l’unico animale di cui la scienza sta valutando seriamente se e come indurre l’estinzione).
West Nile
È una malattia causata da un virus a Rna della famiglia Flaviviridae, il virus West Nile. È stato identificato per la prima volta in Uganda nel 1937, e da allora si è diffuso in molte zone dell’Africa, Medio Oriente, Nord America, Asia ed Europa. In Italia la presenza è confermata sin dal 1998, e dal 2002 è attivo un monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Le epidemie nel nostro paese sono periodiche, legate anche all’andamento climatico.
La malattia è spesso asintomatica, o provoca leggeri sintomi influenzali, ma nelle forme che colpiscono il cervello, dette neuroinvasive, può causare febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, paralisi e coma, e arrivare a risultare letale. Quest’anno i casi segnalati in Italia da maggio sono 171, 101 dei quali presentavano manifestazioni neuroinvasive. E sei i decessi in persone con un’infezione confermata di West Nile. Il serbatoio naturale del virus sono uccelli e altri animali selvatici (ma può colpire anche animali domestici o di allevamento, come cani, gatti e cavalli), mentre il vettore sono principalmente le zanzare comuni, cioè quelle appartenenti al genere Culex.
Usutu
La malattia è causata da un flavivirus, simile a quello che provoca la malattia di West Nile. È spesso asintomatica, ma può provocare febbre e rush cutanei, e rivelarsi pericolosa, soprattutto in persone immunocompromesse, colpendo il cervello e provocando encefaliti e meningoecefaliti. Il virus è un sorvegliato speciale per via dei rischi che potrebbe causare in caso di mutazioni che ne migliorino le capacità invettive o la letalità, ma per ora i casi segnalati nell’uomo rimangono relativamente pochi. In Europa provoca epidemie periodiche negli uccelli selvatici almeno dal 1996, a cui solitamente fanno seguito un numero contenuto di infezioni umane. In questi giorni se ne è parlato per via di una zanzara positiva catturata nella zona di Macerata, nell’ambito del programma nazionale di monitoraggio di questo virus. Ma da maggio ad oggi è stato segnalato un unico caso di infezione umana, nella provincia di Modena. Come per il West Nile, il vettore del virus Usutu sono le zanzare del genere Culex.
Encefalite equina dell’est
Un altro virus che ha fatto parlare di sé in questi giorni è quello dell’encefalite equina dell’est, un patogeno identificato per la prima volta nei cavalli nel 1830 (da qui il nome), che può infettare però diverse specie di mammiferi, uomo compreso. Solitamente l’infezione è asintomatica, ma in circa un 30% dei casi può dare vita a encefaliti che risultano spesso fatali, e possono lasciare pesanti strascichi di salute anche in seguito alla guarigione. La malattia è endemica lungo le coste orientali degli Stati Uniti, e di recente un’infezione umana è stata segnalata nella cittadina di Oxford, a Sud Ovest di Boston in Massachussets, spingendo le autorità a imporre un coprifuoco serale per la popolazione.
Dengue
È una malattia trasmessa da quattro virus strettamente imparentati (Den 1, 2, 3 d 4) della famiglia Flaviviridae. Viene trasmessa dalle zanzare, principalmente la specie Aedes aegypti, dopo aver morso un altro essere umano infetto. La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è diffusa principalmente nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni ha però iniziato a far registrare casi anche in Europa e in altre regioni più settentrionali, principalmente in persone che tornano da un viaggio nelle aree in cui la malattia è endemica.
La malattia provoca febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate, a cui si accompagnano mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire dopo 3-4 giorni. Più raramente, la malattia può presentarsi sotto forma di febbre emorragica, causando emorragie in diverse parti dell’organismo che possono risultare anche mortali. Quest’anno in Italia sono stati registrati 324 casi di dengue, tutti di importazione. Il timore però è che in futuro i cambiamenti del clima possano rendere anche il nostro territorio adatto alla trasmissione del virus, e trasformarla quindi in una malattia endemica. Fortunatamente, contro questi virus è disponibile un vaccino, che è consigliato fare a tutti i viaggiatori che desiderino recarsi in aree in cui è presente una trasmissione sostenuta.
Malaria
La malaria è una malattia che conosciamo bene dalle nostre parti, visto che è stata endemica in diverse zone d’Italia fino a qualche decennio fa. È provocata da protozoi appartenenti al genere Plasmodium, e viene trasmessa all’uomo dalla puntura delle zanzare del genere Anopheles. I sintomi solitamente consistono in febbre, spesso molto alta, mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi scuotenti, tutti sintomi, almeno inizialmente, comuni a una qualsiasi sindrome influenzale o ad altre infezioni. La gravità può dipendere dalla specie di Plasmodium che causa l’infezione e dallo stato di salute generale del paziente, e la malattia può risultare letale, anche se oggi esistono diverse terapie estremamente efficaci. Oggi è diffusa principalmente nei paesi delle zone tropicali e sub tropicali, in particolare in Africa dove attualmente si concentrano infezioni e decessi.
Zika
Ancora una malattia provocata da un Flavivirus. Il vettore è solitamente Aedes albopictus, ovvero la zanzara tigre, diffusa anche in Italia. È diffusa principalmente in alcune aree del continente africano, nel Sud Est asiatico e in Sud America. Nell’80% dei casi, e più, l’infezione è asintomatica, e quando i sintomi compaiono sono quelli di una normale influenza. A renderla subdola però è il fatto che la malattia sembra aumentare il rischio di sviluppare alcune neuropatie periferiche come sindrome di Guillain-Barré e la poliradicolonevrite acuta, sostenute da meccanismi autoimmuni. E perché, come emerso nel corso di un’epidemia brasiliana nel 2016, è causa di un disturbo drammatico: un aumento di incidenza di idrocefalia nei figli nati da donne che contraggono il virus in gravidanza. I casi di infezione confermata in Italia nel 2024 sono stati 4, tutti in persone tornate da viaggi nelle aree in cui il virus è endemico.
Chikungunya
Identificato per la prima volta in Tanzania, nel 1952, il virus Chikungunya è oggi diffuso in oltre 60 paesi in Asia, Africa, Europa e nelle Americhe. In Italia la diffusione è dovuta alla zanzara tigre, e nel 2024 sono stati registrati 8 casi. I sintomi sono febbre, dolori articolari lancinanti, dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Solitamente il decorso è benigno, ma in alcuni casi il dolore alle articolazioni può protrarsi per mesi.
Febbre gialla
È una malattia acuta causata da un virus della famniglia Flaviviridae. I sintomi includono febbre, brividi, inappetenza, nausea, dolori muscolari, particolarmente irradiati al dorso, e cefalea. Tendono a migliorare dopo circa cinque giorni, ma in una minoranza di casi si ripresentano, con febbre, dolore addominale e danni al fegato, che causano ittero (da qui il nome, visto che i pazienti assumono un colorito giallognolo) e possono provocare emorragie e insufficienza renale. In queste forme gravi, la malattia risulta mortale in un 30-60% dei casi, e non esistono ad oggi terapie efficaci. La malattia è presente nell’Africa centrale e nelle aree settentrionali del Sud America.
Fonte : Today