La polemica per la “classe ghetto” per soli italiani e migranti

Chissà se i sostenitori di proposte discutibili come le classi per soli stranieri si ricrederanno dopo la decisione della scuola elementare di lingua tedesca Goethe, che non si trova a Berlino ma nel centro storico di Bolzano, che da quest’anno ha deciso di introdurre per la prima volta una prima classe formata esclusivamente da bambini “non tedeschi”, ovvero italiani e migranti. In città c”è chi la chiama “classe speciale”, ma in molti contestano l’iniziativa definendola “classe ghetto”.

L’ex sindaco Spagnolli: “Spero che almeno possano entrare dallo stesso ingresso”

“Come al solito la Svp e i Freiheitlichen si pongono l’obiettivo esclusivo del vantaggio dei bambini di lingua tedesca e degli altri chissenefrega”, spiega il senatore Luigi Spagnolli, ex sindaco di Bolzano e  vicepresidente vicario del Gruppo Aut (Svp-Patt, Cb), che poi ironizza: “Spero almeno che tutti i bambini facciano la pausa insieme e che entrino dallo stesso ingresso”. Durissima l’Anpi Alto Adige: “Alla legittima scelta compiuta da alcune famiglie per acquisire sapere, conoscenze, inclusione e comunità, non si reagisce con anacronistiche ‘classi ghetto’, anticamera di più gravi fallimenti ed espulsioni di fatto”, scrive in un comunicato.

Le critiche, però, arrivano anche dalla maggioranza, con Fratelli d’Italia che utilizza il termine “classe ghetto” e contesta la decisione: “Mi chiedo cosa sarebbe successo se una proposta simile fosse venuta da me o dal mio partito. Siamo di fronte a una decisione che desta profonde preoccupazioni”, spiega Marco Galateo, meloniano e vice presidente della Provincia, che attacca: “Questa iniziativa appare in aperto contrasto con il dettato costituzionale, che garantisce il diritto all’istruzione e promuove l’inclusione e anche dal programma di governo provinciale”.

Le divisioni nella Svp, Steger: “L’unica scuola che non crea svantaggio ai bambini tedeschi”

Divisa la Svp (Südtiroler Volkspartei). “La strada intrapresa dalla scuola Goethe – sostiene il presidente Dieter Steger – è l’unica che non è a svantaggio dei bambini tedeschi. Gli fa eco il segretario Harald Stauder, che spiega: “In alcuni comuni con una forte presenza di migranti, i genitori mandano i figli nei paesi limitrofi oppure in scuole private”. Contrario alla “classe speciale” l’assessore provinciale Philipp Achammer: “L’istituzione di classi speciali, indipendentemente dalla loro natura, non è consentita dalla legge a livello statale e provinciale”, spiega. Per Achammer “Vale quanto scritto nel programma di coalizione, ovvero il sostegno differenziato per lingua e per gruppi negli asili e nelle scuole attraverso l’assegnazione aggiuntiva di personale docente”. La decisione della scuola Goethe trova invece il plauso dei Freiheitlichen: “L’Alto Adige – spiegano – non può permettersi altri anni di vuote promesse e annunci irrealizzabili”.

La preside: “Il 40 per cento degli alunni ha difficoltà linguistiche”

A spiegare le ragioni che hanno spinto l’istituto Goethe-Schule a istituire la nuova classe, la preside  Christina Holzer, che prima di chiudersi in un categorico “no comment” precisa al quotidiano Dolomiten: “In una classe tutti gli alunni partono da zero, nessuno parla infatti tedesco. Devo garantire l’insegnamento, ma non devo neanche perdere di vista i bambini di madrelingua tedesca”. Molti bambini con backround migratorio sono cittadini italiani: “Di 500 alunni – spiega ancora la preside – solo 47 hanno cittadinanza straniera, ma il 40 per cento ha difficoltà linguistiche”. In Alto Adige – va ricordato –  vige il principio dell’insegnamento nella madrelingua. Ci sono infatti scuole tedesche, italiane e in val Gardena e val Badia anche ladine. Sempre più famiglie italiane mandano i loro figli nelle scuole tedesche, nella speranza che apprendano con più facilità la lingua di Goethe, indispensabile per ricevere poi il patentino necessario per lavorare nel pubblico impiego.

Fonte : Today