Salmonella, quali sono i pericoli e come ridurre il rischio di infezione

A causa di una possibile contaminazione microbiologica da salmonella, il Ministero della salute ha in via cautelativa predisposto 28 richiami di uova fresche da allevamento a terra (vendute con diversi marchi). Ecco di cosa si tratta e come tutelarsi.

Cos’è la salmonella?

Come si legge sui canali dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la salmonella è un genere di batteri, presenti in natura in più di 2mila varianti (o sierotipi). I ceppi principali che oggi hanno maggiore rilevanza per l’essere umano e per gli animali da allevamento sono S. enteritidis e S. typhimurium, che sono la causa di infezioni (chiamate salmonellosi) che si manifestano a livello gastroenterico.

I principali serbatoi di infezione sono proprio gli animali e i loro derivati, cioè carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati. Anche le acque non potabili, magari utilizzate per l’agricoltura, possono essere veicolo di infezione.

Quali sono i sintomi della salmonellosi?

Come detto, le salmonelle non tifoidee possono essere responsabili di infezioni nell’essere umano dopo il consumo di alimenti con elevata carica batterica. I sintomi sono generalmente quelli tipici delle gastroenteriti, cioè vomito, diarrea, dolore addominale, nausea e febbre, che compaiono tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione e hanno una durata dai 4 ai 7 giorni. Si possono verificare tuttavia anche forme cliniche più gravi, soprattutto nelle persone fragili come anziani, bambini, immunocompromessi e donne incinte.

Cosa fare in caso di sintomi?

Nella maggior parte dei casi la salmonellosi non richiede il ricovero in ospedale e si risolve spontaneamente. I sintomi sono il modo che il corpo attua per liberarsi dai germi, quindi, a meno di parere diverso del medico, il consiglio è di non cercare di contrastarli, ma di supportare l’organismo mantenendosi idratati e assumendo probiotici e fermenti lattici.
“Nonostante la salmonella sia un’infezione batterica – precisa l’Iss – il ricorso agli antibiotici viene sconsigliato, poiché potrebbe allungare i tempi di persistenza delle salmonelle nelle feci o indurre resistenza. L’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici sono indicati solo nei casi gravi (con sintomi extraintestinali), nei neonati al di sotto dei 3 mesi di età e in soggetti con malattie cronico-degenerative”.

Come si previene?

Come dimostra il ritiro delle uova di questi giorni, ci sono protocolli di sicurezza volti a ridurre il più possibile la contaminazione dei prodotti alimentari lungo la filiera di produzione e distribuzione. In ogni caso è sempre bene rispettare anche a casa comuni norme igieniche, semplici precauzioni sanitarie e di comportamento. Anche perché i cibi contaminati da salmonella, in genere, non presentano alterazioni evidenti nell’aspetto, nell’odore, nel sapore o nella consistenza.

Le salmonelle si eliminano con facilità cuocendo bene gli alimenti, quindi bisogna prediligere il consumo di carne e uova ben cotte e di latte pastorizzato. Le verdure e la frutta devono essere lavate sotto acqua corrente prima di consumarle. Attenzione poi all’uso degli utensili in cucina perché si rischia di portare una eventuale contaminazione da un alimento all’altro. Per esempio, se si utilizza un coltello per preparare della carne prima della cottura, è necessario evitare di impiegare lo stesso strumento per tagliare altri alimenti o la carne dopo la cottura: bisogna cambiare coltello e tagliere oppure igienizzarli correttamente. Da non sottovalutare è anche la corretta igiene delle mani, che vanno lavate prima, durante e dopo la preparazione di ciascun alimento. Importante è anche la conservazione degli alimenti in frigorifero, separando i cibi cotti da quelli crudi.

Fonte : Wired