Vaiolo delle scimmie, la difficile ricerca di un farmaco contro la malattia

Mentre l’mpox, il nome che oggi viene usato per indicare il vaiolo delle scimmie, continua a diffondersi in Africa centrale, un promettente farmaco antivirale per il trattamento dell’infezione non è riuscito a migliorare i sintomi dei pazienti in uno studio condotto nella Repubblica Democratica del Congo, l’epicentro dell’epidemia.

Il tecovirimat, noto anche come tpoxx, non ha alleviato l’eruzione cutanea caratterizzata da vesciche che si manifesta nelle persone affette da mpox. In modo irrituale, il National institute of allergy and infectious diseases (Niaid) degli Stati Uniti, che ha finanziato lo studio, ha annunciato i dati preliminari del trial all’inizio del mese, prima che i risultati completi venissero sottoposti a revisione paritaria e pubblicati su una rivista scientifica.

Lori Dodd, capo della sezione di ricerca e statistica sulle sperimentazioni cliniche del Niaid, ha dichiarato a Wired US che la decisione di condividere i risultati preliminari è stata dettata dall'”urgente necessità di prove scientifiche sull’uso del tecovirimat per il trattamento del vaiolo delle scimmie“, un’urgenza rafforzata dal fatto che il 14 agosto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato l’epidemia di mpox in Africa centrale un’emergenza sanitaria globale per la seconda volta in due anni.

L’emergenza mpox in Africa

I risultati dello studio sono deludenti, soprattutto considerando le difficoltà nel contenimento della malattia in Africa centrale. Dall’inizio dell’anno, 13 paesi del continente hanno registrato un totale di 20.720 casi confermati o sospetti di vaiolo e 582 decessi, stando a un rapporto diffuso il 25 agosto dai Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Lunedì l’Oms ha lanciato un piano strategico di sei mesi per contrastare l’epidemia, che, con un costo stimato in 135 milioni di dollari, prevede il potenziamento degli sforzi di sorveglianza e il miglioramento dell’accesso ai test e ai vaccini. “I focolai di mpox nella Repubblica Democratica del Congo e nei paesi limitrofi possono essere controllati e fermati“, ha dichiarato in un comunicato. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’organizzazione.

Se da una parte esistono vaccini approvati per prevenire l’mpox, non ci sono ancora farmaci comprovati per trattare la malattia. Il tecovirimat è stato approvato dalla Food and drug administration statunitense nel 2018 per il trattamento del vaiolo tradizionale, e nel 2022 sono partite le sperimentazioni per l’utilizzo del farmaco contro l’mpox, nel corso della precedente epidemia globale della malattia. Il farmaco è stato reso disponibile anche negli Stati Uniti per l’mpox attraverso un programma che consente a un medico di curare un paziente con un farmaco sperimentale al di fuori di uno studio clinico. Nel Regno Unito e in Europa, il tpoxx è stato approvato per il trattamento dell’mpox in circostanze eccezionali, senza dati completi sulla sua efficacia.

Lo studio nella Repubblica Democratica del Congo

Lo studio condotto nella Repubblica Democratica del Congo ha reclutato quasi 600 partecipanti, a cui è stato somministrato il tecovirimat o un placebo in modo casuale. Tutti i soggetti coinvolti sono stati ricoverati in ospedale per almeno 14 giorni, dove sono stati monitorati attentamente e hanno ricevuto terapie di sostegno (mangiando, bevendo e sottoponendosi al trattamento di eventuali infezioni secondarie, tra le altre cose). Il farmaco è risultato sicuro, ma non è stato in grado di eliminare le lesioni dei pazienti in maniera più efficace rispetto al placebo.

Fonte : Wired