Li avrete visti senz’altro nei documentari: anelli di bolle, disposti in cerchio, creati in maniera spettacolare dalle balene durante le loro battute di caccia. C’è chi ha compiuto uno studio dettagliatissimo di questi cerchi, misurando il numero di anelli, la loro distanza, l’area coperta, la direzione e la velocità di esecuzione da parte di alcune megattere nell’Alaska Sudorientale. L’analisi delle caratteristiche di queste reti a bolle (bubble-nets) ha permesso a chi ha compiuto l’impresa (un team di ricercatori statunitensi e neozelandesi) di dimostrare che le balene usano queste reti come strumenti. A che pro? Riuscendo a controllarle le balene riescono a concentrare meglio le loro prede, krill in questo caso. E a fare così pasti più lauti.
L’interesse, dal punto di vista ecologico, è duplice, come emerge dal lavoro, una ricerca pubblicata su Royal Society Open Science. Da un lato, per i ricercatori era interessante capire se le balene fossero cognitivamente capaci di mostrare un comportamento così poco diffuso nel regno animale, come appunto la capacità di maneggiare strumenti. Questa capacità – ricordano gli autori – finora è stata osservata in una manciata di specie, come scimpanzé e corvi. Dall’altro è interessante anche comprendere come questi cetacei potrebbero adattarsi a condizioni ambientali in continuo cambiamento.
Per capirlo i ricercatori hanno seguito da vicino il comportamento di una decine di megattere nelle acque dell’Alaska Suorientale, tra il 2019 e il 2021. Alcune di queste sono state taggate con una strumentazione in grado di catturare immagini video e registrare anche suoni e movimenti delle megattere sott’acqua. Parallelamente, grazie all’uso dei droni, gli scienziati hanno registrato le balene dall’alto durante la formazione di queste reti, e le immagini raccolte sono state usate per definire tutte le caratteristiche di queste bubble-nets, reti che le balene formano mentre ruotano e sbuffano dallo sfiatatoio.
Le reti a bolle prodotte dalle megattere, scrivono i ricercatori, si somigliano tutte. Sono prodotte per esempio sempre in direzione oraria, e sono tutte costituite di anelli uno attaccato all’altro, ciascuno più piccolo di quello precedente. Ma questi cetacei, sostengono i ricercatori, hanno una grandissima abilità di maneggiare queste reti, come raccontano le parole di Lars Bejder dalla University of Hawaii di Manoa, tra gli autori del lavoro: “Queste balene sono abili a soffiare bolle secondo degli schemi che formano delle reti con anelli interni, controllando attivamente dettagli come il numero di anelli, la dimensione e la profondità della rete e la spaziatura tra le bolle. Questo metodo consente alle balene di catturare fino a sette volte più prede in un singolo affondo senza usare energia extra”. Le stime arrivano calcolando la capacità di concentrare le prede radunate nei cerchi più esterni in quelli più interni, spiegano gli esperti.
Fonte : Wired