Encefalite equina, cos’è la malattia infettiva che ha portato al coprifuoco serale negli Stati Uniti

Il rischio di contrarre l’encefalite equina orientale in diverse località degli Stati Uniti è molto alto, a tal punto che è stato istituito un coprifuoco volontario, per cui è sconsigliato uscire di casa nelle ore in cui le zanzare pungono di più, all’alba e al tramonto. Si tratta di una malattia infettiva rara ma altrettanto grave che si tramette e si diffonde tra gli animali, compresi gli esseri umani, tramite le punture di zanzare infette

Il virus dell’encefalite equina

L’encefalite equina dell’est, chiamata così perché descritta per la prima volta nel 1830 nei cavalli, è causata da un virus (arbovirus) che si diffonde attraverso la puntura di una zanzara infetta, attacca il sistema immunitario e provoca un’infiammazione nel cervello (encefalite). Sebbene sia considerata rara, è tuttavia molto grave: basta pensare che nel 30% dei casi chi ne è affetto sviluppa l’encefalite e muore a causa dell’infezione in pochi giorni. Secondo la letteratura scientifica, il virus, più comune dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno con il picco in estate, può diffondersi all’essere umano solo attraverso la puntura di una zanzara infetta e non da persona a persona o da cavalli (o altri animali) a persona. Gli statunitensi Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) definiscono questa malattia come rara negli Stati Uniti, con pochi casi all’anno, soprattutto negli stati orientali o della costa del Golfo.

I sintomi

Sebbene la maggior parte delle persone infette risulti asintomatica, il tipo e la gravità di malattia dipendono dall’età e da altri fattori. I sintomi compaiono da 4 a 10 giorni dopo la puntura (periodo di incubazione) e possono includere: brividi, febbre, dolori muscolari e articolari. La sintomatologia di un’infezione grave che causa infiammazione del cervello (encefalite) sono: confusione, sonnolenza, mal di testa, febbre alta, perdita di appetito e vomito. Si possono, inoltre, verificare complicanze soprattutto nelle persone più a rischio (anziani, bambini, immunodepressi), che possono essere pericolose per la vita e causare danni al cervello permanenti, come: convulsioni, paralisi, coma. “Circa un terzo di tutte le persone affette da encefalite equina orientale muore. Il decesso avviene solitamente da 2 a 10 giorni dopo la comparsa dei sintomi, ma può verificarsi anche molto più tardi”, spiegano i Cdc. “Molte persone che guariscono rimangono con problemi fisici o mentali a lungo termine e possono variare da disabilità intellettiva lieve a grave, disturbi della personalità, convulsioni, paralisi e disfunzione dei nervi cranici. Le persone con malattie gravi e disabilità persistenti spesso necessitano di cure a lungo termine e muoiono nel giro di pochi anni”.

Cura e prevenzione

Attualmente non esiste una cura per l’encefalite equina: per alleviare i sintomi, ad esempio, si consiglia il riposo, bere molto, e l’uso di antidolorifici, mentre per quelli più gravi è necessario il ricovero in ospedale. Non esistono, inoltre, vaccini disponibili per prevenire l’encefalite equina negli esseri umani (l’unico vaccino esistente contro questo virus è quello per le infezioni nei cavalli). Per prevenire la malattia, quindi, è necessario proteggersi dalle punture di zanzara, usando repellenti, indossando abiti che coprano braccia e gambe, evitando i ristagni d’acqua, ad esempio nei vasi, usando zanzariere su porte e finestre. Se possibile, come indicato di recente per alcune città del Massachusetts, evitare di stare all’aperto all’alba e al tramonto, periodi in cui le zanzare sono più attive e quindi pungono più frequentemente.

Fonte : Wired