“Mentre sta per abbattersi sulle famiglie italiane la consueta ‘stangata’ di settembre legata all’acquisto di libri e materiali scolastici, con un esborso che può arrivare a 1.300 euro a studente, il Codacons fa esplodere il caso delle nuove edizioni dei libri scolastici: testi che le famiglie sono costrette a riacquistare a fronte di aggiunte minime o modifiche esteriori”. Lo spiega l’associazione dei consumatori in una nota, aggiungendo di aver avviato una denuncia in Procura per “truffa”, accompagnata dalla richiesta di sequestro di tutti i libri scolastici presentati come “nuovi” per verificarne il contenuto.
Cambiamenti minimi per vendere le nuove edizioni
Quello che sostiene l’associazione guidata da Carlo Rienzi nell’esposto è che – come ogni anno – “attraverso piccole modifiche ai testi, una nuova prefazione, capitoli introduttivi, dunque cambiamenti minimi, si immette sul mercato un nuovo testo che come tale deve essere acquistato ex novo per sostituire quello dell’anno precedente”. La pratica ormai rodata da tempo costringerebbe le famiglie degli studenti a rinunciare alle soluzioni al risparmio, come mercatini dell’usato e scambi, condizionando negativamente “sia chi acquista libri usati in buone condizioni sia i privati che cercano di vendere i libri di testo utilizzati dai figli”, scrive l’associazione nella denuncia.
Quella che il Codacons definisce senza mezzi termini “la truffa dei libri scolastici” sarebbe un meccanismo dietro il quale “sembrerebbe celarsi una ben consolidata strategia di marketing che renderebbe inutilizzabile un libro dell’annata precedente”. L’associazione, che nell’esposto ha richiamato un monitoraggio dettagliato svolto sui testi proposti ai banchi di Lungotevere Oberdan, ha rilevato infatti una tendenza uniforme: modifiche minime (agli indici, alla copertina, ecc.), ma identici i contenuti all’interno di quella che è presentata come la nuova versione, rispetto alla precedente. È il caso, per fare un esempio tra gli altri, di un famoso manuale di letteratura italiana dedicato ai classici contemporanei (‘I classici n.c.’), con modifiche davvero impercettibili tra la copertina e l’indice della due edizioni. Per questo, si legge nell’esposto, “nella vicenda in esame parrebbero potersi ravvisare profili di rilevanza penale […] nella specie, la condotta […] parrebbe potersi sussumere nella fattispecie delittuosa prevista e punita dall’articolo 640 del Codice Penale”.
“Il nuovo testo deve differire almeno del 20 per cento rispetto al precedente”
L’Associazione, che “ritiene fondamentale un intervento specifico da parte del Governo, ricorda inoltre il Codice di Autoregolamentazione del Settore Editoriale Educativo impone regole ben precise per l’editore: si può porre in vendita la nuova edizione di un libro solo se lo stesso differisce dalla precedente per almeno il 20 per cento dei contenuti”. Il Codacons quindi ha chiesto alla Procura di accertare ”la sussistenza di fattispecie di rilevanza penale ed in caso di positivo riscontro di esperire l’azione penale nei confronti dei soggetti che ritiene responsabili”, e di disporre ”il sequestro preventivo di tutti i libri di testo scolastici che vengono presentati come nuove edizioni, con il presunto inserimento di nuovi aggiornamenti rispetto alla precedente edizione, ai sensi dell’art. 321 del Codice di Procedura Penale, al fine di controllare/monitorare/verificare/ispezionare se all’interno del testo presentato come ‘nuova edizione’ vi sia un aggiornamento scientifico e/o didattico ovvero un differimento superiore alla soglia del 20 per cento così come disciplinato dal Codice di Autoregolamentazione del Settore Editoriale Educativo, rispetto alla ‘vecchia’ edizione”.
Fonte : Today