Manovra, il cantiere riparte: tra cuneo e Irpef, c’è il problema coperture

Dopo la pausa per le vacanze estive il governo torna al lavoro sul principale obiettivo del 2024: la manovra economica. Nella giornata di oggi, martedì 27 agosto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti farà rientro al Mef e inizierà le prime ricognizioni tecniche post vacanze in vista della presentazione del Piano strutturale di bilancio, il documento che ha preso il posto del Nadef, prevista per il prossimo 20 settembre. Il Bilancio sarà anche al centro del vertice di maggioranza in programma per venerdì 30 agosto.

Manovra 2025, le voci principali 

Prima dello stop estivo il ministro aveva già incontrato separatamente vari colleghi di governo per un confronto sui tagli di spesa. Anche quest’anno si presenta il nodo risorse da sciogliere, ma questa volta la risoluzione del rebus è resa più ardua sia per il ritorno delle regole di Maastricht, seppur riformate, sia perché l’Italia è sotto procedura per deficit eccessivo quindi dovrebbe tagliare il disavanzo strutturale almeno dello 0,5% annuo per i prossimi sette anni, circa 10 miliardi l’anno. A volere riconfermare le misure della precedente manovra e le spese inderogabili, il conto partirebbe da oltre 20 miliardi di euro. Quali sono le voci principali? Si parte dal taglio del cuneo per 14 milioni di lavoratori, che da solo pesa per 10,7 miliardi, l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef pari a 4 miliardi, i sostegni per la Zes da quasi 2 miliardi, le missioni internazionali per cui serve almeno un miliardo r la detassazione del welfare aziendale e dei premi di produttività, per cui sono necessari circa 800 milioni di euro.

Il nodo delle coperture

Come sempre, quando si parla di manovra il problema è sempre il medesimo: reperire le risorse economiche. Per le coperture il governo punta sulla spending review, sugli stanziamenti di misure abolite, come l’Ace, e sulle entrate fiscali. Dal concordato biennale proposto a 2,7 milioni di autonomi e imprese sui redditi da dichiarare nel 2024 e 2025 con la garanzia di essere esclusi dai controlli si punta ad un gettito pari a circa 2 miliardi. Una stima che, almeno secondo alcuni parlamentari, sembra troppo ottimistica, visto che oltre 1 milione dei contribuenti interessati dal concordato presenta un indice di affidabilità fiscale basso sollevando qualche perplessità sulla volontà di questi ultimi di aderire entro il 31 ottobre. 

I prossimi step

Tra le risorse su cui punta l’esecutivo ci sono anche gli incassi dal pagamento delle ultime rate della rottamazione quater prorogata al 15 settembre, motivo per cui, per avere qualche dettaglio in più e un quadro più chiaro sulla “coperta”, sarà necessario attendere almeno un paio di settimane. Il 20 settembre rimane la prima data chiave, il, giorno in cui  il governo dovrà mettere mano al Documento programmatico di Bilancio da trasmettere a Bruxelles e al Parlamento. Da quel momento inizierà il lavoro vero e proprio sul testo della manovra economica che, come di consueto, dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2024.

Fonte : Today