Fincantieri, abbiamo provato il simulatore che ti insegna a pilotare le navi più grandi del mondo

Il pachiderma risponde. Vinta, grugnendo, l’inerzia, comincia a muoversi: troppo forte, però. L’idea è provare ad attraccare nel porto di  Taranto, caratterizzato da una stretta gola. Contrariamente ai pronostici, riusciamo a passare, manovrando di timone. L’epilogo, però, è scontato: a sette nodi, con quegli spazi, non si ferma un bestione del genere. Il risultato è uno schianto. È un gioco, e finisce con qualche risata. Ma, fosse avvenuto nella realtà, l’incidente avrebbe avuto conseguenze devastanti per le migliaia di passeggeri, il personale imbarcato e gli operatori di terra. I danni da centinaia di milioni di euro, nella contabilità di una tragedia del genere, vengono dopo. Ecco perché simulatori come questo sono importanti.

I dati dei cantieri

La nostra carriera al comando termina nel giro di una ventina di minuti. Abbastanza per rendersi conto che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia dal leggendario Ports of call, giochino manageriale che negli anni Ottanta girava sui vecchi 286 e permetteva di fingersi armatori. Nel pacchetto era compresa anche una basica simulazione di attracco: che, non a caso, era tra le fasi più complesse del gioco. Nel caso di Cetena, risale al 1984 la realizzazione del primo simulatore di navigazione, ma fino al 2018 l’attività è rimasta esclusivamente a uso interno: si addestrava il personale delle navi prodotte dal gigante italiano. Sei anni fa la decisione di aprirsi al mercato con una nuova linea di business, che si aggiunge alle tradizionali attività di consulenza, per esempio su fluidodinamica, consumi energetici, materiali, rumore, vibrazioni. La società dichiara 22 milioni di euro di fatturato e 1 milione di utile. Fincantieri Next Tech ne possiede l’85%: il resto della proprietà è suddiviso tra Leonardo, Cantieri Mariotti, Cnr.

Da allora sembra passata un’era geologica. La legge empirica di Moore ha manifestato i propri effetti, e a disposizione c’è una potenza di elaborazione formidabile e impensabile ai tempi; ma, per ricreare perfettamente le sensazioni di bordo, Cetena dispone anche di un altro asset, che non riguarda i processori: i dati di Fincantieri, informazioni di prima mano che aiutano gli sviluppatori a correggere difetti e imperfezioni. Alla fine del processo di sviluppo, spiegano gli ingegneri, tutto viene validato dai lupi di mare scafati – è il caso di dirlo – che ogni settimana arrivano a Genova assieme agli ufficiali per provare i nuovi mezzi e che limano le imperfezioni. Con il simulatore – sfruttando, in questo caso, la realtà aumentata – è possibile addestrare anche il personale di bordo, dai marinai ai meccanici agli elettricisti a compiere tutte le manovre necessarie a mantenere operativa una nave. Le lenti aiutano, per esempio, i tecnici a riparare i componenti guasti, con schemi elettrici, spaccati dei pezzi di ricambio, possibilità di fare videochiamate con la sede di terra. Anche le procedure antincendio possono essere verificate, con il rilascio di un attestato finale.

Fonte : Wired