L’acceleratore di startup più importante al mondo punta per la prima volta su una neo impresa che si occupa di armi. Y-Combinator, il garage dove sono nate colossi dell’economia globale come Airbnb, Coinbase, Stripe, Reddit e Dropbox, ha selezionato un’azienda che vuole costruire missili da crociera a basso costo, compatibili con le piattaforme di lancio esistenti del Dipartimento di difesa americano, in grado di produrre missili 10 volte più efficienti e 10 volte più economici.
Il ruolo di Y-Combinator per le startup
Quando un’azienda entra in Y-Combinator lo fa con un progetto di impresa appena sviluppato. Y-Combinator offre soldi e competenze tali da renderlo un business vero. Solido. E con un mercato. Finora l’acceleratore di startup fondato da Paul Graham e guidato fino a due anni fa dal capo di OpenAi, Sam Altman, ha finanziato soprattutto imprese che si occupano di ecommerce, pagamenti digitali, e software.
Ma aver selezionato per la prima volta un’azienda come Ares Industiries (questo il nome della startup) è una decisione che in qualche modo ha sorpreso molti esperti del settore. Facile vederci un segno dei tempi che cambiano. Con la guerra in europa sul fronte russo-ucraino e quella in medioriente, lo scenario è cambiato.
E dal puntare solo su aziende in grado di scalare su un mercato globale con soluzioni tecnologiche all’avanguardia, i capi di Y-Combinator hanno intuito che i soldi con ogni probabilità si sposteranno sempre di più sull’industria della difesa.
La Silicon Valley e la riscoperta dell’interesse per le startup di guerra
Non un’intuizione isolata. La Silicon Valley (dove Y-Combinator ha sede, San Francisco) ha già da un paio di anni scoperto il fascino e l’attrattiva delle startup della guerra. Nel 2023 ci sono state oltre 500 operazioni di investimenti in startup militari per un controvalore di circa 50 miliardi di dollari, rilevano i dati di PitchBook. Ma un conto sono i soldi del venture capital, che vanno dove il vento soffia, anche se il vento è vento di guerra.
Un altro è Y-Combinator. Il simbolo più puro della Silicon Valley degli ultimi 20 anni. Diventato icona di una nuova generazione di imprenditori. Simbolo di una nuova economia pronta a spazzare via tutti i residui del Novecento con internet e il digitale. Una filosofia emulata ovunque, anche in Italia, dove sono nati decine di acceleratori di startup sul suo modello. Nessuno nel mondo però ne ha raggiunto il successo.
La nuova generazione di startup che vuole rimpiazzare i vecchi contractor
Quanto ad Ares Industries, dei suoi fondatori non si sa molto. Si chiamano Alex Tseng e Devan Plantamura. Entrambi texani, di Austin, dicono di aver testato i prototipi nel deserto del Mojave e di voler consegnare sistemi missilistici funzionanti ai primi clienti a metà del 2025. Jared Friedman, partner di YC, ha dichiarato al FT che l’acceleratore di startup ha iniziato a incoraggiare le startup del settore tecnologico della difesa a presentare domanda all’inizio di quest’anno.
L’amministratore delegato di YC, Garry Tan, è stato uno dei primi dipendenti della società di analisi dei dati Palantir, che ha riscosso un enorme successo grazie al suo lavoro, a volte controverso, per le forze armate statunitensi e per altri governi e agenzie. L’amministratore delegato Alex Karp ha difeso la “visione coerentemente filo-occidentale” dell’azienda in una recente intervista al New York Times. Dichiarazioni che sembrano suggerire che la filosofia di fondo della società non è cambiata: contribuire a creare aziende capaci di scalare velocemente sul mercato sul modello capitalistico dell’Occidente.
Ma cambiano gli obiettivi nel breve periodo. Se prima le startup volevano prendere il posto dei colossi già affermati dell’industria classica, oggi voglio puntare a rosicchiare una fetta del budget da 800 miliardi disposto dalla Difesa Usa per le spese in armamenti, in larga parte mercato di un piccolo numero di contractor storici. Alla fine, solo altro modo di intendere la ‘disruption’.
Fonte : Repubblica