Nel giorno in cui per qualche ora è stata guerra aperta fra Israele ed Hezbollah in Libano (GLI AGGIORNAMENTI LIVE), al Cairo si sono tenuti i negoziati indiretti per giungere a un cessate il fuoco a Gaza. Nel pomeriggio sono circolate indiscrezioni circa un piano per una tregua di 72 ore nella Striscia da sottoporre al vaglio del premier israeliano Netanyahu, insieme a un accordo di massima su uno scambio di ostaggi e prigionieri. Hamas però è subito intervenuto per ridimensionare le aspettative di un’intesa. La delegazione israeliana ha lasciato il Cairo in serata “per presentare un piano di tregua a Netanyahu”. La bozza, o almeno quanto discusso oggi, includerebbe una “tregua temporanea di 72 ore seguita da un cessate il fuoco completo”, secondo quanto riferito da al-Hadath, la tv di sole notizie dell’emittente al-Arabiya. Hamas, tuttavia, che è al Cairo dichiaratamente solo per incontrare i mediatori egiziani e non per partecipare a discussioni con la controparte israeliana, ha fatto uscire allo scoperto in tv un suo funzionario per avvertire che le voci su un imminente accordo sono false. L’esponente, Osama Hamdan, ha dichiarato che il movimento si attiene alla proposta di cessate il fuoco del 2 luglio, rifiuta nuove richieste israeliane, e l’ottimismo è sparso dagli Usa solo a scopi elettorali.
Il valico di Rafah e la rotta Filadelfia
Gurdando alla Striscia, sempre stando ai media arabi, l’Egitto avrebbe chiesto a Israele di rinunciare al controllo del valico di frontiera di Rafah durante i primi giorni di un eventuale cessate il fuoco. E già prima dell’inizio del vertice i mediatori egiziani avrebbero tentato di ridurre le distanze tra Israele e Hamas e di fare pressione su Israele affinché elimini gradualmente la presenza delle sue truppe lungo la rotta Filadelfia, la zona cuscinetto tra Gaza e il Sinai egiziano. I funzionari del Cairo avrebbero detto a Hamas di essere d’accordo con la sua posizione di rifiuto di qualsiasi presenza israeliana permanente lungo il corridoio di confine.
I colloqui
Nonostante l’escalation con il Libano, il vertice negoziale al Cairo in merito all’accordo sugli ostaggi di Gaza si sta dunque tenendo come previsto. La delegazione israeliana è composta dal direttore del Mossad, dal capo dello Shin Bet e dal generale dell’Idf Nitzan Alon. Al Cairo dovrebbe avere un incontro con il direttore della Cia Bill Burns, il primo ministro del Qatar e il capo dell’intelligence egiziana. Intanto, gi americani stanno esercitando una pressione significativa su Israele affinché concluda un accordo, ha detto un funzionario israeliano al The Times of Israel, per impedire che una guerra più grande scoppi in tutta la regione. La fonte afferma che Israele ed Egitto concordano sul fatto che le truppe israeliane si ritireranno dalle posizioni vicino alle aree popolate, ma non dovranno abbandonare completamente la zona di confine.
Cina: “Cessate il fuoco permanente è prioritario”
La Cina si impegna “a promuovere la pace e a sostenere la giustizia sulla questione del Medio Oriente”, tutelando tutte le parti nella salvaguardia dei loro legittimi diritti e interessi” e, in particolare, la Palestina nel ripristino dei suoi legittimi diritti nazionali. “La priorità immediata – ha riferito il ministero degli Esteri, nel resoconto dei media statali – è che tutte le parti in conflitto implementino le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e creino le condizioni per un cessate il fuoco completo e permanente a Gaza il prima possibile”. L’auspicio è che anche gli Usa “adottino un approccio responsabile”.
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Fonte : Sky Tg24