Tra vhs e dvd, viaggio nei videonoleggi d’Italia

Con l’avvento di internet, tuttavia, il panorama è cambiato drasticamente. Anche la pornografia, che costituiva una parte significativa del business di molti videonoleggi, si è trasferita quasi interamente online. La produzione di dvd è crollata, portando alla chiusura di numerose videoteche. Deborach ricorda con chiarezza il rapido declino delle vendite di questi prodotti, un fenomeno deflagrato nel giro di poco tempo e ha segnato la fine di un’era. “Il settore delle videoteche non è stato mai aiutato da nessuno. C’è sempre stata un’attenzione da parte della politica sia sul cinema, sia sulla produzione del cinema, mai sulla filiera delle videoteche. Si cerca di incentivare le persone ad andare al cinema, creano campagne evento di un titolo specifico che per due giorni sarà solo in sala, però i frutti di queste politiche non arrivano mai alle videoteche”. Nonostante queste sfide, Blow Up è riuscito a sopravvivere grazie alla gestione familiare e a una strategia diversificata. “La mia videoteca si salva perché è storica, dentro ha un bagaglio enorme, un archivio di circa 30 mila titoli. Ho anche una pagina eBay dove offro cose che non si possono trovare altrove. Il problema è fare entrare il cliente, ricordargli che la videoteca c’è ed è ancora aperta”.

Transvideo: cronaca di un’evoluzione

Luca Branchetti, insieme al fratello Marco, ha condiviso la guida di Transvideo, videonoleggio situato a Prato che, dopo 43 anni di servizio ininterrotto, è ormai prossimo alla chiusura definitiva. La storia di questo videonoleggio è una vera e propria cronaca dell’evoluzione del video intrattenimento domestico. Recentemente, Transvideo ha dovuto adattarsi ai cambiamenti del mercato, tornando a concentrarsi sulla produzione cine-televisiva e riducendo progressivamente l’attività di noleggio. Fondata con una visione audace, questa attività non si limitava al noleggio di videocassette, ma offriva anche un servizio innovativo di transcodifica da pellicola a video. In un’era in cui il videoregistratore era ancora considerato un lusso per pochi, questa offerta rappresentava una novità significativa.

Durante quel periodo, il formato vhs emerse come il vincitore nella competizione con Video 2000 e Betamax. Inizialmente, le cassette venivano fornite in affitto dalle case di distribuzione; in seguito il modello è cambiato, permettendo ai negozi di acquistare direttamente le copie per il noleggio. Questa trasformazione ha segnato un cambiamento cruciale nel settore. L’espansione del videonoleggio è proseguita negli anni ’90, quando la videoteca si è trasferita in una nuova sede di circa 500 metri quadrati, distribuiti su due livelli. Questo spazio è diventato un vero e proprio tempio del cinema, con una vasta scelta di titoli in vhs e dvd che hanno attratto appassionati di tutte le età. Alla fine degli anni 2000, il catalogo di Transvideo era composto da oltre 30.000 titoli in vhs e circa 20.000 in dvd, costituendo un prezioso archivio della storia del cinema. Tuttavia, la difficoltà crescente nel reperire nuovi titoli e la diminuzione delle case di distribuzione specializzate nel noleggio hanno portato a una graduale chiusura. Come osserva Luca Branchetti, “Negli anni ’90, c’erano circa venti case di distribuzione che producevano sia per il noleggio che per la vendita. Con il calo delle vendite, molte di queste hanno cessato di fare il doppio prodotto, riducendo il numero di distributori da venti a cinque. Negli anni ’80 riuscivamo a dare via in un giorno anche 500-600 film a noleggio”.

Gli ultimi custodi del cinema

Ultima tappa del viaggio è Green Video a Roma, una videoteca nata nel 1987 che ha saputo mantenere il suo posto nel mercato nonostante la concorrenza di colossi come Blockbuster. Fin dagli inizi, Green Video ha puntato sulla professionalità, sulla qualità del prodotto e su una solida cultura cinematografica, valori che hanno permesso alla videoteca di sopravvivere e prosperare per oltre tre decenni. Negli anni ’90, Green Video poteva vantare una superficie di 400 metri quadrati e un team di dieci dipendenti. Tuttavia, con il passare del tempo, l’aumento degli affitti e delle spese operative ha costretto la videoteca a ridimensionarsi. Nonostante queste sfide, Green Video ha continuato a operare nel quartiere di Monteverde, spostandosi dalla sua sede storica.

Oggi l’attività si concentra più sulla vendita che sul noleggio, rispondendo alle nuove abitudini dei clienti che preferiscono acquistare i film piuttosto che noleggiarli. In passato, durante gli anni ’90, la videoteca riusciva a noleggiare fino a 1.500 pezzi a settimana, un risultato impensabile ai giorni nostri. Nel corso degli anni, Green Video ha continuato a mantenere una parte del suo business nel noleggio e organizza anche eventi a tema, serate dedicate a generi specifici come l’horror, con la partecipazione di attori e produttori. Le videoteche, piccole oasi di celluloide, ci offrono una preziosa lezione: il vero valore del cinema risiede non solo nella visione di un film, ma nell’esperienza collettiva e nel legame umano che essa può generare. Finché ci sarà chi saprà apprezzare questo patrimonio, i videonoleggi continueranno a vivere, custodendo con orgoglio una parte essenziale della nostra storia.

Fonte : Wired