Ad oggi vi sono 2,59 milioni di persone senza un impiego nel Paese, con una particolare incidenza nelle fasce più giovani della popolazione. In continua crescita il dato di quanti espatriano per completare gli studi o migliori occasioni professionali. L’impegno della Chiesa locale nella formazione, partendo dagli istituti tecnici.
Dhaka (AsiaNews) – Il mondo del lavoro e l’emergenza legata alla disoccupazione, certificata anche dai numeri, sono fra le priorità che il governo ad interim guidato dall’84enne premio Muhammad Yunus, subentrato a Sheikh Hasina esiliata in India dopo settimane di proteste, e morti, fra gli studenti. Secondo il Labor Force Survey, pubblicato dall’Ufficio di statistica del Bangladesh (Bbs), ad oggi vi sono 2,59 milioni di persone senza un impiego nel Paese, con un aumento rispetto ai 2,47 milioni della fine dello scorso anno e una particolare criticità nelle fasce più giovani della popolazione. Da qui la scelta di molti ragazzi, e ragazze, di cercare opportunità professionali – o proseguire la carriera universitaria – all’estero, a fronte della mancanza di prospettive occupazionali, scarsa qualità di vita e limitate possibilità di carriera.
Nell’ultimo decennio, il numero di studenti che si recano all’estero dal Paese asiatico per l’istruzione superiore è più che raddoppiato, riflettendo una crescente tendenza alla fuga dei cervelli che aggrava ulteriormente la crisi interna. Secondo un rapporto Unesco pubblicato di recente, nel 2023 ben 52.799 studenti hanno abbandonato il Bangladesh per proseguire la carriera sui libri in un istituto all’estero. Un dato ben maggiore rispetto ai 24.112 del 2013 e ai 16.609 del 2008, evidenziando una tendenza in aumento dei giovani a cercare opportunità al di fuori dei confini nazionali. E ancora, nel 2022 49.151 studenti hanno lasciato il Bangladesh, anche qui con una crescita rispetto ai 44.338 dell’anno precedente.
Il rapporto dell’organismo Onu, intitolato “Global Flow of Tertiary-Level Students” (Flusso globale di studenti di livello terziario), identifica gli Stati Uniti come la destinazione principale, con 8.524 studenti accolti nell’ultimo anno. Altre destinazioni popolari sono il Regno Unito (6.586 studenti), il Canada (5.835), la Malaysia (5.714) e la Germania (5.046). Anche Australia, Giappone, India, Corea del Sud e Arabia Saudita hanno attirato migliaia di studenti del Bangladesh.
Nel disperato tentativo di sfuggire a un mercato del lavoro difficile, molti rischiano la vita per migrare in Europa attraversando il Mediterraneo. Mentre alcuni riescono nel loro intento, altri rischiano la morte o la prigionia nei Paesi stranieri. Nonostante questi pericoli, il desiderio di migrare resta forte. Il Bangladesh si colloca al sesto posto a livello globale in termini di popolazione della diaspora e al settimo per reddito degli espatriati. Il Medio Oriente, in primis Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Eau), Kuwait e Oman, è diventato la destinazione principale.
Le statistiche governative mostrano che più di due milioni di giovani entrano nel mercato del lavoro ogni anno, ma solo 1,2/1,3 milioni riescono ad ottenere un impiego all’interno del Paese. Di questi, l’85% trova lavoro nel mercato informale basato sui salari, lasciando solo 300mila nuovi posti di lavoro in settori più stabili. Questo grave squilibrio tra domanda e offerta sta alimentando il continuo esodo dei giovani, che sempre più spesso cercano oltre-confine un futuro migliore. In una situazione attuale di criticità, Chiesa cattolica in Bangladesh sta contribuendo attivamente alla creazione di opportunità di lavoro concentrandosi sull’istruzione tecnica e la formazione professionale negli appositi istituti. La Caritas Bangladesh, i Fratelli della Santa Croce e i sacerdoti del Pime gestiscono circa 40 istituti professionali, offrendo ai giovani opportunità di formazione.
Il confratello della Santa Croce John Jogesh Karmaker, direttore dell’orfanotrofio e della scuola tecnica di Bottomley Homes, riconosce le sfide che i giovani devono affrontare per trovare un lavoro dignitoso. Questa frustrazione spinge molti a cercare opportunità rischiose e spesso pericolose all’estero, in particolare in Europa e in Medio oriente. Molti vendono terreni o si indebitano in modo significativo per finanziare la migrazione, per poi ritrovarsi a vivere in condizioni difficili e a guadagnare salari irrisori. Egli sottolinea l’importanza di dare priorità all’istruzione professionale. “Nelle nostre scuole tecniche afferma ad AsiaNews – non ci sono molti studenti, ma quelli che ricevono formazione riescono a trovare facilmente un lavoro o avviare un’attività in proprio”.
Ironicamente, mentre molti giovani del Bangladesh cercano lavoro all’estero, il Paese attrae molti lavoratori stranieri, soprattutto da India, Sri Lanka e Cina, in settori chiave come l’abbigliamento e il tessile. Oltre 100mila lavoratori stranieri sono ufficialmente impiegati, anche se il numero reale potrebbe essere di gran lunga più elevato a causa dell’abuso di visti turistici. Anche da questo emerge la necessità di di una migliore gestione del mercato del lavoro e di politiche volte a creare maggiori opportunità professionali interne per i giovani.
Fonte : Asia