Esistono due tipi di tromba marina. La versione meno pericolosa, detta “fair weather waterspout” (letteralmente “tromba marina del bel tempo”), si forma in condizioni di relativa calma e persino di sole, spesso sotto un tipo di nube chiamata “cumulo”, con venti che raggiungono gli 80 chilometri orari. Di solito però si disgrega prima di poter causare danni significativi.
Poi ci sono le trombe marine più gravi, essenzialmente tornado sull’acqua. “Sono una bestia diversa“, spiega Wade Szilagyi, ex meteorologo del Servizio meteorologico del Canada che ora dirige il Centro internazionale di ricerca sulle trombe marine. Questi tornado marini possono spostarsi dalla terra all’acqua, o viceversa, a 200 chilometri orari o a una velocità ancora maggiore. Possono scagliare detriti, distruggere edifici e rovesciare imbarcazioni.
Una tromba d’acqua documentata nel 2004 da Sioutas a Methoni, in Grecia, per esempio, ha sollevato una barca e l’ha fatta volare in aria uccidendo un bambino di 10 anni. L’anno scorso, una tempesta improvvisa e una tromba marina con venti di oltre 60 chilometri orari hanno rovesciato una barca turistica che trasportava agenti dei servizi segreti fuori servizio sul Lago Maggiore, uccidendo quattro persone. Sioutas afferma che le trombe marine possono addirittura generare “enormi spostamenti d’acqua simili a tsunami“, e cita le gigantesche onde che hanno colpito la costa dell’isola greca di Samos durante del 2004, scaraventando in giro massi come fossero foglie.
Le trombe d’acqua più gravi si formano solo in presenza di una tempesta caratterizzata da forti venti, fulmini e talvolta grandine e sono il prodotto di due ingredienti principali: il wind shear, come vengono definiti i cambiamenti di velocità e direzione tra l’aria al suolo e quella in quota, e l’innalzamento di aria instabile. Il processo inizia quando masse di aria fredda e calda si scontrano tra loro. In questo modo i venti provenienti da diverse direzioni iniziano a girare l’uno intorno all’altro, creando vortici. A quel punto, l’arrivo di un temporale che converge nell’area può creare instabilità, risucchiando l’aria calda verso di sé a velocità vertiginose e iniziando a trasportare l’umidità sopra l’acqua.
Szilagyi fa un paragone con il pattinataggio artistico. “Si può pensare a una pattinatrice: se gira normalmente, è come un piccolo vortice – spiega –. Ma se porta le braccia verso l’interno, allora è come se la colonna di aria calda instabile tirasse e allungasse il vortice verso l’alto. Inizia a girare più velocemente“.
Fonte : Wired