Prime impressioni sui Google Pixel 9: cinque caratteristiche da tenere d’occhio

Tre taglie diverse, tantissime novità legate all’intelligenza artificiale, nuove app, più RAM, design più curato, prezzi leggermente ritoccati verso l’alto: i nuovi Google Pixel 9 sono pronti anche per il mercato italiano.

Sono 3 anche se sono onestamente solo due sono quelli davvero consigliabili, che sono poi quelli che l’azienda ha messo in vendita per primi: 9 e 9 Pro XL si possono già comprare, mentre per il 9 Pro si dovrà eventualmente attendere ancora. Il Pixel 9 e il Pixel 9 Pro XL sono anche quelli che abbiamo ricevuto in redazione per il test: li stiamo provando ma (complice il Ferragosto) da un numero di giorni che non riteniamo sufficiente per farci un’opinione completa e dunque scrivere una recensione corretta. Possiamo però dare le nostre prime impressioni ed elencare le cose che più ci sono piaciute. O non piaciute, anche.

La confezione dei Pixel 9 è tutta nuova

Le caratteristiche dei telefoni le avevamo raccontate nell’anteprima di qualche giorno fa (questa), qui ricordiamo solo che il Pixel 9 ha schermo da 6.3” e che il Pixel 9 Pro XL arriva a 6.8”. E che entrambi hanno una confezione tutta nuova, originale e che abbiamo apprezzato. Anche se all’inizio ci ha lasciati un po’ perplessi. L’abbiamo apprezzata perché è 100% senza plastica e di materiale riciclato: è una cosa che fa piacere vedere, e onestamente non capiamo le lamentele (che online già ci sono) di chi sostiene che non sarebbe abbastanza premium. A noi è piaciuta, anche per l’inedita modalità di apertura che richiede un iniziale scorrimento della parte esterna. Ci ha invece lasciati un po’ perplessi la caccia al tesoro necessaria per trovare la spilletta per la SIM, che non è dove era negli altri Pixel o dove ce la saremmo aspettata e che abbiamo onestamente faticato a trovare. Ma magari è solo un problema nostro dovuto alla fretta di completare l’unboxing.

Il Google Pixel 9 Pro XL (a destra) a confronto con un Apple iPhone 15 Pro Max

Sembra un iPhone però è Android

Passando al telefono vero e proprio, ignorare la somiglianza tra i Pixel 9 e gli iPhone è impossibile, soprattutto guardando il 9 Pro XL e il 15 Pro Max uno accanto all’altro, tanto che viene da pensare che a Mountain View lo abbiano fatto apposta. Certo, un telefono è essenzialmente un rettangolo con i bordi arrotondati, ma qui le misure sono praticamente uguali: 162,8 mm x 76,6 x 8,5 per lo smartphone di Google e 159,9 mm x 76,7 mm x 8,25 mm per quello di Apple. L’unica differenza appena visibile (quasi 3 mm) è l’altezza, perché pure il peso è identico: 221 grammi per entrambi, anche se il Pixel in mano pare più pesante. Presenta bordi leggermente più arrotondati, e lucidi come sui modelli di iPhone fino allo scorso anno. Il retro, anche qui, è di vetro satinato, con una G al posto della Mela. La diversa disposizione delle fotocamere e dei sentori posteriori, tutti su una sola fascia, riprende invece il Pixel 8 e ha certamente più senso delle 3 fotocamere dell’iPhone, raggruppate in un comparto asimmetrico, che diventa scomodo se si usa il telefono appoggiandolo a una superficie. In questi casi, il Pixel è più stabile.

Gemini sui Pixel: quello che c’è e quello che non c’è

Uno dei punti di forza dei nuovi Pixel (e probabilmente anche il motivo per cui sono stati presentati un mese prima dei nuovi iPhone invece che un mese dopo) è l’ampia integrazione con Gemini, la più nota fra le IA di Google. Ci sono parecchie nuove funzionalità, comprese anche alcune che per il momento non sono purtroppo disponibili in Italia: Pixel Studio, per la generazione di foto sul dispositivo; Note di Chiamata, per la trascrizione delle telefonate; Screenshot, per trovare informazioni fra le centinaia di istantanee dello schermo che tutti hanno sul telefono. Non c’è nemmeno Gemini Live, cioè la possibilità di chiacchierare con l’IA come si farebbe telefonando a un’amica o un amico (il problema è probabilmente la lingua), però Gemini ha davvero sostituito Google Assistant come assistente virtuale per rispondere a tutte le richieste, dall’impostazione della sveglia a un parere su Trump. Si può eventualmente tornare indietro, ma ci è sembrata una scelta sensata.

C’è la rinnovata app Meteo, che per ora sembra solo graficamente più gradevole ma dovrebbe anche funzionare meglio ed essere più smart, e c’è Aggiungimi, l’interessante novità della fotocamera di cui abbiamo scritto qualche giorno fa e che raccontiamo meglio qui sotto.

Il menù per la scelta dell'assistente digitale che si preferisce
Una foto scattata con il Google Pixel 9 Pro XL
Una macro scattata con la fotocamera del Google Pixel 9 Pro XL
Un esempio di foto realizzata con la funzione Aggiugimi del Google Pixel 9 Pro XL

Aggiungimi e non solo, le foto sui Pixel 9

Che il bastone da selfie fosse in declino era già chiaro, ma ora Google lo manda definitivamente in pensione con Aggiungimi, una funzione che fa ampio uso dell’intelligenza artificiale. Poniamo vogliate scattare una foto di gruppo ma non c’è nessuno in giro cui chiederlo: il nuovo Pixel consente di risolvere il problema riprendendo una volta il gruppo meno il fotografo, l’altra il solo fotografo, ritagliato e incollato accanto alle altre persone. Prima di tutto il telefono chiede una brevissima scansione dell’ambiente, che consiste nell’inquadrare lo spazio immediatamente a destra e sinistra dell’immagine finale. Poi si scatta la prima foto, al gruppo. Quindi, usando la prima foto come guida, si chiede alla persona che manca di sistemarsi in un punto preciso, di modo che le proporzioni siano corrette, e quando il Pixel segnala che l’allineamento è giusto si scatta la seconda foto. Qualche istante e il chip Tensor unisce i due scatti, dando vita a una foto che sembra reale ma che nella realtà non è mai esistita. Quello che si perde in rappresentazione vera del mondo esterno diventa un’interessante occasione per creare immagini bizzarre e anche divertenti, sia pure con qualche limite: nelle nostre poche ore di prova non siamo per esempio riusciti a ottenere una foto con sconosciuti di spalle, né a inserire due volte la stessa persona in una foto di gruppo. Al di là dell’exploit tecnologico, però siamo abbastanza certi che passata l’iniziale curiosità in parecchi abbandoneranno questa funzione, anche perché la fotocamera frontale da 48 MP consente da sola selfie di gruppo di ottima qualità.

Per il resto, immagini e video sono espressione della migliore fotografia computazione, come c’è da aspettarsi da Google, ma stavolta anche l’hardware è all’altezza dei concorrenti: colori e definizione sono eccellenti, la distorsione col grandangolo è contenuta, lo zoom digitale si ferma a un ragionevole 30X, senza arrivare all’inutile 100X di altri top di gamma. Molto bene anche le macro, ma ci pare che l’autofocus non sia proprio velocissimo.

Un piccolo passo indietro sulle cover

I nuovi Pixel 9 sono più costosi rispetto ai corrispondenti Pixel 8, anche se va detto che offrono di più sia fisicamente sia a livello software: il Pixel 9 Pro parte da 899 euro, il Pixel 9 Pro XL parte da 1199. Le cover, disponibili in vari colori, costano 39,99: non sono aumentate però le abbiamo trovate un filo peggiorate. Il rivestimento interno (quello che sta a contatto con il telefono) è morbido come l’anno scorso ma ci è sembrato meno morbido, e soprattutto le cover non hanno purtroppo il taglio all’altezza della porta di ricarica che avevamo gradito moltissimo sul Pixel 8A (la prova): velocizza lo swipe verso l’alto e anche riduce l’usura della cover sul lungo periodo, ed è un po’ un peccato che non ci sia più.

Fonte : Repubblica