Antonio Tajani insiste sulla necessità di una legge sullo Ius Scholae in Italia, una legge che rispecchi “quello che sono gli italiani oggi”, la realtà “per quella che è”, sottolineando che si può essere italiani “nella sostanza” anche se si hanno genitori stranieri. Il vicepremier e ministro degli Esteri è tornato a esprimersi sull’argomento che divide la maggioranza, e che vede la Lega di Matteo Salvini assolutamente contraria, nel suo intervento al Meeting di Rimini.
Non è parte del programma
Tajani ha riconosciuto che lo Ius Scholae “non è parte del programma di governo”, ma ha sostenuto che “questo non significa” che “non se ne può parlare”. “Io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare”, ha continuato. Il vicepremier ha sostenuto con convinzione che a suo avviso sulla riforma, che darebbe la cittadinanza ai bambini stranieri nati sul territorio italiano e che hanno frequentato le nostre scuole, “bisogna andare avanti”, perché “la realtà italiana è questa e dobbiamo pensare a quello che sono gli italiani oggi”.
“Bisogna guardare la realtà per quella che è. Io insisto sulla formazione, sull’identità e sulla cultura perché se accetti di essere europeo nella sostanza sei italiano ed europeo non perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché dentro di te vivi quei valori, perché dentro di te hai quell’anima europea. Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, La Paz o Dakar è la stessa identica cosa”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. “Io preferisco quello che ha i genitori stranieri e canta l’inno di Mameli all’italiano da sette generazioni che non lo canta”, ha concluso Tajani.
Il video di Berlusconi
Se il Pd e gli altri partiti di opposizione sono favorevoli alla riforma, la Lega è fermamente contraria, e per sostenere i suoi argomenti ha pubblicato sui social un vecchio video di Silvio Berlusconi, in cui il fondatore di Forza Italia criticava l’idea. “Ascoltate le parole – inequivocabili – del grande Silvio. Ius Soli e Ius scholae? No, grazie”, ha scritto il Carroccio sui social, rilanciando l’intervista all’ex leader scomparso in cui affermava: “No lo Ius soli noi non lo vogliamo. I trafficanti avrebbero un argomento forte per dire: in Italia si ha la cittadinanza facile”, per poi criticare anche lo Ius Scholae, sostenendo che tra i migranti “alcuni vogliono la donna segregata. Alcuni odiano i cristiani. Non possiamo dargli cittadinanza solo perché hanno frequentato la scuola”.
La cosa ha fatto andare su tutte le furie i forzisti che sia con Fulvio Martusciello, che con lo stesso Tajani, hanno chiesto di non “strumentalizzare” le parole del defunto leader e di “non sfruttare il suo nome per fare polemiche”.
[embedded content]
Ius sansuinis, solis e scholae
In Italia, dal 1992, è in vigore una legge che si basa sullo Ius sanguinis, secondo cui per diventare italiani bisogna essere figli di italiani mentre “lo straniero nato in Italia” può diventare cittadino “a condizione che abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età” nel nostro Paese, o se ha sposato un italiano a una italiana. Lo Ius soli, che è in vigore in Paesi come gli Stati Uniti, stabilisce che la cittadinanza può essere riconosciuta a tutte le persone nate sul suolo nazionale, indipendentemente da quella dei genitori.
Una via di mezzo è lo Ius scholae, secondo cui diventerebbe legalmente cittadino italiano il minore straniero nato in Italia o arrivato entro i 12 anni che abbia completato un ciclo scolastico di almeno 5 anni. La proposta di legge è attualmente ferma in Parlamento e verrà ripresa in autunno. Fratelli d’Italia al momento si tiene vago sulla questione, ribadendo che la cosa non fa parte del programma di governo.
Fonte : Today