Ancora una volta la trattativa di cessate il fuoco tra Israele e Hamas è bloccata sulla questione del Corridoio Philadelphia. Il 21 agosto il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato un gruppo di famiglie di ostaggi e vittime dell’attentato di Hamas del 7 ottobre, e ha detto loro di non essere certo che un compromesso verrà raggiunto. Di mezzo c’è il Corridoio Philadelphia, una striscia di terra di 14 chilometri al confine tra Gaza ed Egitto, unica via di accesso terrestre alla Striscia senza passare da Israele, di cui l’esercito israeliano (Idf) ha preso il controllo da fine maggio. L’occupazione del corridoio è stata approvata dagli Stati Uniti, che la considerano compatibile con l’operazione militare di Israle a Rafah. Ma sia Hamas che l’Egitto non non accettano la presenza di Israele nella zona.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente ribadito l’intenzione di Israele di “mantenere una presenza” in questa zona strategica, scatenando reazioni contrastanti. Per anni, a detta di Tel Aviv, Hamas ha utilizzato questo corridoio per ricevere armi, munizioni, cibo e materiali attraverso tunnel sotterranei e con l’aiuto degli egiziani. “Il corridoio è vitale per la sicurezza di Israele“, afferma un alto funzionario della difesa israeliana. “È l’unico modo per prevenire efficacemente il contrabbando di armi a Gaza“.
La storia
Il trattato di pace del 1979 tra Egitto e Israele tracciava il confine lungo quello della Palestina Mandataria, dividendo la città di Rafah e separando famiglie su entrambi i lati. Nel 2014, l’Egitto annunciò la demolizione della parte egiziana di Rafah, abbattendo oltre 7.460 edifici entro il 2020. Il valico venutosi a creare sarebbe dovuto essere il principale punto di attraversamento tra Gaza e l’Egitto, con l’area vicino al confine (Area C) smilitarizzata e con sole forze di polizia egiziane autorizzate a pattugliarlo. Nel 2004, Israele decise di ritirarsi unilateralmente da Gaza, e nel settembre 2005 fu stipulato l’Accordo Philadelphi, che permise all’Egitto di schierare guardie di confine per prevenire il contrabbando e le infiltrazioni.
L’accordo stabiliva che le forze egiziane, circa 750 guardie, potessero utilizzare solo armi leggere non destinate a scopi militari, mantenendo così il corridoio come una zona smilitarizzata, come prevedevano gli accordi del 79. Nonostante i patti, il ritiro israeliano e la successiva militarizzazione di Gaza da parte di Hamas resero il Corridoio Philadelphia un punto critico per il contrabbando di armi. I tunnel sotterranei scavati sotto il confine divennero una via principale per il traffico illecito, aggravando la situazione di sicurezza nella regione.
Fonte : Wired