Il 67enne Ho Iat Seng ha annunciato che per motivi di salute non si ricandiderà. Il 13 ottobre i 400 membri del Comitato elettorale sceglieranno un successore rigorosamente patriottico. Intanto la ripresa dei casinò ha ricominciato a far crescere le entrate nell’ex colonia portoghese che dal 1999 come Hong Kong è una Regione autonoma speciale della Repubblica popolare cinese.
Macao (AsiaNews) – La Regione amministrativa speciale di Macao avrà un nuovo capo dell’esecutivo, il quarto da quando nel 1999 l’ex colonia portoghese tornata sotto la sovranità della Repubblica popolare cinese. La conferma è arrivata ieri quando l’attuale guida del governo locale, il 67enne Ho Iat Seng, ha annunciato che – a differenza dei suoi due predecessori – non svolgerà un secondo mandato di cinque anni, citando dei motivi di salute come spiegazione.
Analogamente a quanto avviene a Hong Kong, anche a Macao – territorio che conta quasi 700mila abitanti – il capo dell’esecutivo non è espressione di un voto a suffragio universale, ma resta di fatto un governatore delegato da Pechino. La legge locale prevede che sia eletto da un Comitato elettorale di circa 400 personaggi dell’establishment locale, espressione degli organismi legati alla Repubblica popolare e dai gruppi imprenditoriali. Il voto per il nuovo mandato era già fissato per il 13 ottobre. Secondo la Legge fondamentale, la mini-costituzione locale, il capo esecutivo dovrà essere un cittadino cinese che abbia più di 40 anni e che abbia risieduto ininterrottamente a Macao per non meno di 20 anni. Una nuova legge entrata in vigore dopo i fatti di Hong Kong, oggi precisa che dovrà essere esaminato anche per le proprie credenziali politiche: ogni candidato dovrà firmare una dichiarazione di fedeltà a Pechino, così come alla Regione amministrativa speciale, oltre ad ottenere il sostegno di almeno 66 membri del Comitato elettorale.
Finora l’unico ad annunciare la propria candidatura è stato l’imprenditore locale Jorge Chiang, a capo della Macau Institutionalism Association e della Macao Lotus Commerce Association. Fonti locali non gli attribuiscono però grandi possibilità di successo, in un’elezione in cui a vincere è ovviamente il candidato prescelto da Pechino. In questo senso il nome oggi più accreditato per la successione a Ho Iat Seng è quello di Sam Hou Fai, un giudice di 62 anni nativo del Guangdong, che fin dal 1999 ha presieduto l’Alta Corte d’Appello di Macao. Un passaggio di consegne che dovrebbe avvenire all’insegna della continuità, non essendo finora Macao stata mai scossa dalle tensioni politiche che hanno caratterizzato il passato recente dell’ex colonia britannica sul lato opposto del delta del fiume delle Perle.
La sfida vera resta però quella sul futuro dell’ex colonia portoghese, dove finora la formula “un Paese due sistemi” è stata solo il paravento per continuare a essere la Las Vegas dell’Oriente, grazie ai suoi casinò vietati nella Repubblica popolare cinese ma qui frequentatissimi dai ricchi “viaggiatori” provenienti dalla Cina continentale. Sui proventi delle case da gioco si fonda tuttora buona parte delle entrate (oltre l’80%) della Regione autonoma speciale, che per questo hanno dovuto fare pesantemente i conti negli anni scorsi con la politica zero Covid e le sue conseguenze. Ora “l’incubo” sembra passato e i casinò hanno ricominciato a trainare l’economia locale: i dati ufficiali parlano di 51.62 miliardi di pataca (6.43 miliardi di dollari ndr) di entrate fiscali dai proventi del gioco nei primi sette mesi del 2024, con un incremento del 15,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; sono ricominciati a crescere anche i posti di lavoro nel settore, che vede oggi ben 52.518 persone impiegate a tempo pieno nei casinò. La diversificazione dell’economia resta un imperativo anche per le autorità cinesi, che vorrebbero far crescere Macao come un polo di attrazione per il turismo di lusso, la convegnistica e i grandi eventi, puntando in maniera particolare sui Paesi di lingua portoghese. Ma il suo presente restano ancora soprattutto le roulette e le slot-machine.
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Fonte : Asia