Sinner e il caso doping: “Mia situazione simile a quella di Jannik, gli sono vicino”

Il doppista italiano, che ha appena raggiunto il best ranking (numero 87 Atp) è stato protagonista di un caso simile a quello di Sinner. Anche lui è stato assolto. Un sollievo anche perché in futuro “voglio fare l’allenatore”

CASO SINNER, COSA E’ SUCCESSO E COSA PUO’ SUCCEDERE

Marco Bortolotti, 33 anni compiuti a gennaio, tra qualche giorno volerà a New York per giocare in doppio con Flavio Cobolli. A novembre era stato trovato positivo al Clostebol, stesso farmaco del caso Sinner. Non spray ma pomata. Anche se poco cambia. La spiegazione immediatamente fornita all’ITIA dopo la notifica, è stata ritenuta soddisfacente. Nessuna colpa e nessuna negligenza. Ci ha raccontato la sua esperienza.

Prima di Sinner, tu avevi vissuto una situazione simile

“All’inizio sono cascato dalle nuvole, poi abbiamo riportato la nostra versione dei fatti che era completamente compatibile con le analisi di laboratorio e quindi sono stato scagionato dopo tre mesi. Non ho avuto nessuna sospensione mentre stavamo dialogando con l’ITIA e cercando di capire cos’era successo, poi si è risolto il caso”.

Anche nel tuo caso non si è saputo niente se non dopo parecchio tempo

“No, perché sono Marco Bortolotti”.

Come hai vissuto quella vicenda?

“Mi è crollato il mondo addosso, anche perché io ho la forte volontà di fare l’allenatore. Pensavo più alla mia carriera da allenatore che vorrei tanto fare che alla mia carriera da giocatore, anche se adesso sono best ranking” (87 di doppio, ndr). 

Complimenti perché comunque la top 100 è un traguardo per ogni giocatore

“Anche se è in doppio, ma io lo vivo con la stessa soddisfazione come se fosse in singolare, perché ci ho lavorato tutta la vita. La maggior parte delle persone non la pensa così, però per me la soddisfazione personale è molto importante”.

Mi spieghi bene quali sono i passaggi dall’inizio

“Arriva una notifica sul nostro portale antidoping e una notifica sul telefono, entri nel portale e lì c’è quello che hanno trovato loro. Tu hai tempo una decina di giorni per rispondere, portare la tua realtà dei fatti, poi loro ti fanno altre domande, altre investigazioni. Alla fine mi hanno detto di fare una chiamata. Con l’avvocato, con loro, e con un traduttore che ha voluto l’avvocato: mi hanno detto che per loro era tutto a posto così e che, per me, c’era solo la squalifica del mio risultato. Dovevo anche rimborsare i soldi che avevo guadagnato in quel torneo dove mi hanno trovato positivo. Non abbiamo fatto ricorso perché, appunto, eravamo soddisfatti del risultato e non mi sembrava opportuno. Perché comunque si può finire molto male. Sono ignorante in biologia, ma un mio è amico biologo: mi ha detto che se ti dopi con il Closterol sei un imbecille, perché è della famiglia degli steroidi”. 

il ranking

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Tu hai capito subito la contaminazione da dove arrivava?

“Subito no, sono rimasto scioccato un po’ e poi dopo qualche ragionamento ci siamo arrivati, era l’unica spiegazione”.

Però non puoi dire cosa fosse?

“No, questo è censurato, è una cosa privata”.

Secondo te queste situazioni vengono gestite nel migliore dei modi?

“Le squalifiche sono troppo alte. Due anni per una crema secondo me è una cosa esagerata”. 

Nel caso di Sinner è uno spray per curare le ferite

“Sì, è la stessa, è uguale. Mi sono letto tutte le sentenze ovviamente, non dormivo la notte. Quella settimana che mi è arrivata la notizia”.

Che torneo era?

“A Maia con Vavassori e abbiamo vinto. Non lo sa ancora di quella settimana, forse mi vedeva un po’ strano”.

Ci hai giocato tante volte con lui in doppio?

“Abbiamo giocato due volte, una abbiamo vinto e l’altra era molto piccolo. Abbiamo giocato a Cortina”.

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il caso

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“O è gente invidiosa o semplicemente sono ignoranti, perché arrivano alle conclusioni senza sapere. Anche io, essendoci passato, ti dico che devi sapere bene le cose, devi aver studiato biologia, devi sapere cosa fanno questi farmaci. Secondo me tanta gente non lo sa. Kyirgios non lo sa neanche che una crema può essere doping. Voglio sperimentare la mia massa solidarietà a Jannik perché so quello che ha passato”.

So che è difficile metterti nei panni di Sinner, ma lui non ha avuto la sospensione e ha continuato a giocare. Ha vinto a Cincinnati. Come si fa a continuare a fare il proprio lavoro tutti i giorni? Perché poi il tennis richiede una concentrazione e una dedizione ad altissimi livelli

“Sicuramente è più difficile, magari può essere uno sfogo, però il pensiero va sempre lì. Io ce l’ho avuto, tra l’altro in off season. L’unico torneo era quello di Maia che poi ho vinto. Poi ho ripreso a metà gennaio con il primo torneo a cui ho partecipato. Durante il torneo abbiamo avuto la call che mi assolveva. È stata dura, un dicembre e gennaio difficile, non mi sono rilassato, non mi sono goduto la vita off dal tour”.

Adesso sei best ranking, un punto di ripartenza

“Non ho mai visto una fine, uno stop, per me la carriera è sempre stata un percorso quindi chiamarlo ripartenza non mi piace”.

Con chi giochi di solito il doppio?

“Quest’estate ho giocato con un ragazzo australiano si chiama Matthew Romios e abbiamo vinto tre Challenger in Italia”.

Continuerete a giocare insieme?

“No, perchè adesso non ha più il visto per rimanere in Europa. Io vado allo US Open e giocherò con Cobolli”.

Fonte : Sky Sport