Sul fronte americano, all’agente segreto Paul (Kim Kang-woo di The Vanished e The Childe) viene affidata la missione di appropriarsi del virus asiatico a tutti i costi. Nonostante questo show in quattro parti sia visivamente potente, e vanti un ritmo serrato e scene d’azione da cinema dell’Hong Kong britannica, la serie di Park ha come punto di forza i personaggi. L’ambiguo Choe – scaltro e carismatico è, assieme al killer di The Childe eponimo, il personaggio più riuscito della carriera di Kim Sun-ho: “Non c’è una persona perfettamente buona o perfettamente cattiva in The Tyrant” ha spiegato nella nostra intervista esclusiva. “Penso che ci siano diverse sfaccettature all’interno di Choe e ho cercato di farle emergere, specialmente le caratteristiche che preferivo del Direttore, che è un personaggio molto calmo, freddo ed equilibrato” ha continuato.
Il suo antagonista è Paul, asiatico dall’inglese un po’ forzato al soldo del governo americano, un individuo folle e sopra le righe. “Credo che il mio personaggio, Paul, possa risultare piuttosto sfacciato. Di certo non è l’uomo più umile del mondo” ha osservato Kim Kang-woo. “Per rendere un personaggio interessante, si deve trovarne i lati più umani, e Paul fa molti errori come essere umano. Non è un cattivo piatto, è un villain tridimensionale”. La protetta di Choe è Ja-Gyeong, una giovane assassina con un disturbo dissociativo dell’identità (la sua personalità alternativa è il fratello gemello) coinvolta nella caccia per ragioni personali. Oggi i ruoli femminili tosti sono più diffusi che mai e “il mio personaggio è una di loro” ha commentato Jo Yoon-soo. “Non avevo mai partecipato a un action e la sfida più grande per me è stata imparare le coreografie di lotta e realizzare le scene più acrobatiche. Ho fatto del mio meglio, ma è stato piuttosto impegnativo” ha ammesso.
Fonte : Wired