Francia avanti sulle vaccinazioni contro il vaiolo delle scimmie: già attivi 232 siti, in Italia sono 49

In Francia, 232 siti di vaccinazione “sono già aperti” per far fronte a una possibile epidemia di mpox. Lo ha annunciato il primo ministro dimissionario Gabriel Attal, promettendo al contempo 100.000 dosi di vaccino ai Paesi più colpiti. “Siamo pronti ad affrontare qualsiasi scenario e qualsiasi rischio”, ha scritto su X ieri (martedì 20 agosto). Finora, secondo il governo, in Francia non è stata registrata alcuna contaminazione da parte del clade 1, variante che è più letale e virulento del clade 2. In Europa, la Svezia ha annunciato di aver registrato un primo caso di sottotipo clade 1b, apparso di recente in Africa, e la Francia si aspetta la comparsa di casi sul suo territorio nel prossimo futuro e per questo si sta preparando.

“232 siti di vaccinazione sono già aperti in tutto il Paese. E molti altri saranno disponibili”, ha spiegato Attal. “Come richiesto dal Presidente della Repubblica, la Francia donerà 100mila dosi di vaccino”, ha aggiunto. “Queste dosi saranno distribuite attraverso l’Unione europea alle regioni in cui il virus sta circolando fortemente”. Queste donazioni “aumenteranno l’attuale sforzo europeo di quasi il 50%”. La scorsa settimana, l’agenzia sanitaria dell’Unione Africana Africa Cdc ha annunciato che circa 200mila dosi saranno distribuite in Africa, grazie a un accordo con l’Ue e il laboratorio farmaceutico danese Bavarian Nordic, il cui vaccino per prevenire la malattia è stato autorizzato dal 2019.

In Italia 49 siti

Sul territorio italiano i centri di vaccinazione, secondo le informazioni del sito del governo, sono 49 e il ministero lo scorso 16 agosto ha emesso una circolare in cui afferma che “la situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo” e spiegando che “si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale” e che “la scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno”.

Ue invita alla calma

“Ieri ha avuto luogo una riunione del Comitato per la sicurezza sanitaria” dell’Ue e “quello che è importante tenere a mente è che ha concordato che la situazione di Mpox non debba essere considerata una emergenza per la sicurezza sanitaria in Europa per come le cose stanno ora”. Lo ha dichiarato nella conferenza stampa dell’esecutivo Ue il portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker. “Faccio riferimento alla valutazione del rischio fatta dall’Ecdc il 16 agosto quando ha detto che il rischio complessivo per la popolazione generale resta basso”, ha aggiunto. “Il Comitato per la sicurezza sanitaria ha ovviamente concordato sull’importanza di un approccio strettamente coordinato” sul vaiolo delle scimmie.

Per quanto riguarda i vaccini, “una delle cose che abbiamo imparato dalla pandemia di Covid è che dobbiamo essere molto ben preparati per le situazioni o crisi sanitarie. Per questa ragione, già nel 2022, l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, Hera, ha concluso contratti per acquisti congiunti fino a 2 milioni di dosi di vaccini Mpox e anche per trattamenti medici fino a 100mila”, ha evidenziato.

Cos’è la nuova variante di “vaiolo delle scimmie”

Il vaiolo delle scimmie (in inglese monkeypox, a volte abbreviato con le sigle MPX o MPOX2) è una malattia infettiva virale finora presente prevalentemente in località remote di paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Si manifesta con una sintomatologia simile a quella del vaiolo. I sintomi generici includono: febbre, cefalea, stanchezza, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e, soprattutto, una riconoscibile eruzione sulla cute, che può presentare da poche a numerosissime lesioni cutanee. A spaventare oggi c’è una nuova variante che si è largamente diffusa in Africa e per la quale l’Oms ha di fatto dichiarato l’emergenza mondiale. Particolarmente critica, nel continente africano, la situazione in Congo. Qui si sono verificati oltre 14mila casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, superando già il bilancio dell’intero 2023. Preoccupa sicuramente la letalità più alta del nuovo virus, rispetto ai ceppi precedenti e la maggiore contagiosità che avviene prevalentemente tramite rapporti sessuali o contatti epidermici ravvicinati. E a spaventare ulteriormente c’è l’evidenza che questa variante colpisca in particolar modo i bambini: sono minori il 66% dei casi segnalati nello stato africano e l’82% dei decessi.

Fonte : Today