Condé Nast e OpenAI hanno siglato un accordo pluriennale che consentirà al gigante dell’intelligenza artificiale di utilizzare i contenuti dei brand del colosso dei media, editore tra gli altri di New Yorker, Vogue, Vanity Fair, Cucina Italia e Wired. La partenership permetterà a OpenAI di far apparire le storie di queste testate sia all’interno di ChatGPT che nel nuovo prototipo di un motore di ricerca dell’azienda, SearchGPT.
L’accordo tra OpenAI e Condé Nast
“È fondamentale andare incontro al pubblico nei posti in cui si trova e abbracciare le nuove tecnologie, garantendo allo stesso tempo un’attribuzione e un compenso adeguati per l’uso della nostra proprietà intellettuale“, ha scritto l’amministratore delegato di Condé Nast Roger Lynch in un’email inviata martedì ai dipendenti dell’azienda. Nel messaggio, Lynch ha citato le turbolenze in corso nel settore dell’editoria, sottolineando che le aziende tecnologiche hanno reso più difficile per gli editori ottenere profitti, per esempio con le recenti modifiche alle tradizionali ricerche online. “La nostra partnership con OpenAI inizia a compensare parte [della perdita] di queste entrate, e ci permette di continuare a proteggere e investire nel nostro giornalismo e nei nostri sforzi creativi“, ha scritto l’ad di Condé Nast.
All’inizio dell’anno Lynch aveva partecipato a un’audizione al Congresso statunitense dedicata ai metodi con cui le aziende di intelligenza artificiale come OpenAI addestrano i loro modelli, esprimendosi a favore dell’istituzione di licenze per l’utilizzo dei contenuti editoriali. In passato il numero uno dell’azienda si era opposto esplicitamente all’utilizzo non autorizzato di contenuti da parte di aziende di AI, descrivendo questi dati come “merce rubata“. Dopo che all’inizio di quest’anno Wired US ha raccontato le pratiche di web scraping adottate dalla startup AI Perplexity, Condé Nast ha inviato una diffida all’azienda.
I termini specifici dell’accordo non sono stati resi noti e OpenAI ha rifiutato di commentare.
Le reazioni
“La crescente invasione nel giornalismo da parte dell’AI è una preoccupazione significativa per i membri della NewsGuild di New York. Ci aspettiamo che la direzione di Condé Nast sia trasparente con noi su come verrà utilizzata questa tecnologia e sull’impatto che potrebbe avere sul nostro lavoro – ha dichiarato Susan DeCarava, presidente della NewsGuild of New York, il sindacato che rappresenta i dipendenti statunitensi delle redazioni di Condé Nast –. Stiamo cercando di ottenere ulteriori dettagli sull’accordo per garantire che i diritti dei nostri membri siano protetti“.
Fonte : Wired