Dybala…d’Arabia: come, perché e cosa cambia nella Roma con il suo addio

Quel giorno colmo di entusiasmo che ha accompagnato il suo sbarco nella Capitale, con tanto di accoglienza riservata solo ai più grandi, sembra essere collocato dalla memoria in un tempo molto più di distante di due estati fa. Come del resto appare molto più lontano da Roma e dalla Roma Paulo Dybala, che dopo due stagioni potrebbe davvero concludere in anticipo la sua avventura in giallorosso. La paura di perderlo, in virtù di quella clausola rescissoria “rasoterra” se messa in relazione al suo valore, c’era in verità anche lo scorso anno, con l’arrivo della scadenza dei termini per esercitarla salutato dai tifosi con un sospiro di sollievo, pur con il conforto della volontà di un giocatore che aveva più volte manifestato l’intenzione di non muoversi.

Quest’anno, però, anche la fine del conto alla rovescia che ha determinato l’impossibilità di “stracciare” l’accordo con il club romano ad una cifra (bassa) stabilita non ha dissipato i timori. Per la “Joya” è stata un’estate strana: la delusione per la mancata convocazione in Copa America, quindi la felicità per il matrimonio con Oriana Sabatini, ora le sirene – fortissime – che provano ad ammaliarlo per farlo sposare ancora ma stavolta sportivamente, appoggiando la causa della Saudi League. Per quello che, in fondo, potrebbe essere l’ultimo contratto pesante della sua carriera. Ipotesi che per un 31enne purtroppo finito ai box tante volte per problematiche di natura fisica, costituisce un’occasione più unica, che rara. Con buona pace degli iniziali propositi dell’asso argentino, che avrebbe voluto spendere ancora un paio di anni nel calcio continentale per provarsi a togliere qualche soddisfazione.

L’offerta degli arabi è, indubbiamente, di quelle che non lasciano indifferenti. Si parla di un ingaggio pari a più del doppio di quello percepito in giallorosso, con un accordo triennale. Ed in fondo, anche la Roma avrebbe comunque un tornaconto economico con cui mitigare la delusione: il contante che finirebbe nelle casse bonificato dagli arabi dell’ Al-Qadsiah non cambierebbe radicalmente la vita negli ultimi giorni di mercato (ipotizzabile una decina di milioni o giù di lì, ma di guadagno “pulito” visto che l’operazione dell’estate del 2022 era stata effettuata a costo zero) ma sarebbe quello che non uscirebbe, sotto forma di stipendio a Paulo, a garantire un risparmio notevole. Sono circa 16 milioni lordi nell’arco dei prossimi due anni, considerando che l’accordo con l’argentino ha scadenza giugno 2025 ma si sarebbe automaticamente rinnovato dopo la quattordicesima presenza nel torneo appena iniziato.

Chiaramente, l’eventuale partenza di Dybala lascerebbe un buco che assomiglia più ad un cratere sotto il profilo tecnico. Al netto delle problematiche muscolari che ne hanno suggerito un impiego parsimonioso, si parla di un attaccante capace di totalizzare 34 gol e 18 assist in 78 presenze. Ma più in generale di una pedina in grado di regalare imprevedibilità e fantasia al gioco di una squadra che, nell’ultimo biennio, ha decisamente mostrato un volto ben diverso e meno accattivante senza la sua presenza sul rettangolo di gioco. Aspetto questo che ha un peso notevole, specie per ciò che sarà il dopo-Dybala: lasciarlo partire e non sostituirlo adeguatamente sarebbe un pericoloso “downgrade” che probabilmente porterebbe anche a ricalcolare le ambizioni stagionali. Per un asso che se ne va, insomma, alla dirigenza servirà estrarne uno dal taschino. Che è anche l’auspicio di chi attende col fiato sospeso gli sviluppi della trattativa araba.

Fonte : Today