L’estate di Salvini: sopravvivere a Vannacci e al nuovo partito

Sopravvivere alla sua creatura. È questo l’imperativo categorico di Matteo Salvini che, dopo aver cavalcato il fenomeno Vannacci, ora rischia di esserne travolto. Il ‘Capitano’ Salvini, superate le resistenze provenienti dai territori, ha vinto la sua scommessa di puntare sulla candidatura del generale campione di preferenze (ben 500mila) per tenere in vita la Lega. Ora, però, i timori degli oppositori di Roberto Vannacci potrebbero materializzarsi: la nascita del comitato ‘Il mondo al contrario’ sembra a tutti gli effetti il preludio della nascita di un partito personale. Che il generale abbia davvero preso la Lega come un taxi per essere eletto a Bruxelles? È il dubbio dei detrattori del generale che, dalle colonne del Corriere della Sera, smentisce senza smontare troppo.

“Queste sono le persone che vogliono mettere zizzania tra me e la Lega. Quello che esiste è un movimento inizialmente culturale — Il mondo al contrario — che si sta ampliando, perché c’è sempre più gente che mi supporta: guardi questa piazza”, spiega Vannacci che aggiunge: “Prima questo movimento seguiva un generale, poi uno scrittore, adesso segue un politico e sta quindi cambiando la propria ragione sociale”.

Per ora non vi è alcuna certezza che il comitato diventi un partito e, probabilmente, è lo stesso Vannacci a non volerlo. Meglio partire da un’associazione politica che sia il luogo dove creare la sua corrente e, poi, eventualmente scalare un partito come la Lega che ha già un brand riconosciuto e riconoscibile. Quel che è sicuro è che Salvini dovrà guardarsi bene dalle future mosse di Vannacci il quale, è bene ricordarlo, non è stato ben accolto neppure dal gruppo dei patrioti fondato da Viktor Orbàn.

Salvini e i fichi

La mancata vittoria della Le Pen in Francia è stato un duro colpo per Salvini e il contesto internazionale, con lo spauracchio di una terza guerra mondiale, non consente certo di replicare l’azzardo del Papeete. In autunno ci sarà il congresso della Lega dove il vicepremier cercherà di rivendicare l’approvazione dell’autonomia differenziata. Una vittoria mutilata che potrebbe rafforzare Salvini in casa sua, ma che ha favorito anche il riavvicinamento delle forze di centrosinistra, fino a quel momento sempre molto divise, ora unite per una battaglia comune. La rapidità con cui le opposizioni hanno raggiunto il numero di firme necessarie non sono un buon segnale e anche se il referendum non dovesse superare il quorum si porrebbe un problema per il centrodestra. La battaglia contro l’autonomia differenziata, infatti, è il primo tassello programmatico su cui Schlein punta per creare la coalizione del campo largo. Insomma, Salvini, nel giro di pochi mesi, ha commesso due autogol: si è creato un nemico in più alla sua destra e ha ridato vigore a un centrosinistra morente.

I problemi dell’altro Matteo

Matteo Renzi, invece, dopo il fallimento del progetto centrista prima con Carlo Calenda e poi con +Europa, è tornato a bussare alla porta del centrosinistra. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti e l’abbraccio con Elly Schlein durante la partita del cuore ha fatto nuovamente riscoprire l’amore di Renzi per il centrosinistra. E i giri, prima dell’ultima improvvisa giravolta, sono stati molteplici. Renzi, da segretario del Pd a presidente del Consiglio è divenuto leader di un partito centrista che aveva l’ambizione di replicare in Italia il successo che Emmaneul Macron ha avuto in Francia. L’obiettivo, più o meno dichiarato, era quello di lanciare un’Opa sul Pd riunendo sotto uno stesso soggetto politico i liberaldemocratici, i riformisti delusi dal Pd e i moderati di centrodestra. Renzi, però, ha perso la sua scommessa perché Forza Italia, seppur orfana di Silvio Berlusconi, non è scomparsa.

matteo renzi-25

Il leader di Italia Viva, forse per timore di ritrovarsi politicamente irrilevante o forse per paura che Meloni governi davvero in eterno, ha sentito il richiamo di casa, ma ha trovato subito il portone di casa sbarrato. Giuseppe Conte ha ancora il dente avvelenato e non ne vuol saperne, almeno per ora, di riavere in squadra il principale responsabile della caduta del suo secondo governo. Anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli mantengono una posizione decisamente anti-renziana. “Se la sinistra vuole mettere veti perde, se il centrosinistra vuole prendere i voti, vince”, è il mantra di Renzi che ha ingaggiato una battaglia personale contro la premier cercando di colpire sua sorella, Arianna Meloni. Basterà questo come atto di fedeltà per ritornare nel centrosinistra?

 Giorgia Meloni ha bisogno di nuovi amici (e meno parenti) 

Fonte : Today