Rientro a scuola posticipato a ottobre per caldo, perché si discute in Italia

Posticipare il ritorno a scuola a ottobre per caldo. È questa la proposta che ha acceso il dibattito a poche settimane dall’inizio della scuola, in vista di un rientro con alte temperature e istituti non adeguati. Surriscaldate, scarsamente ventilate e affollate: in tempi di crisi climatica le aule delle scuole italiane non sono adatte alle temperature settembre. Per gli insegnanti la soluzione è rimandare l’inizio delle lezioni a ottobre, per i genitori è rendere vivibili gli edifici anche con il caldo. In mezzo a questa diatriba ci sono i medici che non possono che confermare che, in ambienti poco ventilati, con conseguenti possibili aumenti di anidride carbonica, i giovani studenti rischiano malori.

Mentre la richiesta di posticipare il ritorno a scuola a ottobre sosta sulla scrivania del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel resto del Paese si discute su quale sia la migliore soluzione. Solo su un punto, c’è accordo: con il caldo di settembre le aule sono un ambiente insano e rischioso.

Chi vuole posticipare

Secondo l’Associazione nazionale insegnanti e formatori e altri sindacati di docenti, bisognerebbe rivedere il calendario con maggiore lungimiranza, facendo slittare tutte le date dal mese di ottobre in poi.

A settembre 2024 i primi alunni a rientrare in classe sono quelli dell’Alto Adige, il 5 settembre. A seguire, il 9, il Trentino. L’11 settembre tocca a Marche, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto. Giovedì 12 è il giorno in cui si riparte in Campania, Lombardia, Molise, Sardegna e Sicilia. Solo lunedì 16 si va a scuola in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Puglia e Toscana. Questo rientro a macchia di leopardo, andrebbe adeguato alla crisi climatica.

Come già accaduto in altri settori, secondo gli insegnanti e parte del mondo della scuola, anche la pubblica amministrazione dovrebbe cambiare i propri “cicli produttivi”, come se si trattasse delle stagioni della semina. Sostenuta dal Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, la proposta di posticipo è stata sottoposta anche al parere scientifico della Società italiana di pediatria, alla Federazione italiana medici pediatri e all’Associazione nazionale pedagogisti.

Chi vuole adeguare le scuole

Gli specialisti interpellati potranno valutare i benefici della proposta, ma non decidere se quella degli insegnanti sia davvero la migliore delle soluzioni possibili. Sicuramente non è l’unica: dai genitori, infatti, arriva un’altra proposta che non mette in discussione il caldo ma il come sia meglio evitare che i giovani lo soffrano in aula.

Fonte : Wired