L’annuncio di una “zona cuscinetto” nelle aree russe occupate della regione di Kursk è la prima “indiscrezione ufficiale” che il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky concede in merito all’avanzata delle sue truppe in territorio russo cominciata a inizio agosto. Lo ha fatto domenica sera, il 18 agosto, a 12 giorni dall’inizio dell’offensiva nella regione di Kursk. Lo scopo di questa zona è chiaro, anche se non spende troppe parole per illustrarlo: dovrà servire per evitare attacchi ravvicinati “a livello del suolo” da parte dei nemici.
La guerra delle zone cuscinetto
La creazione di uno spazio che “ammortizzi” le aggressioni nemiche via terra è una delle tante modalità con cui durante una guerra si cerca di prevenire danni gravi. Zelensky fa capire infatti che ha intenzione di perseguire “tutto quello che provoca perdite all’esercito russo, allo stato russo, al complesso militare-industriale russo e all’economia”.
In questa stessa guerra, anche la Russia ha pensato a una zona cuscinetto in passato. Solo qualche mese fa, ad annunciarla era stato il presidente russo Vladimir Putin, avviando una nuova e breve offensiva nella regione ucraina di Kharkiv. Non gli aveva portato bene, il suo esercito era stato respinto, ma la tecnica della zona cuscinetto resta potenzialmente valida e anche molto frequente. Consiste nel prendere le distanze, fisicamente, dall’esercito nemico, imponendo l’esistenza di una regione fra i due confini dei Paesi in conflitto, per provare a ridurre i rischi.
A Zelensky la cosa sta particolarmente a cuore, perché finora la Russia ha potuto bombardare il territorio ucraino sempre da distanze ravvicinate. L’idea di smorzare l’intensità dei danni alle persone e all’artiglieria stessa è quindi prioritaria, ma non è né l’unica né quella distintiva del nuovo attacco ucraino. È la prova che l’invasione in corso non è una mossa temporanea, né disperata. L’Ucraina sembra infatti avere tutta l’intenzione di occupare, mantenere e difendere i territori conquistati in Russia.
Altri pochi indizi ucraini
A conferma della presenza di una articolata strategia bellica, sempre ieri sera Zelensky ha concesso altri indizi di quanto ha in mente. Ha citato alcune operazioni nell’Ucraina orientale, soffermandosi su quella in Donbass dove l’esercito ucraino ha distrutto attrezzature militari russe. Sembrerebbe che l’Ucraina stia concentrando i propri sforzi proprio in questa regione, per diminuire la pressione dell’esercito nemico che sta mettendo il suo in difficoltà. L’obiettivo si suppone sia l’ottenimento di alcune pedine di scambio, giocandosi delle parti del territorio conquistato e alcuni prigionieri di guerra russi catturati gli scorsi giorni. “Monete” utili per eventuali negoziati di cui non si parla ancora ufficialmente, ma che potrebbero essere uno dei tanti obiettivi non detti di Zelensky.
Il presidente ucraino, dopo l’annuncio della zona cuscinetto, si è infatti poi limitato a dire solo che “al momento il nostro obiettivo principale in tutte le operazioni difensive è distruggere quanto più potenziale militare russo possibile e condurre ampie operazioni controffensive”. “Quanto più”, “ampie”: uno stare sul generico tipico di chi sta combattendo una guerra, anche sui media. Resta il fatto che le parole del 18 agosto sono le prime pronunciate in merito ai propri recenti obiettivi contro la Russia. Aggiungerne altre sarebbe stato un regalare indicazioni al nemico.
Fonte : Wired