Un video di tre attivisti che denunciavano le concessioni pluridecennali sulle terre ha scatenato un nuovo giro di vite sul dissenso. Capitale blindata per impedire le manifestazioni che i leader dell’opposizione in esilio avevano convocato per il 18 agosto. Hun Manet: “Non tollereremo proteste contro il governo come quelle avvenute in Bagladesh”.
Phnom Penh (AsiaNews) – Il ministero della Difesa a Phnom Penh esulta per il “fallimento” del tentativo dell’opposizione che “dall’estero” aveva chiamato alla protesta. Ma l’altra faccia della medaglia sono le decine di attivisti arrestati nello scorso week-end per impedire ogni manifestazione nella capitale cambogiana.
Si sta trasformando nell’ennesima prova di forza di Hun Sen e di suo figlio Hun Manet contro ogni forma di dissenso, la polemica intorno alla Cambodia-Laos-Vietnam Triangle Development Area (CLV), la zona economica speciale stabilita nel 2004 e che secondo molti cambogiani si starebbe trasformando in un pericolo di nuove spoliazioni delle proprie terre.
A innescare lo scontro è stato un video di 11 minuti pubblicato il mese scorso su Facebook da tre attivisti cambogiani – Srun Srorn, Peng Sophea e San Sith – che parlavano, appunto, delle preoccupazioni generali sul CLV. In risposta Hun Sen in persona – oggi presidente del Senato, dopo aver ceduto l’anno scorso la guida del governo al figlio Hun Sen una volta liquidata ogni forma di opposizione nel Paese – ha annunciato in un discorso televisivo di aver ordinato l’arresto degli attivisti il 23 luglio. E ha messo in guardia tutti dall’avanzare commenti sulla potenziale perdita dell’integrità territoriale della Cambogia a favore del Vietnam.
Hun Manet aveva poi rincarato la dose il 2 agosto, mettendo in guardia i cambogiani dal pensiero di poter compiere proteste contro il governo “simili a quelle avvenute in Bangladesh” (che hanno portato alla deposizione della premier Sheikh Hasina ndr). “Non voglio vedere questo tipo di situazione accadere in Cambogia, soprattutto a Phnom Penh”, ha dichiarato il primo ministro.
La Cambodia-Laos-Vietnam Triangle Development Area è un accordo che mira a incoraggiare lo sviluppo economico e il commercio tra cinque province di confine in Vietnam, quattro province del Laos e le quattro province nord-orientali della Cambogia: Ratanakiri, Mondulkiri, Kratie e Stung Treng. L’intesa – fortemente voluta da Hun Sen – consente il libero flusso delle persone per commercio e investimenti. Ma alcuni cambogiani sono preoccupati che le concessioni pluridecennali di terreni agricoli a investitori vietnamiti o laotiani si tradurranno in una perdita di controllo su grandi appezzamenti di terra cambogian.
Il CLV “è una copertura per ulteriori deforestazioni illegali, sfratti di terreni e sfruttamento delle risorse naturali per guadagni stranieri”, ha scritto la leader dell’opposizione in esilio Mu Sochua su X, il social network precedentemente noto come Twitter. E manifestazioni di esuli in solidarietà con i tre attivisti arrestati il 23 luglio si sono tenute in Corea del Sud, in Giappone e in Australia, con un appello ai cambogiani a protestare anche in patria il 18 agosto.
Un invito che il governo di Phnom Penh ha stroncato ancora una volta sul nascere: il sito Cambojanews parla di oltre 20 arresti tra esponenti politici, attivisti per i diritti umani e giovani nei giorni precedenti alla prevista manifestazione del 18 agosto a Phnom Penh, mentre severi controlli sono stati effettuati sui viaggiatori in entrata nella capitale. Ancora domenica mattina – riferisce ancora il sito – la polizia ha prelevato quattro membri della Khmer Student League Association (KLSA) nel loro ufficio.
Il generale Chhum Sucheat, portavoce del ministero della Difesa, ha potuto così riferire che non c’è stato alcun segno di movimenti o raduni nel Paese il 18 agosto: “Il popolo e i giovani cambogiani – ha aggiunto – non sono sciocchi; capiscono la situazione e hanno scelto di non partecipare o sostenere le attività dell’opposizione”. Mentre dall’esilio Sam Rainsy, una dei volti più noti dell’opposizione commentava: “Terribile ma familiare reazione eccessiva in Cambogia alle proteste sul CLV. Il regime preferisce incarcerare cittadini innocenti piuttosto che assumersi la responsabilità pubblica su qualsiasi questione”.
Fonte : Asia