Mini reattori nucleari, chi c’è nella corsa europea

Ci sono dentro Google e Microsoft. Così come Newcleo, startup fondata dal fisico italiano Stefano Buono, e colossi industriali come Siemens. Mini reattori nucleari modulari, small modular reactor (Smr): è questo il legante dell’alleanza promossa dalla Commissione europea per sviluppare impianti di energia atomica di piccola taglia e che conta tra i suoi iscritti due tra i giganti globali del digitale, università, piccole imprese, multinazionali del settore.

In totale, 286 componenti, secondo l’ultimo censimento di luglio, con l’obiettivo di costituire una rete che faccia avanzare l’industria europea nel mercato dei mini reattori nucleari modulari. Sono impianti atomici piccoli rispetto alle centrali tradizionali, sia per dimensione sia per potenza. Utilizzano tecnologie a fissione (quindi generando energia dalla rottura di nuclei di atomi) per produrre dai 10 ai 300 megawatt di energia e strutture modulari per facilitare la produzione in serie e le procedure di assemblaggio, come spiega l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Il piano d’azione

Per l’Unione, che ha inserito il nucleare nelle tecnologie adeguate a ricevere finanziamenti per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni, l’alleanza sui mini reattori nucleari deve servire a creare un’industria interna capace di soddisfare il fabbisogno dei 27 senza dipendere da fornitori esterni, come è successo con la Cina e i pannelli solari. Avviata a febbraio 2024, la rete di imprese e centri di ricerca conta di produrre una strategia preliminare nei primi mesi del 2025 e mira a tagliare il traguardo dell’installazione di un smr entro il 2030. A settembre saranno scelti i progetti di piccoli reattori che l’alleanza intende sostenere, dal punto di vista economico e della ricerca, attraverso otto gruppi di lavoro (che vanno dalle filiera di fornitura al trattamento delle scorie).

Il nucleare è tema spinoso in Europa. Solo 13 paesi su 27 si affidano anche a centrali atomiche per il loro fabbisogno di energia, con la Francia che la fa da padrone. Mentre la Germania ha chiuso la sua stagione dell’atomo nella primavera del 2023 e solo dopo uno slittamento motivato dalla crisi energetica provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Tanto che all’ultimo vertice sull’ambiente del G7, il forum che riunisce sette tra le più importanti economie mondiali, alla reggia di Venaria reale, Berlino ha spinto per sfumare il riferimento al nucleare contenuto nella dichiarazione finale del summit, presieduto dall’Italia.

Domina la Francia

Tant’è che è Parigi il traino dell’alleanza sui mini reattori nucleari. Ha passaporto francese un iscritto su quattro: 72 imprese, tra cui ci sono sì le filiali di multinazionali del settore industriale (come la statunitense Jacobs o la coreana Kepco), ma per la maggior parte sono aziende e università locali. Come Orano, colosso francese dell’atomo con 4,8 miliardi di euro di ricavi nel 2023, che ha in cantiere due progetti di smr, finanziati con 10 milioni a testa dallo stato francese nell’ambito del piano France 2030, con le startup Stellaria e Thorizon. Entrambe, peraltro, nell’albo degli iscritti all’alleanza europea.

Lo stesso dicasi per Newcleo, che ha aderito attraverso il suo ramo d’0ltralpe. A luglio la startup di Buono ha ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione dei suoi reattori in Francia, dove ha impostato un piano di investimenti fino a 3 miliardi che ha suscitato l’interesse dell’Eliseo. Anche Newcleo è stata selezionata nei progetti di France 2030. E in questa cornice ha stretto una partnership industriale con Naarea, startup francese a sua volta aderente all’alleanza europea.

La sorpresa italiana

Per numero di iscritti alla rete degli smr, dopo la Francia si colloca, un po’ a sorpresa, l’Italia. Con 39 iscritti, è il secondo paese più rappresentato nella coalizione di Bruxelles. Sebbene il Belpaese abbia chiuso quasi quarant’anni fa con la stagione dell’atomo, la filiera industriale non si è sfaldata. Oltre ai campioni nazionali dell’energia, Eni ed Enel, ci sono Ansaldo Nucleare, impegnata nello sviluppo di almeno tre modelli di smr; Fincantieri e Rina, interessate alle applicazioni in ambito marittimo; Agenzia industrie difesa, una società pubblica che sovrintende la produzione di stabilimenti e arsenali delle forze armate.

Fonte : Wired