Ci siamo sbagliati: i forni a microonde possono ospitare interi ecosistemi di microrganismi, nonostante le radiazioni che emettono quando li utilizziamo. È quanto emerge da un recente studio, in cui un team di ricercatori dell’Università di Valencia conferma che l’elettrodomestico contiene ceppi di batteri ultraresistenti noti come organismi estremofili.
I microonde sono stati considerati luoghi privi di batteri per decenni. A lungo abbiamo infatti creduto che anche nel caso in cui si fosse intrufolato nell’apparecchio, ogni microscopico essere vivente sarebbe stato eliminato dal processo di riscaldamento del cibo . Gli utenti in teoria avrebbe dovuto preoccuparsi solo di eliminare gli odori emessi dalla costante pulizia delle superfici.
Per il loro studio, la microbiologa Alba Iglesia e il suo team hanno coltivato i batteri prelevati da 30 forni a microonde. Gli apparecchi utilizzati variavano per dimensioni e scopo: alcuni erano domestici, mentre altri arrivavano da mense aziende o ancora da laboratori, dove erano impiegati per riscaldare soluzioni chimiche. I risultati della ricerca sono stati pubblicati di recente dalla rivista scientifica Frontiers in Microbiology.
I microonde non sono un luogo incontaminato
Le colture hanno rivelato che i microonde raccolgono 101 diversi agenti patogeni, appartenenti ai generi Bacillus, Micrococcus, Staphyloccus, Bachybacterium, Paracoccus e Priesta. In tutti i dispositivi sono stati trovati organismi tradizionalmente presenti nella pelle umana, come quelli appartenenti ai generi Protobacteria, Firmicutes, Actinobacteria e Bacteroidetes. Negli uffici inoltre è stata rilevata una grande quantità di batteri associati agli alimenti, mentre i ceppi del raro genere Nonomuraea sono stati trovati nei forni da laboratorio .
La maggior parte dei batteri identificati negli elettrodomestici è innocua per l’uomo. Tuttavia, spiccano due generi associati a malattie: Klebsiella e Brevundinomas. Il primo microorganismo può sviluppare una rara polmonite, mentre l’altro scatena un’artrite reattiva.
“I nostri risultati hanno rivelato come l’intricata interazione tra l’esposizione alle radiazioni a microonde, le interazioni con gli alimenti e le abitudini degli utenti determinano la presenza di batteri nei microonde. La diversa composizione microbica osservata tra i microonde domestici e quelle di laboratorio sottolinea l’influenza dei modelli di utilizzo sulle comunità microbiche“, si legge nello studio.
Fonte : Wired