Durante la commemorazione i cristiani hanno sfilato indossando abiti neri e pregando contro l’estremismo. Il parroco locale, p. Khalid Rashid Asi, ha esortato un intervento del governo. La comunità cristiana non ha partecipato ai festeggiamenti per il giorno dell’indipendenza, che si festaggia il 15 agosto, ma ha piantato nuovi alberi nelle parrocchie.
Jaranwala (AsiaNews) – A un anno dalle violenze di Jaranwala, nel distretto pakistano di Faisalabad, i cristiani sono ancora in attesa di giustizia. Il 16 agosto 2023, con il pretesto di una presunta blasfemia, oltre 25 chiese vennero prese d’assalto e centinaia di case furono saccheggiate e bruciate, costringendo la popolazione locale alla fuga.
Durante la commemorazione che si è tenuta ieri e a cui ha preso parte anche il vescovo di Faisalabad, mons. Indrias Rehmat, centinaia di persone hanno sfilato indossando abiti neri e intonando slogan contro l’estremismo. I cristiani hanno pregato per le vittime e per la pace.
La Fondazione Cecil & Iris Chaudhry (CICF), che ha organizzato l’evento, ha esortato il governo e le organizzazioni della società civile a trovare possibili soluzioni all’aumento dell’estremismo contro le minoranze religiose in Pakistan. Durante la giornata sono intervenuti il ministro per i Diritti umani e le minoranze, Ramesh Singh Arora, e il ministro dell’Istruzione, Rana Sikandar Hayyat.
Un giorno prima, il 15 agosto, il Pakistan aveva festeggiato la Giornata dell’indipendenza. A differenza del resto del Paese, la comunità cristiana, in onore delle vittime di Jaranwala, non ha partecipato alle celebrazioni di piazza. Tuttavia, in alcune parrocchie, i giovani e i bambini, insieme ai fedeli e ai sacerdoti, hanno celebrato la Messa e piantato nuovi alberi.
“Auguro a tutti voi un felice giorno dell’indipendenza”, ha detto p. Khalid Rashid Asi, sacerdote della parrocchia del Santo Rosario. “Abbiamo sempre installato le bandiere sui tetti delle nostre chiese e abbiamo celebrato suonando i tamburi e facendo cadere petali di rosa sulla nostra bandiera. Ma oggi ricordiamo il 16 agosto 2023, quando decine di chiese vennero date alle fiamme dagli estremisti, le nostre case saccheggiate, e la nostra gente costretta a lasciare le proprie case e a rimanere nei campi a cielo aperto”.
“Oggi preghiamo per i nostri nemici – ha continuato il parroco -, ma dall’altra parte alziamo la voce per ottenere giustizia, chiediamo ancora alla Corte suprema, all’attuale governo e all’esercito di fornirci giustizia. Vogliamo un processo equo contro gli estremisti, che invece vengono liberati dai tribunali e i nostri innocenti sono ancora dietro le sbarre. Che tipo di indipendenza è questa? Abbiamo sempre amato il nostro Paese e lo abbiamo servito con vero zelo, ma il nostro popolo è sempre maltrattato”.
“In questo giorno dell’Indipendenza, non ho visto la felicità sui volti del nostro popolo che di solito si vede nel giorno dell’Indipendenza; dietro questa tristezza c’è una lunga serie di oppressioni. Ma ricordiamo ancora i nostri martiri e gli eroi che hanno fatto del loro meglio per questo Paese”, ha aggiunto p. Khalid.
Fonte : Asia