In un’intervista rilasciata nel maggio del 2020, alle telecamere di Sky TG24, il regista premio Oscar Paolo Sorrentino aveva confessato che non vedeva l’ora che si ricominciasse a giocare a calcio negli stadi italiani. E siamo certi che non fosse l’unico ad avere questo desiderio. Nella patria di Dante e Petrarca, di Meazza e Piola, più che cacciatore, l’uomo è calciatore. Il campionato di serie A 2024/20245 inizia sabato 17 agosto alle 18. 30 con il Genoa che ospita allo stadio Marassi l’inter Campione d’Italia e la sfida al Tardini tra Parma e Fiorentina.
“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”
Per i miscredenti saranno sempre e solo 22 tizi in mutande che inseguono un pallone, ma gli italiani (Churchill insegna) continuano a perdere le partite di calcio come se fossero guerre. In fondo, come diceva Pasolini, “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Già Omero nel canto VI dell’Odissea parlava di sferomachie. E se i campioni del Fútbol hanno ormai sostituito i divi del grande schermo nel cuore, e nei portafogli, di molte fanciulle, il cinema non serba rancore. Anzi rende omaggio ai “calciattori” e continua a raccontare lo sport preferito dagli italiani. Certo non è semplice descrivere in 24 fotogrammi al secondo, una disciplina che ha nella velocità e nella coralità i propri punti di forza. Per cui i film si soffermano spesso sugli aspetti collaterali del gioco più bello del mondo. Si parla di presidenti come Tognazzi che rischia sino all’ultimo minuto la retrocessione. Oppure come Totò, patron del Cerignola che danza sulle note del Calypso Goal, e si gode le Gambe d’oro dei suoi pupilli. Persino l’impiegato del vaticano Alberto Sordi, folgorato dalla fede calcistica, finisce intonando a squarciagola l’inno del Borgorosso Football Club. Persino Neri Marcoré per Zamora, il suo esordio dietro la macchina da presa, ha scelto di utilizzare il calcio come metafora per raccontare la realtà. Perché nella vita, come per il portiere, l’importante è buttarsi.
Il tifoso, l’arbitro, il calciatore
Tuttavia, quando si tratta di gridare la propria passione la parola spetta ai tifosi: dal Diego Abatantuono, uno e trino di Eccezzziunale Veramente a Pippo Franco laziale e romanista allo stesso tempo per amore del suocero. Si sa, quella del supporter è una vitaccia. Basta guardare Vittorio Gassman in I mostri. Tuttavia pure gli allenatori non se la passano benissimo: sia i Mister alla Oronzo Canà seguaci della B-Zona (L’Allenatore nel pallone), sia i catenacciari doc tipo “Il Molosso” (L’Uomo in più), un duro che non vuol saperne dell’uomo in più. Degli arbitri è meglio non parlare, non foss’altro per non essere ammoniti da Giovanna Ralli che in Il nemico di Mia Moglie non sopporta la giacchetta nera e il fischietto del consorte Marcello Mastroianni. Che poi le compagne dei direttori di gara siano donne particolarmente allegre e solo una calunnia da stadio. A meno che la signora in questione non sia Carmen Russo e il magnifico cornuto Alvaro Vitali (Il tifoso, l’arbitro e il calciatore). Comunque arbitrare nuoce gravemente alla salute. Per informazioni chiedere a Carmelo Locascio, alias Lando Buzzanca (L’arbitro).
Insomma, si corrono meno rischi a giocare. Se si è l’inafferrabile 12, la porta si trasformerà in una saracinesca. Se, invece, si è mezzo destro, mezzo sinistro, il successo in attacco è assicurato. Molto ricercati pure i Centravanti di sfondamento, specie se si chiamano Paulo Roberto Cotechino. Però, se si superano i confini nazionali, il gioco si fa più duro e si sentono riecheggiare le parole di Bill Shankl: “Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più.” Nello svariato panorama internazionale vale la pena di citare Fuga per la vittoria e Febbre a 90°, per molti critici e cinefili, due tra i migliori film mai realizzati sul calcio. Ma il cinema è come la Nazionale: ognuno ha la sua personale opinione su quali siano i film e i campioni più bravi, completi, meritevoli. Come questa classifica più arbitraria di un cartellino rosso di Concetto Lo Bello, più faziosa del lanciacori di una curva ultrà. Per cui palla al centro e buon campionato a tutti.
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Presentare in ordine rigorosamente cronologico, le undicii migliori pellicole dedicate al gioco più bello al mondo
11. Fuga per la vittoria (1981)
REGIA: John Huston
CAST: Sylvester Stallone, Michael Caine, Pelé, Bobby Moore, Osvaldo Ardiles,
La similitudine tra calcio e guerra assume finalmente una valenza positiva. La partita diventa un momento di evasione, in ogni senso. Grazie alla maestria registica di John Huston e a un cast azzeccato (che mescola attori e calciatori), il film trasfigura il match tra prigionieri alleati e soldati tedeschi in un canto di libertà. Memorabile il rigore parato da Stallone, versione portiere, e la rovesciata di Pelé
10. Eccezzziunale… veramente (1982)
REGIA: Carlo Vanzina.
CAST: Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Stefania Sandrelli, Italia, 1982
8 miliardi di incasso all’epoca, per un film che nel corso degli anni è stato promosso in serie A grazie a un istrionico e travolgente Diego Abatantuono. Il film è l’apoteosi del terrunciello con l’attore che interpreta 3 ruoli: Donato Cavallo, condottiero delle Brigate rossonere, Felice La Pezza, detto Tirzan, camionista pugliese e juventino doc e infine, Franco Alfano, milanese e interista. Per affinità elettive (Abatantuono è un vecchio cuore rossonero) il personaggio più riuscito e quello di Donato. Indimenticabile il suo discorso agli Ultrà del diavolo: “… la parola d’ordine, tanto pe’cambia, è sempre la stessa: VIULULENZA!!”
9. L’allenatore nel pallone (1984)
REGIA: Sergio Martino
CAST: Lino Banfi, Licinia Lentini, Camillo Milli, Giuliana Calandra, Viviana Larice
Si dice che il film venga proiettato come antidepressivo durante i ritiri di squadre titolate. D’altronde, chi non vorrebbe essere allenato da Oronzo Canà, il profeta della B-Zona, il teorico del modulo 5-5-5? Grazie all’allenatore nel pallone, siamo diventati tutti tifosi della neopromossa Longobarda e gioito per i gol di Aristoteles, l’asso brasiliano con la saudade. Così. tra una moglie che si chiama Mara Canà, un presidente cornuto e truffaldino, due procuratori improbabili come Gigi e Andrea, Lino Banfi interpreta uno dei personaggi più amati della sua lunga carriera. Insomma, un eroe e non solo per i gemelli Soldati, tifosi assai maneschi della Longobarda
8. Febbre a 90° (1997)
REGIA: David Evans
CAST: Colin Firth, Stephen Rea, Ruth Gemmel
Come si evince già dall’etimo, il tifo è una malattia. È questo film, tratto da romanzo di Nick Horbny, risulta essere il termometro più idoneo a misurare il calore di una passione avvezza a macinare chilometri e a superare gli ostacoli. Perché la squadra del proprio cuore si segue sempre e comunque. Le partite dell’Arsenal scandiscono la vita del protagonista (un Colin Firth in stato di Grazia) meglio di un metronomo. E le parole di Paul sono più definitive del triplice fischio dell’uomo in nero: “Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po’ ti si mescola tutto nella testa e non riesci più a capire se la vita è una mxxxx perché l’Arsenal fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per l’Arsenal quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo… Okay, va bene tutto! Ma… non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro.”
7. Best (2000)
REGIA: Mary McGuckian
CAST: John Lynch, Ian Bannen, Jerome Flynn, Ian Hart, Patsy Kensit
“Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l’ho sperperato”. In questa frase ci sono tutto il genio e la sregolatezza di George Best. Un poeta maledetto, pallone d’oro del 1968, e morto a soli 59 anni. Il film ricostruisce con affetto e perizia la vita di uno dei calciatori più forti al mondo, soprannominato il quinto Beatles, per la lunga zazzera e la passione per le ebbrezze
6 L’uomo in più (2006)
REGIA: Paolo Sorrentino
CAST: Toni Servillo, Andrea Renzi, Nello Mascia, Angela Goodwin, Italo Celoro, Antonino Bruschetta
“Nella vita non esiste il pareggio”. Soprattutto se si sceglie di giocare con un modulo a 4 punte, ovvero con l’uomo in più. Per la sua opera prima, Paolo Sorrentino decide di raccontare la vita di due personaggi che in comune hanno solo il nome: Antonio Pisapia. Uno è un cantante (ispirato a Franco Califano) L’altro è un calciatore, che ricorda Agostino Di Bartolomei, capitano della Roma morto suicida nel 1994. Andrea Renzi è straordinario nell’interpretare un uomo schivo e timido, che sogna un futuro da allenatore che non otterrà mai, perché considerato troppo triste per il mondo del calcio
5. Offside
REGIA: Jafar Panahi
CAST: Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani, Ida Sadeghi, Golnaz Farmani
La partita di qualificazione per i Mondiali di calcio fra Iran e Bahrain, si trasforma nella cartina di tornsaole della condizione femminile nella società iraniana. Tra fiction e realtà, la partecipazione del suo Paese al campionato del mondo, diventa per il regista Jafar Panahi, l’occasione per raccontare l’incontro-scontro tra due visioni antitetiche. Operazione riuscita e giustamente premiata con l’Orso d’argento a Berlino
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4. Il mio amico Eric (2009)
REGIA: Ken Loach
CAST; Eric Cantona, Steve Evets, John Henshaw,. GB, Italia, Francia, Belgio, 2009
Eric Cantona, le roi come lo chiamavano i suoi supporter, interpreta se stesso in questa favola firmata da Ken Loach, che ci insegna che bisogna sempre avere fiducia nei propri compagni di squadra. Nei panni del deus ex machina, il campione francese, idolo dei tifosi del Manchester United, è un’autentica rivelazione. Un angelo custode che aiuta uno sventurato impiegato delle poste a riprendersi la sua vita
3. Il maledetto United (2009)
REGIA: Tom Hooper
CAST: Michael Sheen, Timothy Spall, Colm Meaney, Jim Broadbent
i 44 giorni da allenatore del Leeds United dell’ex calciatore Brian Clough diventanto un piccolo capolavoro per il grande schermo. Grazie alla sontuosa interpretazione di Michael Sheen, il film ci offre il gustoso ritratto di un’icona del calcio inglese degli anni Settanta, celebre per le sue bizzarrie e per il suo odio viscerale nei confronti del suo collega Don Reevie. Un Mister che può essere riassunto in questa frase: “Non mi piace definirmi il miglior allenatore del paese, sono solo il più bravo.”
2 . Diego Armando Maradona (2019)
REGIA: Asif Kapadia.
CAST: Diego Armando Maradona
Dopo Senna e Amy Winhouse, il regista Premio Oscar Asif Kapadia ci racconta la vita, le vittorie e le sconfitte di Diego Armando Maradona. Rielaborando 500 ore di filmati in buona parte inediti, il cineasta ci svela soprattutto i segreti del Pibe De Oro durante la sua esperienza in Italia (1984-1991). Dai due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, vinti con la maglia del Napoli, al mondiale conquistato in Messico nel 1986, il ritratto sincero e affascinate di un campione amato da una città e odiato dal resto del mondo.
1. Nel nostro Cielo un Rombo di Tuono (2022)
REGIA: Riccardo Milani
CAST: Gigi RIva
Il film è un racconto intimo, dello sportivo e dell’uomo, che inizia dall’infanzia passando dai primi calci al pallone per proseguire in quella che diventerà la sua regione d’elezione dalla quale non allontanarsi più: la Sardegna. Tra i volti intervistati, oltre a Luigi Riva, anche Gianfranco Zola, Nicolò Barella, Gianluigi Buffon, Roberto Baggio, Massimo Moratti, Cristiano De Andrè.
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Fonte : Sky Tg24