Wizz Air, l’abbonamento all you can fly basterà a risollevare le sorti della low cost?

L’annuncio dell’abbonamento all you can fly è stata la notizia con cui la compagnia aerea low cost Wizz Air si è conquistata negli ultimi giorni l’attenzione dei media internazionali. Di fatto, la proposta della società ungherese di un voucher con cui viaggiare sulle sue tratte in maniera “illimitata” (le virgolette sono d’obbligo, perché di limiti, in realtà, ce ne sono molti) è un unicum nel mercato aereo europeo. E in un periodo in cui i prezzi dei voli nel vecchio continente sono aumentati considerevolmente, sulla scia degli effetti del Covid-19 e della crisi energetica, con tariffe nel 2023 del 20-30% superiori al 2019 secondo i dati della Commissione europea, un’offerta flat è una mossa contro corrente.

In Borsa non decolla

Tuttavia, l’all you can fly di Wizz Air non è stato sufficiente a scaldare i cuori in Borsa. Dove le azioni della low cost ungherese volano da tempo a bassa quota. Negli ultimi cinque giorni il titolo, quotato alla Borsa di Londra, ha perso il 10% del suo valore, stando ai dati sull’andamento delle azioni al momento della scrittura di questo articolo. Un’azione di Wizz Air si scambia a circa 1.239 penny (gbx, la valuta con cui sono indicizzati i titoli alla borsa londinese), ossia circa 14,54 euro al cambio corrente.

Un avvitamento continuo, quello del titolo di Wizz Air, rispetto ai picchi di marzo 2021, quando le azioni avevano sfiorato i 64 euro. Di fatto, la low cost è scesa al di sotto della valutazione con cui aveva debuttato sulla piazza inglese nel 2015. Neppure l’auspicio che qualche viaggiatore incallito o qualche azienda interessata alle tratte internazionali della società possa sottoscrivere l’abbonamento da 599 euro (scontato di 100 euro per due giorni) ha generato interesse intorno alle azioni della società aerea. La compagnia non ha ancora rilasciato informazioni sull’andamento dei primi giorni della campagna, con cui tenta di aggredire il mercato sempre più difficile dei voli a basso costo.

I dati finanziari

Al netto delle limitazioni, che fanno della tariffa all you can fly un prodotto meno flessibile di quanto possa sembra di primo acchito, gli analisti finanziari hanno sotto mano i dati del primo trimestre dell’anno fiscale del gruppo, chiusi a giugno 2024. In particolare, la società guidata dall’amministratore delegato József Váradi soffre della messa a terra forzata di 46 aeromobili, causata da problemi ai motori realizzati dal fornitore Pratt & Whitney. La low cost non è ancora uscita dal tunnel: prevede che a settembre 2025 saranno 47 gli aerei bloccati, leggermente al di sotto dei 50 inizialmente prefigurati ma comunque destinati a impattare ancora a lungo sulla piena operatività della compagnia aerea.

Il margine operativo lordo è in netto calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 44,6 milioni di euro contro i 79,9 del primo trimestre 2023. A livello di margine netto, si passa da 61,1 milioni a 1,2 milioni del trimestre appena chiuso. L’aggressiva campagna prezzi che Wizz Air vuole condurre mira a fare concorrenza alle altre compagnie aeree low cost, Ryan Air (che sta sfidando sulle stesse tratte) ed EasyJet (che qualche anno fa, quando navigava in acque migliori, la società ungherese era stata interessata a comprare). Peraltro nel prossimo trimestre si vedranno anche gli effetti del rimborso del 120% promesso da Wizz Air ai passeggeri colpiti dal blackout causato da un aggiornamento della società di cybersicurezza Crowstrike sui computer di Microsoft a fine luglio.

Tuttavia potrebbe non bastare a compensare le nubi all’orizzonte, come le nuove rotte che la compagnia intende tracciare per coprire le tratte verso il Medio oriente a causa delle tensioni nell’area. Secondo Forbes, sarà necessario uno scalo a Cipro e un rifornimento aggiuntivo, con un incremento dei costi per servire il quadrante orientale. Altri problemi sono legati al personale: Wizz Air è una delle compagnie colpite dagli scioperi in Italia dei mesi scorsi. In Borsa neanche le altre compagnie low cost se la passano bene. Ryanair ha subìto un calo dopo aver annunciato profitti in diminuzione del 46% nell’ultimo trimestre e tariffe più basse per tenere testa alla concorrenza. E lo stesso è successo per Easyjet, che ha mancato i profitti preventivati e, in aggiunta, a maggio ha comunicato il passo indietro dell’ad Johan Lundgren.

Fonte : Wired