Vaiolo delle scimmie, cosa sappiamo sulla nuova variante

Una primo caso di contagio di una forma più grave di vaiolo delle scimmie è stata individuata fuori dall’Africa. E nello specifico in Svezia, dove le autorità sanitarie hanno confermato che a una persona di ritorno da un viaggio nelle aree africane colpite dal vaiolo delle scimmie (o monkeypox, mpox) è stato diagnosticato il contagio di una variante più grave del virus.

Il clade I del virus del vaiolo delle scimmie

Esistono due ceppi, cladi in linguaggio tecnico, del virus del vaiolo delle scimmie. Il primo, clade I, è stato finora rilevato principalmente nell’Africa centrale, e in particolare nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), da dove è partito il nuovo allarme contagi che ha spinto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a dichiarare una emergenza sanitaria globale. Il clade I del virus del vaiolo delle scimmie è associato a sintomi clinici gravi e a una mortalità che, secondo dati riferiti da Science, si aggira tra il 4% e l’11% dei casi.

Il clade II del virus del vaiolo delle scimmie

Il secondo ceppo è il cosiddetto clade II del virus del vaiolo delle scimmie, che risultava confinato in gran parte all’Africa occidentale fino all’epidemia globale del 2022, quando mpox è diventato un tema attenzionato a livello mondiale anche al di fuori dei confini della comunità scientifica. Tuttavia il clade II provoca una malattia meno grave e una mortalità inferiore al 4%.

Come riporta Science, “storicamente, il clade I del virus del vaiolo delle scimmie ha predominato, rappresentando il 95% dei casi segnalati”. Nel 2017 una grave epidemia di una variante del clade II si è verificata in Nigeria e si sono verificati molti casi di trasmissione a livello umano. Quella variante ha a sua volta generato la linea responsabile dell’epidemia globale del maggio 2022, con 95.226 casi confermati in 117 paesi fino a marzo 2024. Mentre ad aprile l’epidemia di clade II si è attenuata, nonostante il virus ancora circoli pesantemente in alcuni paesi africani, come la Nigeria, ha preso vigore la diffusione di casi di contagio del clade I del virus. Le infezioni di questo ceppo del virus sono aumentate in Africa centrale. Science precisa che questo è avvenuto “specialmente nelle aree forestali remote, probabilmente a causa di un salto zoonotico con trasmissione secondaria da uomo a uomo”.

La risposta delle autorità sanitarie e dell’Oms

L’annuncio del contagio in Svezia è arrivato a 24 ore dalla decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità di designare l’epidemia di mpox come un’emergenza globale. L’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha annunciato di aver identificato il primo caso della variante più pericolosa del vaiolo delle scimmie a Stoccolma. Nonostante la gravità della situazione, il ministro della Salute svedese, Jakob Forssmed, ha rassicurato: “Credo che la situazione sia seria, ma non c’è motivo di allarmarsi: il rischio di infezione è basso. Siamo ben preparati e i servizi sanitari dispongono di buone procedure in materia. È una malattia conosciuta. Abbiamo vaccini disponibili e li abbiamo in magazzino”.

Il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, è intervenuto su X: “Come abbiamo già evidenziato, era solo una questione di tempo prima che la variante del clade I di mpox, che sembra essere più grave rispetto al clade II, venisse individuata in altre regioni del mondo, data la nostra interconnessione globale”. Kluge ha invitato i Paesi a fornire “consigli di salute pubblica” e a migliorare l’accesso ai vaccini e agli antivirali. Ha inoltre sottolineato l’importanza di non stigmatizzare o discriminare le persone o le comunità colpite dal virus.

I sintomi e i vaccini

La trasmissione del vaiolo delle scimmie avviene per contatto diretto con fluidi corporei, come sangue, goccioline respiratorie, saliva, secrezioni genitali, essudato di lesioni cutanee e crosta. La diagnosi è basata sulla valutazione dei sintomi e va confermata con altri esami, come il rilevamento del dna virale specifico mediante la proteina C reattiva (Pcr). Dopo un periodo di incubazione da 7 a 17 giorni, il vaiolo delle scimmie si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e linfoadenopatia, seguiti successivamente da eruzioni cutanee ben circoscritte ma diffuse su tutto il corpo, che si presentano prima come macchie, poi evolvono in pustole e infine in croste. Tra le rare complicanze sono riportate: broncopolmonite, shock secondario a diarrea e vomito, cicatrici corneali che possono portare a cecità permanente, encefalite specialmente nei pazienti con infezione batterica secondaria e setticemia, con la formazione di cicatrici sulla pelle come sequela a lungo termine.

Fonte : Wired