Ucraina, usare le immagini dallo spazio per i soccorsi in zone di guerra

Quali sono le zone più colpite? Quanti edifici sono crollati? Ci sono donne, anziani o bambini coinvolti? Le vie di accesso all’area sono libere? Queste sono le principali domande che si pone chi soccorre le persone coinvolte in un bombardamento. E più le risposte sono rapide e dettagliate, e maggiori saranno le possibilità di poter salvare delle vite. Il progetto Map for damage assessment with satellite artificial intelligence (Masai) nasce proprio con questo intento, quello di cercare di fornire informazioni specifiche a chi opera in zone di conflitto, mentre si trova a lottare contro il tempo. La Croce Rossa Italiana (Cri), che ha per scopo l’assistenza sanitaria e sociale in zone di guerra, sarà la prima associazione a sperimentare il prossimo autunno in Ucraina tutto il potenziale di questo progetto.

Danni e accessi quasi in real time

Il progetto Masai è stato finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e promette di impattare su diversi aspetti del pronto intervento. Infatti, dai primi soccorsi che vengono prestati, alla fase di ricostruzione post-catastrofe fino alla ricollocazione delle popolazioni colpite, saranno diversi gli aiuti che saranno garantiti.

La Croce Rossa Italiana lo integrerà nei suoi processi di validazione e valutazione pre-operativa “per ottenere con maggiore prontezza, efficacia e precisione indicazioni valide sui danni alle infrastrutture, individuare le priorità nei soccorsi e capire come raggiungere le aree interessate” spiega Jean-Baptiste Bove, che in Cri si occupa proprio della valutare i danni che riguardano le infrastrutture. “È fondamentale per ottimizzare gli sforzi e non disperdere le risorse di soccorso, sempre limitate, riuscire a garantire una risposta in linea rispetto a quanto accaduto al paese colpito, senza la necessità di dover mandare persone sul campo”, aggiunge Bove.

Testando questo strumento man mano che viene sviluppato, la “localizzazione” effettuata da Masai è risultata sempre più essenziale. “Come utenti finali abbiamo proprio per questo chiesto che fosse integrabile con i nostri dati e con quelli che condividono con noi le organizzazioni del paese colpito con cui collaboriamo – spiega il tecnico -. Ora, incrociando le nostre informazioni con quelle fornite da Masai, possiamo ottenere nuovi dettagli preziosi, a partire dal profilo demografico e dalle caratteristiche della popolazione colpita”.

Pronto intervento più preparato

A rendere il progetto Masai utile per Cri, infatti, non sono solo le immagini ad alta risoluzione temporale e spaziale,Il suo vero valore è la piattaforma software nella sua interezza – spiega Bove – che ci fa visualizzare i dati velocemente, ma soprattutto ci permette di fare confronti e analisi approfondite. Questo è ciò che riduce fortemente il numero degli step pre-intervento, migliorando i risultati operativi sul campo”.

Fonte : Wired