Due euro al mese per il cloud, 4-5 euro per lo streaming, 11 per ascoltare la musica, una quindicina per videogiocare, 20 per avere una buona connessione a Internet, 35 per vedere la Serie A. Cifre relativamente piccole, che però si sommano una con l’altra e si ripetono tutti i mesi sino a portare a un totale che fa oggettivamente impressione. E che quasi sfiora il costo di un anno di studio in università.
Oggi, volendosi godere più o meno tutto e senza esagerare (cioè senza scegliere gli abbonamenti più cari) si arrivano a spendere più di 170 euro al mese, cioè oltre 2000 euro l’anno. Togliendo il calcio si scende a quota 1500, ma è una magra consolazione. Il problema è che non solo tutto costa, ma che tutto costa sempre di più: dal 2022 a oggi (qui la prima versione del nostro monitoraggio), i prezzi dei principali servizi digitali sono cresciuti di quasi 40 euro al mese. Di seguito vediamo il dettaglio di quali sono le offerte nei vari ambiti e una stima di quella che secondo noi è la cifra necessaria per goderne.
La connessione a Internet
È la voce da cui si parte, quella che se non c’è, tutto il resto non si può fare. Non la prenderemo in considerazione nel dettaglio, perché il costo del collegamento alla Rete è altamente variabile, anche in relazione alla stagione: può andare da meno di 10 a oltre 50 euro al mese, a seconda di velocità, dispositivi collegati, che si tratti di casa o di smartphone. Inoltre, chi ha 30-40 anni ha magari una figlia o un figlio adolescente cui pagare la connessione: questa spesa non contribuisce alla vita digitale del genitore, ma ovviamente ne aumenta il costo. Indicativamente, per il collegamento a Internet si possono calcolare 10-20 euro al mese.
Lo streaming di film e serie
Questa è fra le voci più importanti del budget di spesa mensile: a causa di come sono divisi i diritti sui contenuti, è impossibile usare una sola app, perché ognuna ha le sue esclusive e nessuna offre tutto. Abbiamo preso in considerazione le piattaforme che rappresentano il 90% del mercato italiano.
Amazon Prime Video
Disponibile in Italia da fine 2016, costava 19,99 euro l’anno, saliti a 36 e ora a 49,90. Oppure 5,99 al mese, cui eventualmente aggiungere 1,99 al mese per togliere la pubblicità. Il piano annuale è più conveniente: va messa in conto una spesa mensile di poco più di 4 euro.
Apple TV Plus
La includiamo anche se è un player piccolo, perché ha alcuni contenuti di ottimo livello e interessanti: 3 mesi gratuiti comprando un dispositivo Apple, altrimenti l’abbonamento costa 9,99 euro al mese (due anni fa erano 4,99) oppure 99 l’anno (8,25 al mese). Poi c’è il piano One, che parte da 19,95 euro al mese (due anni fa erano 14,95) e comprende anche Music, Arcade e iCloud. L’unica con i 7 giorni di prova.
Disney Plus
Sul piano annuale, Disney Plus ha costruito la sua forza: a marzo 2020, quando è arrivata in Italia, ci si poteva abbonare con 59,99 euro per 12 mesi e con i contenuti in 4K. Quel prezzo è salito a 69,99 euro l’anno e ora è a 119,90. Hanno aggiunto un piano da 89,90 l’anno ma non in 4K: per avere oggi quello che si aveva due anni fa, la spesa mensile è salita da 7,5 a 9,99 euro.
Netflix
I prezzi vanno da 5,49 euro al mese, la soglia di ingresso più bassa ma con la pubblicità, a 17,99 euro al mese. Per il piano Standard, che all’inizio costava 9,99 al mese, oggi se ne spendono 12,99: resta il più adatto alle esigenze della maggior parte delle persone.
Now TV
L’arrivo in Italia ad autunno 2015 fu una svolta per gli abbonati di Sky: niente più parabola e installazioni e avendo quasi gli stessi contenuti. Nel corso del tempo, il prezzo è rimasto più o meno invariato: 6,99 al mese per le serie, 9,99 per serie e film, 11,99 per serie, film e audio in Dolby Digital. Uno dei pochi servizi che non è aumentato ma anzi è un filo calato (film e serie insieme sono arrivate anche a 14,99 al mese).
Tim Vision
Il vantaggio dell’offerta Tim è che è legata alla connessione a Internet e in qualche modo ne assorbe il costo: comprende contenuti esclusivi e parte del catalogo di altre piattaforme. Lo svantaggio è che i costi non sono sempre chiari: il piano base con Disney Plus (prima c’era anche Netflix) costa 3,99 al mese sino a fine anno e poi 6,99; quello Gold (con Disney Plus, Netflix, Dazn, Infinity e Prime) costa 14,99 il primo mese, che diventano 29,99 al mese per i successivi 3 mesi, che poi diventano 42,99 al mese; il piano Calcio e Sport (con Disney Plus, Dazn e Infinity) costa 19,99 al mese per i primi 3 mesi e poi 34,99.
Costo mensile stimato: 35 euro (4,5 euro in più ogni mese rispetto al 2022)
Tra i servizi elencati, ipotizziamo che un utente medio non rinunci a Netflix, per l’offerta sterminata e per le serie tv di culto di cui parlano tutti. Anche Amazon Video rientra probabilmente nelle spese, poiché fa parte di Prime, che molti sottoscrivono per le consegne. Nel caso di una famiglia, è probabile che si aggiunga Disney Plus per i contenuti per bimbi. Includiamo Apple TV Plus, perché permette di accedere a serie tv di qualità come Scissione e Silo.
Il calcio
In Italia, quasi uno su due segue il calcio: siamo un Paese di 25 milioni di tifosi e il mercato più grande per le piattaforme di streaming è quello del pallone. Per chi non va allo stadio, uno o più abbonamenti per seguire la propria squadra sono irrinunciabili.
Dazn
Dazn trasmette tutte le partite della Serie A e della Serie B e l’abbonamento base per vederle costa 34,99 al mese (5 euro al mese in più rispetto a due anni fa).
Amazon Prime Video
La piattaforma di Bezos ha 18 partite sulle 203 della Champions League, cioè il migliore match del mercoledì, con protagonista una squadra italiana se qualificata, sino alle semifinali. Il costo è già compreso in Prime.
Sky o Now TV
Le coppe europee, dalla Champions a Europa e Conference League, sono esclusiva di Sky: per vederle serve un abbonamento a Sky oppure a Now TV, con prezzi che partono da 14,99 al mese ma possono arrivare a 34,90 al mese (con Premier e Bundesliga).
Costo mensile stimato: 35 euro (+5 euro sul 2022)
Come si capisce, se si vuole vedere tutto servono 3 abbonamenti: Dazn per l’Italia, Sky e Prime Video per la Champions. Il totale sfiorerebbe i 60 euro al mese, ma volendo risparmiare e limitandosi a Serie A e B se ne spendono comunque 34,99 solo per Dazn.
Lo streaming musicale
La musica è parte integrante della nostra vita, dal running al viaggio verso il luogo di lavoro, sino alle ninnananne per i figli. Molti usano playlist di YouTube, ma le limitazioni sono molte e spesso si finisce per sborsare gli euro necessari a un ascolto più libero.
Spotify, Apple Music e Tidal
Spotify si può ascoltare anche gratis con la pubblicità (oggi più frequente) ma quasi 200 milioni di abbonati nel mondo dimostrano che pagare 10,99 euro al mese per un ascolto pulito e illimitato ha un senso. Le alternative, come Apple Music oppure TIdal, che costano uguale, offrono una migliore qualità audio.
Costo mensile stimato: 11 euro (+1 euro sul 2022)
Tidal resta un prodotto di nicchia, fra Spotify e Apple Music la scelta è condizionata dai dispositivi su cui si ascolta, ma difficilmente si sottoscrivono due abbonamenti. Da notare che tutti e 3 sono aumentati di 1 euro al mese dal 2022.
La nostra vita nel cloud
Un’altra voce cui è difficile rinunciare è quella dell’archiviazione online per foto, video, backup dei dispositivi, file e decine di migliaia di mail che conserviamo da anni.
Google One
Il cloud di Mountain View è integrato in gran parte della nostra vita digitale: dalla posta elettronica su Gmail ai nostri dati sullo smartphone. Google mette disposizione 15 GB di spazio, più che sufficienti per le esigenze della maggior parte delle persone. Se si vuole di più, si paga: si parte da 1,99 al mese per 100 GB.
Apple iCloud
Cupertino mette a disposizione 5 GB gratis per chiunque abbia un account: si sale a 99 centesimi al mese per 50 GB, 2,99 per 200 GB e 9,99 per 2 TB.
Microsoft OneDrive
Il servizio di archiviazione di Redmond è in parte legato all’acquisto del software, ma lo spazio si può acquistare separatamente: con un account Office ci sono 5 GB, altrimenti si spendono 20 euro l’anno per averne 100. Meno di 2 euro al mese.
Dropbox
Dropbox fa praticamente solo questo e la specializzazione si vede nei servizi supplementari offerti, come crittografia, backup periodico, ripristino e così via. Aprendo un account si hanno a disposizione 2 GB, poi si può salire a 2 TB per 9,99 al mese.
Costo mensile stimato: 5 euro
Lo spazio che serve dipende dalle esigenze personali, ma possiamo immaginare un utente medio che paghi 2-3 euro al mese per 200 GB su Drive oppure su iCloud e magari un paio di euro per altri 100 GB su OneDrive, magari per ragioni professionali. Nessuno dei servizi è aumentato negli ultimi due anni.
Un abbonamento per le IA
Questa voce nel 2022 non c’era, ma con le intelligenze artificiali conversazionali e generative ha senso prenderla in considerazione. Le versioni gratuite sono più che sufficienti per un utilizzo personale, ma se si hanno esigenze professionali ci sono i piani a pagamento di ChatGPT (19 euro al mese), Gemini Advanced (21,99 euro) e Perplexity (19 euro, la nostra prova). Apple Intelligence dovrebbe avere un prezzo simile.
Gli abbonamenti per videogiocare
Con il prezzo dei giochi cresciuto vertiginosamente, le aziende hanno spinto prima sul download digitale e poi sull’abbonamento a tariffa fissa, una sorta di streaming del gaming.
Xbox Game Pass
Microsoft è stata la prima a crederci, con il Game Pass che permette l’accesso a centinaia di giochi pagando un canone mensile. Ce ne sono varie versioni: quella base per console si chiama Core, costa 6,99 al mese ma non la consigliamo; per lo Standard si spendono 14,99 euro al mese ma senza i giochi nel giorno dell’uscita. L’unica soluzione per avere oggi quello che si aveva due anni fa a 9,99 euro è attivare il piano Ultimate, che è aumentato sino a costare ben 17,99 euro al mese.
PlayStation Plus
Il servizio di Sony ricalca a grandi linee quello della console americana: si parte dal livello Essential, che costa 71,99 euro l’anno (due anni fa erano 59,99); si sale a Extra (forse quello più interessante, con l’accesso a un ampio catalogo di giochi) con 125,99, cioè 10,5 euro al mese contro gli 8 di due anni fa; in cima c’è la versione Premium da 151,99 l’anno (prima erano 119,99).
Nintendo Switch Online
L’azienda giapponese non comprende alcun gioco attuale nel piano di abbonamento, ma solo un’ampia lista di classici del passato. Il piano base costa 19,90 l’anno e permette di accedere ai titoli di NES e Snes, quello più completo costa 39,99 l’anno e aggiunge anche una selezione di giochi per N64 e Sega Mega Drive. L’unico a non essere aumentato.
Amazon Luna e Apple Arcade
Con la chiusura di Stadia, sono le due sole proposte di cloud gaming, anche se l’offerta di Cupertino non lo è tecnicamente: la prima costa 9,99 al mese (alcuni giochi sono accessibili con Prime); la seconda 6,99 al mese (due anni fa erano 4,99), ma può essere inclusa in Apple One, che comprende anche Music, TV Plus e iCloud.
Costo mensile stimato: 14 euro (+4 euro sul 2022)
A meno di non essere particolarmente esigenti (o particolarmente capricciosi), è difficile che si abbia necessità di più di un servizio del genere: visto che i più diffusi sono aumentati tutti, abbiamo fatto una media di 14 euro al mese uno per l’altro.
Per leggere e informarsi
L’editoria è fra i settori più colpiti dalla pirateria ma (come per la musica) i servizi digitali insegnano che pagare una piccola somma mensile per avere informazione di qualità è insieme una comodità e un modo legale per sostenere gli autori e le pubblicazioni che si apprezzano.
Quotidiani e riviste
Ormai ogni testata propone un abbonamento digitale, spesso a prezzi vantaggiosi rispetto al cartaceo: i quotidiani in italiano, costretti dalla lingua a un mercato più contenuto, hanno prezzi meno competitivi rispetto ai rivali britannici o americani, che spesso hanno offerte incredibili da 2-3 euro al mese. La tendenza del futuro è un abbonamento come quello di Readly, che per 14,99 al mese (3 euro in più in due anni) propone migliaia di riviste, italiane e internazionali, da sfogliare in versione digitale.
I libri infiniti
Chi è abbonato ad Amazon Prime può già contare su una serie di titoli gratuiti, ma l’offerta diventa più ricca se ci si iscrive a Kindle Unlimited: pagando 9,99 euro al mese si accede a una selezione di titoli decisamente vasta. Kobo, il principale concorrente, ha un abbonamento Plus da 12,99 euro al mese che fa più o meno le stesse cose e include anche gli audiolibri.
I libri da ascoltare
Chi non ha tempo per leggere, solitamente sceglie gli audiolibri. Anche qui, per usufruire dei contenuti migliori, serve un abbonamento. I canali principali sono due, ognuno con le sue esclusive: Audible costa 9,99 euro al mese, Storytel parte da 6,49.
Costo mensile stimato: 32 euro (+1 euro sul 2022)
Il modello senza limiti di Amazon e Kobo è conveniente per chi legge molto e anche per chi lo fa sporadicamente, visto il costo di un volume cartaceo: diamo per scontato che almeno un abbonamento di questo tipo venga sottoscritto. Ma in famiglia magari c’è chi preferisce ascoltare i libri: aggiungiamo l’offerta più economica di Storytel. Quotidiani e riviste sono un discorso a parte, magari si sceglie un giornale nella nostra lingua e uno all’estero, per un costo mensile di 4-5 euro. Le riviste forse sono un extra, ma l’offerta senza limiti di Readly è interessante e l’abbiamo inclusa.
Le app che aiutano a controllare la spesa
Come un paio d’anni, da questa lista abbiamo volontariamente escluso gli abbonamenti legati al fitness e al dating, perché già così le cifre di cui si parla sono ragguardevoli. Come allora, ricordiamo che, visto appunto che c’è il rischio di spendere tanto e pure di perdere traccia di quello che si sta spendendo, può essere utile farsi aiutare dalla tecnologia: sia Android sia iOS integrano funzioni per tenere traccia degli abbonamenti stipulati, altrimenti ci sono app specifiche che fanno proprio questo, come Bobby o WalletApp. Di più o meno tutte abbiamo già spiegato il funzionamento (qui), confermando che purtroppo anche alcune di queste si fanno pagare.
Fonte : Repubblica