“Zalensky approvò il sabotaggio del Nord Stream, poi ci ripensò ma era troppo tardi”

Il sabotaggio del gasdotto russo Nord Stream nel Mar Baltico nel 2022 è stato approvato ai più alti livelli dal governo di Kiev, anche inizialmente dal presidente Volodymyr Zelensky. Lo sostiene il Wall Street Journal citando diverse fonti militari ucraine.

Secondo l’autorevole quotidiano statunitense, che già in passato aveva sostenuto che l’Ucraina era dietro il sabotaggio inizialmente attribuito alla Russia di Vladimir Putin, l’attacco esplosivo nelle profondità del Mar Baltico è stato effettuato sotto la supervisione dell’allora comandante in capo dell’esercito ucraino, Valery Zaloujny, nonostante il ripensamento di Zelensky che, dopo l’iniziale approvazione, avrebbe poi chiesto di fermare il piano.

Queste indiscrezioni di stampa giungono a seguito della rivelazione che le indagini giudiziarie tedesche sul sabotaggio si stanno concentrando proprio sull’Ucraina, con un mandato di arresto recentemente emesso nei confronti di un sommozzatore professionista del Paese in guerra. L’idea del sabotaggio sarebbe emersa nel maggio 2022 durante una riunione di ufficiali, alti dirigenti e leader commerciali ucraini, tre mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina, scrive il quotidiano statunitense.

“Gli Usa chiesero all’Ucraina di non sabotare il Nord Stream”

Secondo il Wsj un totale di sei persone sarebbero state direttamente coinvolte in questa operazione, per un costo di circa 300mila dollari, tutti finanziati da denaro privato. “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva inizialmente approvato il piano, secondo un ufficiale coinvolto e tre che ne erano a conoscenza”, afferma il quotidiano statunitense. “Ma poi, quando la Cia ne è venuta a conoscenza e ha chiesto di fermarlo, ha ordinato di interromperlo”, sostiene il giornale. Tuttavia, Valery Zaloujny, all’epoca comandante in capo dell’esercito ucraino, ignorò l’ordine e la sua squadra modificò il piano iniziale, aggiunge il giornale.

Contattato dal Wsj, Zaloujny, che nel frattempo è stato nominato ambasciatore per l’Ucraina a Londra, ha dichiarato in uno scambio di battute di non essere a conoscenza di tale operazione e ha definito “provocazione” qualsiasi affermazione contraria. Dopo il sabotaggio del gasdotto russo nel settembre 2022, Zelensky ha chiesto spiegazioni a Zaloujny, secondo quanto riportato dal Wsj, che cita tre persone a conoscenza dello scambio.

Zaloujny avrebbe risposto che era troppo tardi, dicendo che non era più possibile comunicare con la squadra di sabotaggio perché qualsiasi contatto avrebbe potuto mettere a rischio l’operazione. “Ha detto (a Zelensky), è come con un siluro, una volta lanciato contro il nemico, non si può tornare indietro, continua ad andare avanti finché non fa il botto”, ha descritto quanto dichiarato dal generale un ufficiale superiore informato sulla conversazione, citato dal Wsj.

I media tedeschi, che hanno rivelato i recenti progressi dell’indagine giudiziaria, sono molto più cauti sul coinvolgimento di alte autorità ucraine, e tendono al contrario a scagionare almeno il presidente Zelensky. Il settimanale Der Spiegel, invece, cita il possibile coinvolgimento di Valery Zaloujny.

Fonte : Today