Così l’ultra putiniano Nicolai Lilin è scappato (forse)

Dunque Nicolai Lilin se la sarebbe svignata. Lo si deduce da un video registrato lo scorso 9 agosto. Doveroso il condizionale, perché al momento è impossibile verificare. Potrebbe essere perfino una grande trovata pubblicitaria. Lo scrittore e tatuatore moldavo, nel video, ha detto di avere subito una perquisizione e la revoca del passaporto italiano: “Contro di me hanno aperto processi penali, mi hanno dichiarato agente segreto del Cremlino di Putin”, ha affermato nel video.

Lilin sempre piegato a Putin

Al di là dell’accusa, ancora presunta, di essere “agente segreto”, certamente i suoi interventi degli ultimi 10 anni si sono tradotti in un supporto di fatto, volente o nolente, a Putin e al suo imperialismo. Noi non ci dimentichiamo che, 10 anni fa, nella piccola Ceriano Laghetto, insieme al sindaco leghista Dante Cattaneo, Lilin partecipò alla cerimonia d’intitolazione di una piazza ai “Martiri di Odessa”, dove non era volutamente ben chiaro se ci si riferisse all’eccidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale o ai morti del 2014 nel Palazzo dei Sindacati (o a tutt’e due), ma di certo insieme a Lilin e Cattaneo c’erano le bandiere della cosiddetta repubblica di Donetsk, lo stato canaglia e fantoccio creato da cittadini russi in Donbas, grazie ad armi russe e militari russi. L’inizio dell’invasione che nessuno, o quasi, voleva vedere.

Poi, dal 24/2/2022, Lilin è stato più volte invitato in tv: in modo furbo, utilizzando un linguaggio moderato e quasi critico verso Putin e la guerra, ripeteva spesso che occorre “capire i russi” per comprendere i motivi all’origine dell’aggressione militare (certo, verrebbe da dire: occorre comprendere l’imperialismo alla base della dottrina Dugin-Putin, il fascismo dello Stato russo e via dicendo, e fare i conti con questo pericolo reale per l’Europa).

La lista di Santoro e gli “ucronazisti”

Contemporaneamente, però, Lilin nei suoi canali social definiva “liberati” i villaggi conquistati dai russi e si esprimeva contro gli “ucronazisti”. Pochi mesi fa si è candidato alle elezioni europee nella lista “pacifista” di Santoro (portando in dote “ben” 2.300 voti), a dimostrazione che i discorsi “pacifisti” implicano la resa ucraina, non la pace. E pensare che, nel 2021, Europa Verde stava per candidarlo alle elezioni comunali di Milano, con tanto di accoglienza festosa da parte dell’allora portavoce nazionale di EV Eleonora Evi (ora deputata del Pd). La cosa non si concretizzò soltanto perché il candidato sindaco di sinistra radicale, Gabriele Mariani, avversario di EV e della coalizione di Beppe Sala, denunciò tutto con un comunicato coraggioso e suggestivo fin dal titolo: “Eurasia Verde?”, si chiedeva Mariani, ricordando che Lilin aveva le idee che aveva e partecipava a incontri pubblici con l’estrema destra italiana, dughiniana e putiniana.

Non sappiamo al momento dove sia davvero Lilin, né se la procura di Milano indaghi davvero su di lui. Sappiamo, però, che la disinformazione russa è un’operazione strutturata e scientifica contro tutti noi e contro la tenuta delle nostre democrazie: difenderci è un dovere. Smascherare le bugie propagandistiche è il modo di farlo. Lilin ha certamente seminato disinformazione sull’Ucraina e sulla guerra fin dal 2014. Non è una delle persone a cui affidarsi per capire né la Russia, né l’Ucraina, né la guerra. Ma, in fondo, è poco importante sapere se è davvero indagato. Il punto principale non è questa o quella persona, ma il meccanismo di disinformazione: capirlo per scardinarlo, questo è davvero importante.

Fonte : Today