Quando la sesta stagione di Black Mirror, la serie antologica di distopia britannica firmata dall’autore di Dead Set Charlie Brooker, ha debuttato su Netflix lo scorso giugno, il pubblico non l’ha trovata soddisfacente come le precedenti. La critica principale era “sembra molto meno simile all’originale Black Mirror” che aveva esordito sulla canale televisivo britannico Channel 4 nel 2011. Questo sentimento era chiaramente espresso nel (discutibile) 44% di apprezzamento lasciato dai fan sul sito Rotten Tomatoes.
Poco dopo, Brooker aveva commentato affermando che il cambiamento di ritmo di Black Mirror non aveva nulla a che fare con il passaggio dello show a Netflix, ma era imputabile semplicemente a un’evoluzione della narrazione. Lo sceneggiatore ha tuttavia preso in considerazione le critiche, e ha anticipato che la prossima stagione sarà più simile alle precedenti (qui la classifica di tutte le puntate in ordine di gradimento), più legata alla politica, agli squilibri sociali e ai pericoli della tecnologia. Il commento suggerisce che la nuova tranche di episodi sia più distopica e meno grottesca.
La tecnologia secondo Charlie Brooker
“Quando tutto è iniziato non avevo la minima idea che questo show avrebbe mai varcato le coste del Regno Unito. Mi sento frustrato quando la gente dice: ‘Oh, gli smartphone sono il male e la tecnologia è cattiva’”, ha detto Broker.
E ha continuato: “Come per ogni strumento potente, tutto dipende dall’uso che se ne fa. Le immagini generate dall’intelligenza artificiale, ad esempio, sono impressionanti e incredibili. Potreste usarla per destabilizzare completamente la società, diffondendo terrificante disinformazione, o usarla come strumento in Photoshop per mutare le cose”. Ha poi aggiunto: “Tuttavia, se la si usa per generare un’idea e poi cercare di trasformarla in uno show, penso che non sia una buona cosa. Quindi, per qualsiasi cosa, dipende da come la si usa. Per questo, semmai, Black Mirror non è una serie sulla tecnologia cattiva, ma su ‘la tecnologia è impressionante e neutrale, e gli esseri umani non sono idioti perché l’hanno inventata, sono fantastici’”. E infine: “Non potrei scrivere Black Mirror se odiassi la tecnologia. Quello che mi preoccupa la nostra propensione a essere maldestri”.
Fonte : Wired