Torino, giornalista preso a pugni dal padre della bambina investita e uccisa fuori l’ospedale

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Maurizio Bosio, reporter dell’agenzia Reporters, che da anni collabora con La Stampa, stava documentando il tragico incidente avvenuto ieri nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. È stato preso a pugni dal padre della piccola. Intanto è polemica per le dichiarazioni di Salvini: “Dove sono gli assistenti e i servizi sociali?”.

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Il parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino

Un giornalista è stato picchiato violentemente mentre stava facendo il proprio lavoro. Maurizio Bosio – reporter dell’agenzia Reporters, che da anni collabora con La Stampa – stava seguendo la triste di Esmeralda, la bimba di due anni investita e uccisa da un’auto in manovra al parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

Bosio ha riportato la frattura del setto nasale e ha avuto una prognosi di 14 giorni. “Aveva documentato già in mattinata la vicenda della bambina. Quando intorno all’ora di pranzo si è diffusa la notizia della morte della bambina, – racconta il quotidiano torinese – Maurizio ha posato la macchina fotografica e si è avvicinato al padre della piccola con il massimo rispetto per porgergli le sue condoglianze. Purtroppo in quel momento è stato aggredito”.

Il Cdr del giornale torinese parla di “episodio grave, l’ennesimo, che ancora una volta sottolinea il pesante clima di tensione e diffidenza in cui siamo costretti a lavorare. Un clima intollerabile perché la nostra unica colpa, se così possiamo definirla, è quella di dare conto ai lettori di ciò che accade, con scrupolo e puntualità. Quello che continueremo a fare. A Maurizio tutta la nostra solidarietà e l’invito a non mollare”.

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Anche Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, esprime solidarietà al fotogiornalista aggredito: “La violenza, anche nei momenti più bui, non può mai essere una risposta e merita una ferma condanna. Un pensiero al giornalista Bosio, vittima di un episodio grave e intollerabile mentre svolgeva il proprio lavoro”.

E mentre la procura indaga per per omicidio stradale, il caso diventa politico a seguito delle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini sui social: “Povera piccola innocente, una preghiera per lei”, scrive sui social il leader della Lega, che poi attacca: “Ma dove sono gli assistenti e i servizi sociali che dovrebbero salvare questi bimbi da una vita di strada e di furti, senza scuola e senza gioia??? E non usino la scusa della ‘cultura’ Rom”.

Parole che hanno suscitato l’immediata reazione di Barbara Rosina, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali: “Salvini strumentalizza senza conoscere i fatti. È inconcepibile e irresponsabile usare la morte di una bimba di due anni a fini politici. Il vicepresidente del Consiglio accusa noi assistenti sociali e tutti i servizi sociali. Siamo vicini alla famiglia della piccola Esmeralda e lontani dal ministro Salvini e da chi, come lui non cerca mai soluzioni, ma arriva a manipolare le notizie per diffondere pregiudizi a discapito delle persone e della professione”.

Inizialmente era circolata la voce secondo cui la bambina stesse facendo l’elemosina davanti all’ospedale, poi smentita dall’assessore delle Politiche sociali della città di Torino. Maurizio Marrone (FdI), assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, ha detto: “È inaccettabile consentire ai nomadi di trascinare con loro minori nell’accattonaggio di strada. Se i Servizi sociali del Comune di Torino applicassero ai rom la metà del rigore con cui dispongono gli allontanamenti dei minori dalle altre famiglie, forse questa tragedia si sarebbe potuta evitare. Nelle linee di indirizzo ai servizi socioassistenziali chiariremo presto che i diritti dei minori vanno tutelati sempre”.

Ma la verità è che la piccola era con la famiglia in visita a un parente degente all’ospedale San Giovanni Bosco.

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Fonte : Fanpage