“Far morire di fame i profughi è giusto”: cosa accade ora in Israele

Bezalel Smotrich, 44 anni, è il ministro delle Finanze di Israele. Il 7 agosto 2024 ha detto: “Nessuno ci permetterà di far morire di fame 2 milioni di civili, anche se potrebbe essere giustificato e morale, finché non ci saranno restituiti i nostri ostaggi”. Proprio così: giustificato e morale.

Itamar Ben-Gvir, 48 anni, è il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale. E Yitzhak Wasserlauf , 31 anni, è il ministro delle Periferie. Il 13 agosto 2024 Ben-Gvir e Wasserlauf sono saliti a pregare con decine di fanatici religiosi sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme, ben sapendo che si tratta di un luogo sacro per palestinesi e musulmani (nel video sotto). Così come lo sono il Muro occidentale per gli ebrei e il Santo sepolcro per i cristiani.

Dichiarazioni incendiarie dei ministri religiosi israeliani

È una lucida provocazione, che viola gli equilibri dello stato attuale, in un momento cruciale per la sicurezza del Medio Oriente e del mondo. Provocazione confermata dalle parole di Ben-Gvir: “Abbiamo fatto significativi progressi nella sovranità di Israele qui. La nostra politica è di permettere la preghiera ebraica”. Altra benzina sul fuoco.

Il datore di lavoro che ha arruolato nel governo Smotrich, Ben-Gvir e Wasserlauf, cioè il premier Benjamin Netanyahu, 74 anni, dall’attacco palestinese del 7 ottobre 2023 ha fatto uccidere circa 40.000 palestinesi di Gaza in gran parte civili, tra i quali 15.000 minori, in risposta ai 1200 cittadini israeliani massacrati dai terroristi di Hamas. Il rapporto della rappresaglia si sta avviando verso l’osceno 40 a 1. Senza che si sia trovata finora una soluzione, che non siano i bombardamenti quotidiani.

“Così la Sicurezza nazionale impedisce l’accordo sugli ostaggi”

Il risultato di questa operazione militare israeliana è che dopo 10 mesi, il 13 agosto 2024 Hamas è ancora in grado di lanciare razzi su Tel Aviv. Gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas sono ancora 120, vivi o morti. E Yahya Sinwar, 61 anni, da comandante dell’ala militare è diventato il capo politico di tutta Hamas, dopo che Ismail Haniyeh è stato ucciso da un’esplosione nella sua camera a Teheran in Iran, non rivendicata ma probabilmente telecomandata – in tutti i sensi – da Israele.

Leggo sulla newsletter che il quotidiano israeliano Haaretz invia ogni giorno: “Un gruppo che rappresenta i familiari degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza ha detto che l’estrema destra della Sicurezza nazionale di Itamar Ben-Gvir ‘impedisce continuamente un accordo per riportare gli ostaggi a casa’, e che nelle sue azioni e parole ‘mette in pericolo la possibilità di riportarli tutti a casa”.

Scandali interni e ripercussioni economiche: Fitch declassa Israele

E ancora: “I cinque riservisti dell’esercito israeliano sospettati di abusi e atti di sodomia contro un membro di Hamas nel centro di detenzione di Sde Teiman saranno rilasciati dopo dieci giorni di arresti domiciliari, in seguito ad accordi raggiunti tra la Procura militare e la difesa”. La base militare di Sde Teiman nel deserto del Negev, trasformata in centro di detenzione per detenuti palestinesi, è una delle gallerie degli orrori di questa guerra: “Legati, bendati, tenuti in pannolini: whistleblower israeliani rivelano abusi su palestinesi in un centro di detenzione segreto” (Cnn, 11 maggio 2024).

Macerie a Gaza (foto LaPresse)

Sempre Haaretz: “L’agenzia di rating Fitch ha annunciato lunedì notte di aver declassato di un grado il rating di credito del governo israeliano, da A+ a A, scrivendo che ‘il declassamento ad A riflette l’impatto della continuazione della guerra a Gaza, dei rischi geopolitici aumentati e delle operazioni militari su più fronti”.

La strategia fallimentare di Netanyahu: l’Iran diventa arbitro

All’indomani del massacro di civili e militari israeliani il 7 ottobre 2023 avevamo raccontato i 7 errori di Benjamin Netanyahu e dei suoi governi: perché, nel corso degli anni, avevano lasciato finanziare e armare Hamas a Gaza affinché l’esercito di Tel Aviv potesse scortare l’occupazione di nuovi territori palestinesi in Cisgiordania: l’articolo qui. Dieci mesi dopo, la condotta di Netanyahu e dei suoi ministri ha trasformato l’Iran in un arbitro del Medio Oriente. Da ore il regime degli ayatollah sarebbe infatti pronto al lancio di missili e droni, in risposta all’omicidio del capo politico di Hamas. Ma Teheran per giorni non ha sparato, tenendo così i dieci milioni di abitanti di Israele con le spalle al muro.

Un tempo le forze armate di Tel Aviv, al culmine della loro capacità strategica, avrebbero fatto la prima mossa preventiva, neutralizzando e disarmando gli avversari. Oggi gli stati maggiori sono consapevoli che, senza l’autorizzazione e il supporto sul campo degli Stati Uniti, sono vulnerabili. Così, mentre i ministri della destra religiosa nel suo governo auspicano la vittoria di Donald Trump, Netanyahu ancora una volta è volato a Washington a supplicare i miliardi del presidente democratico Joe Biden.

L’esodo degli israeliani: ora chiedono asilo in Europa

In fondo, ogni giorno di guerra in più per il premier israeliano e alcuni dei suoi ministri è un giorno in meno nel processo politico e, probabilmente, penale che li attende per la mancata difesa del Paese durante l’attacco terroristico palestinese di sabato 7 ottobre.

Soldi ad Hamas, lotta ai moderati: 7 errori di Israele – di Fabrizio Gatti

Il 7 agosto 2024, in occasione della decima ricorrenza, il quotidiano The Times of Israel ha pubblicato questo reportage: “Cercando di fuggire dalla guerra in patria, gli israeliani chiedono lo status di rifugiato in Portogallo”. Un titolo che segna la resa: non a causa dell’Iran, Hamas, i terroristi, ma della deriva ottusa di Netanyahu e dei suoi alleati religiosi che dopo aver demolito Gaza hanno trasformato Israele in un teatrino di pericolosi fanatici.

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Fonte : Today