Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il secondo più caldo in Europa. Uno studio pubblicato su Nature medicine ha analizzato dati di temperatura e mortalità in 823 regioni di 35 paesi europei per stimare i decessi legati al calore nel 2023. I risultati indicano che il caldo ha causato la morte di circa 50.000 persone in Europa, continente che si sta riscaldando a un ritmo molto più rapido rispetto ad altre parti del mondo. Ma il dato più sorprendente riportato dai ricercatori è che il tasso di mortalità per il caldo relativo all’anno scorso sarebbe stato addirittura dell’80% superiore se le persone e i governi non avessero attuato delle strategie di adattamento all’aumento delle temperature negli ultimi due decenni.
“I nostri risultati dimostrano che nel corso di questo secolo si sono verificati processi di adattamento sociale alle alte temperature” ha dichiarato Elisa Gallo, autrice principale dello studio. L’adattamento ha ridotto “notevolmente la vulnerabilità legata al caldo e il carico di mortalità delle ultime estati, in particolare tra gli anziani”.
Negli ultimi anni, i governi hanno cercato di mitigare gli effetti delle ondate di calore attraverso una serie di interventi strategici tra cui la progettazione di città più fresche, con un aumento delle aree verdi e una riduzione delle superfici cementate. È stata anche adottata l’istituzione di sistemi di allerta precoce per avvisare la popolazione dei rischi imminenti e il rafforzamento dei servizi sanitari per prevenire il sovraccarico di medici e infermieri durante i periodi di intenso caldo. “L’adattamento sociale alle temperature in aumento ha svolto un ruolo cruciale nella prevenzione della mortalità in Europa – continua lo studio –, ma lo sforzo rimane ancora insufficiente“.
Mitigazione e adattamento
Oltre alle strategie di mitigazione del cambiamento climatico, infatti, l’adattamento alle nuove temperature riveste una strategia fondamentale nella gestione degli impatti del riscaldamento globale, spiegano gli scienziati. Mentre la mitigazione si concentra sulla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare l’entità del cambiamento climatico, ad esempio attraverso la transizione verso fonti di energia rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione della deforestazione, tutte azioni cruciali per contenere l’aumento delle temperature globali nel lungo periodo.
D’altra parte, l’adattamento si focalizza sulla gestione delle conseguenze inevitabili del cambiamento climatico. Questo include interventi come la modifica delle pratiche agricole, il miglioramento dei sistemi di gestione delle acque, la creazione di infrastrutture resistenti ai cambiamenti climatici e lo sviluppo di piani di emergenza per eventi meteorologici estremi. Nel contesto urbano, per esempio, l’adattamento può significare riprogettare le città per renderle più fresche e capaci di affrontare le ondate di calore.
I dati
Lo studio di Nature riporta che mentre i paesi dell’Europa settentrionale come Regno Unito, Norvegia e Svizzera dovranno affrontare un aumento più marcato di giornate di grande calore, è l’Europa meridionale a pagare il prezzo più alto in termini di vite umane. Nel 2023, la Grecia ha registrato il più alto tasso di mortalità legata al calore con 393 decessi per milione di abitanti, seguita da Italia (209) e Spagna (175). La gravità della situazione è stata drammaticamente illustrata in questi giorni proprio in Grecia, dove un violento incendio è divampato nel pomeriggio di domenica 11 agosto nei pressi di Atene, costringendo gli abitanti della zona a fuggire dalle proprie abitazioni.
Fonte : Wired